Note per il Convegno di Napoli.
Da un compagno della Federazione di Bergamo, Circolo Isola.


Qual e' il compito della sinistra del prc? La risposta non puo' prescindere da cio' che il prc nel suo insieme e' oggi, e quali sono i suoi limiti nella fase attuale.
Il prc oggi dispone di un considerevole ascendente elettorale al quale non corrisponde in alcun modo un pari radicamento sociale e capacita' di incidere sugli avvenimenti.
Guardiamo i tre grandi movimenti che l'ultimo anno politico ha visto nascere: il movimento noglobal, il movimento "dei girotondi", e il movimento sindacale.
Ognuno dei tre aveva ed ha direzioni politiche che prescindono dal prc e che il prc non ha contribuito direttamente a far nascere. Non male per un partito che voleva essere il cuore dell'opposizione.
Il movimento dei girotondi ha espresso una capacità di mobilitazione di quasi un milione di persone.
Si tratta di un movimento che si muove sul piano "democratico", diretto da un settore sostanzialmente moderato, borghese, ma radicale sul piano democratico. La gente che mobilita é classe media radicalizzata nello scontro con il governo Berlusconi.
Il Movimento sindacale e' guidato dalla cgil e piu' precisamente dalla sua maggioranza. Il prc e' stato completamente spiazzato da questa dinamica dato che nell'ultimo periodo di preoccupava solo di celebrare acriticamente il "movimento dei movimenti" e contemporaneamente i funerali della centralità della contraddizione capitale-lavoro. Lo stesso movimento "no global" si é trovato spiazzato dal prepotente riappropriarsi, da parte del'"obsoleto" movimento operaio e del'altrettanto "vecchia e obsoleta" CGIL di uno spazio che essi avevano lasciato vuoto e che tale movimento era provvisoriamente andato a coprire, lasciando così Riofondazione col culo per terra. Il PRC, che sul terreno sindacale nel'ultimo periodo si preoccupava solo di "interloquire" con il sindacalismo di base, non solo e' stato ininfluente nelle lotte di classe di questi mesi ma non e' riuscito nemmeno a organizzare la minoranza interna della cgil che rimane saldamente nelle mani di un settore di apparato oggi estraneo al prc. E cio' nonostante la maggioranza dei delegati di Lavoro Societa' all'ultimo congresso fossero del prc. Si tratta dei due del movimento piu' ampio (massimale di mobilitazione: 3 milioni di persone).
Il Movimento no global e' il piš debole dei due. Mobilita al massimo 300.000 persone, raccoglie classe media istruita, gia' da tempo radicalizzata sulle questioni internazionali. Per classe media si intende comunque quel settore di lavoratori dipendenti dotato di un particolare status (per livelli di retribuzione, e/ istruzione e/o posizione nella societa'), molto consistente nei paesi imperialisti.
Questi movimenti pero' sono largamente da costruire. E con enormi spazi di azione per i comunisti, proprio perche' assai poco controllati (con la parziale eccezione della cgil, ma gli spazi non sfruttati all'interno di questa organizzazione sono pure ampi).
Si tratta ovviamente di "movimenti". Dunque di masse di persone che si muovono su aspetti specifici. Il PRC li dota invece di una "politicità'" cioe' di una visione complessiva che non possono avere, proprio perche' movimenti parziali.
Avviene con il movimento noglobal considerato tout court un nuovo soggetto "politico" (praticando dunque un atteggiamento "codista"), e avviene anche in maniera diametralmente opposta da parte della minoranza che lo accusava sino all'altro giorno di non essere quel che non potrà mai essere, un movimento cioe' collocato sul terreno di classe (praticando dunque un atteggiamento settario).
E' il partito invece che dovrebbe essere sintesi e composizione delle parzialita' ed essere presente e costruirsi contemporaneamente su tutti i piani sui quali le masse italiane hanno deciso di dare la loro battaglia contro Berlusconi.
Ci ritroviamo dunque con il prc senza una capacita' di presenza di partito nei movimenti, nella societa' e con la maggioranza dei circoli sull'orlo della crisi. E cio' nonostante la grande simpatia "teorica" di cui il partito gode.
Questa situazione di stallo non puo' cambiare se ci si limita ad una battaglia interna agli organismi dirigenti, per la semplice ragione che il partito e' in declino sul piano della militanza interna, mentre fuori da esso invece TUTTO si muove e una nuova (o ridestata) leva di attivisti emerge dai movimenti.* .Solo se si riesce a portare DENTRO quello che c'e' FUORI, la sinistra interna riuscira' a spostare qualcosa dentro questo partito. Per questo oggi e' decisivo quello che la sinistra fa FUORI da rifondazione piu' di quello che fa DENTRO.
Il gruppo dirigente di Proposta invece ha premuto in senso esattamente opposto.
Si e' sempre preoccupata piu' delle percentuali guadagnate negli organismi dirigenti interni al prc che del radicamento nei movimenti e nella societa'. Per cui da anni e anni non fa altro che perdere, al pari del partito nel suo insieme, "pezzi" e militanti. Anche l'omogenizzazione che ha imposto all'area ampia e' parte di questa cecita' nei confronti della societa': cio' che conta e' il "programma" (sempre lo stesso da ottanta anni) e chi vi si adegua, mentre e' letteralmente assente la discussione sul cosa fare, ora e adesso, per stare DENTRO le masse che si muovono, per essere ESEMPI VIVENTI di cio' che il prc dovrebbe fare ma non fa. Il massimo di attivismo lo esprime in occasione dei congressi, cui seguono periodi di sonnecchiamento e scissioni di varia natura salutate sempre positivamente come "rafforzamento programmatico" dell'area.. I giovani della corrente vengono educati a pensare che essi valgono se riescono a diventare segretari di qualcosa, o a costruirsi una credibilita' tutta interna ad un partito che conta sempre meno, mentre non si presta attenzione a cio' che conta: al radicamento FUORI, la' dove le masse sono in movimento. I singoli compagni della sinistra naturalmente di attivita' di movimento, sindacali, ecc. ne hanno, ma sono gestite individualmente, non coordinate, al pari di cio' che accade con il prc "tutto". Si valorizza chi costruisce l'"area" in una logica tutta interna, ma non chi ha costruito radicamento.
Non e' certo migliore la situazione di Falce e Martello. Essa e' presente nei movimenti, ma alla stessa maniera in cui i Testimoni di Geova sono presenti sulle strade delle periferie la domenica mattina: una presenza settaria e respingente. Essere presenti nei movimenti per questi compagni significa essere presenti con i propri giornali e cercare di venderne il piu' possibile oppure costituire pseudocomitati che si egemonizzano completamente. Per dei comunisti invece stare nei movimenti deve significare essere COSTRUTTORI (naturalmente critici e propositivi) dei movimenti, perche' solo se saremo riconosciuti come tali ci guadagneremo la legittimita' per dare battaglia al loro interno per cambiarne la linea.
A proposito del dibattito sul programma, non ne sottovalutiamo certamente l'importanza, ma va detto che non può essere visto come un riassunto dei sacri testi "immutabile" e avulso dalla realtà di oggi e dalla presenza nei movimenti di trasformazione della società.
Posto che esso stesso deve essere per molti aspetti un punto díarrivo (una conquista frutto di un processo complesso e necessariamente sottoposto a verifica e problematizzazione), e non può essere visto come un punto di partenza statico già dato come tale, magari calato dal'alto da un "nucleo di ferro" di dirigenti che pretendono di essere '"avanguardia", deve nascere dai bisogni e dalle lotte per realizzarli, dal rapporto dialettico con gli intellettuali, e i ricercatori, deve essere espressione del bisogni di cambiamento della classe.
Anche qui, quanto hanno fatto nel prc é esattamente 'opposto. La maggioranza con il suo ufficio di programma di facciata (vedere il sito nazionale) in due anni non ha prodotto un fico secco, e sorge il dubbio che 'unico programma che gli interessa veramente sia quello ...elettorale.
La minoranza invece non può produrre che un programma imbalsamato e solo ideologico, avendo rinunciato alla presenza nei movimenti reali, ma questo ha il vantaggio di un maggiore "controllo politico" del'area di sinistra, da parte di Proposta.
Sia Proposta che Falce e Martello sono organismi che vogliono omogeneizzare e omologare a se stessi il resto della sinistra del PRC immaginando di possedere il "programma". Un programma che pero' deve avere qualche limite se non ha consentito loro di avere la MINIMA influenza in qualcuno dei movimenti che ci sono stati quest'anno (verrebbe da chiedersi a voler essere "cattivi" perché, risalendo ancora piš indietro, anche il programma a suo tempo di Trotzky e della Quarta Internazionale in tanti anni di storia non abbia portato poi a grandi frutti, se vale ancora il principio scientifico e marxista della verifica). A che serve un programma "CORRETTO" (ma in base a quali criteri e decisi da chi?) se non serve a incidere nella lotta di classe? Il resto della sinistra del PRC pero' non dovrebbe compiere lo stesso errore: dovrebbe approfittare delle relazioni nazionali che si sta costruendo al di fuori di Proposta e Falce e Martello per progettare un intervento coordinato tra le masse in movimento: lavoratori, scuola, immigrati, movimento no global...Si costruisca, prima di cedere alle tentazioni politiciste, una rete di miltanti, di gruppi e di collettivi presenti e radicati nei movimenti, nelle lotte reali (dei lavoratori, degli studenti, dei disoccupati e degli sfrattati, degli immigrati), nei sindacati, nei luoghi di lavoro e nelle scuole, che facciano concretamente conlitto, inchiesta, azione politica, per costruire NUOVO RADICAMENTO, e si socializzino dal basso i rispettivi strumenti di inchiesta, di collegamento tra lavoratori, di ricerca teorica e programmatica per arrivare a costruire un nuovo programma politico di classe, attivando un fecondo processo dialettico dall'alto verso il basso e DAL BASSO VERSO L'ALTO. Ci si sperimenti direttamente e ci si metta alla prova, e da cio' che si sara' in grado di costruire si "torni" al prc con la forza dell'esempio di cio' che si dovrebbe fare, ma il partito non fa.
P.S.
* Bisogna definitivamente ficcarsi in testa che la linea politica (e tanto meno la natrura) del partito non si cambia, né dal'interno né dal'esterno, perché non si trasforma in partito rivoluzionario qualcosa che non lo é né mai lo diventerà. La sinistra deve finirla di illudere i suoi militanti con tatticismi del tipo "fare finta che rifondazione sia quello che non é e che anche noi ci crediamo", teorizzando apertamente cose deliranti del tipo che "noi vogliamo costruire Rifondazione come partito autenticamente comunista e rivoluzionario" e come "polo autonomo di classe". Non si tratta perciò di diramare puntualmente dal centro dal centro (magari via e-mail) grandi proclami volontaristici, avanzando a ogni pié sospinto velleitarie "liste della spesa" spacciate per "piattaforma alternativa di classe", e sfidando Bertinotti (o nel
nostro caso Ferrando) a chi é "piš a sinistra", così ribadendo proprio la propria subalternità a lui. Si tratta finalmente di accettare che in Rifondazione é possibile dare battaglia solo per fare passare di volta in volta quel minimo che é possibile fare passare sul terreno di un programma minimo di classe, spostando equilibri dovíé possibile ogni volta che é possibile, ed evitando velleitarismi volontaristici che portano i militanti solo ad un inutile spreco di energie e ad uno stress psicologico che produce disillusione e allontanamento definitivo dalla militanza .