Sintesi degli interventi critici.
Sintesi degli interventi dei delegati intervenuti contro la relazione al seminario nazionale di progetto Comunista-Area programmatica del PRC del 20/21 luglio 2002.


Come i/le compagni/e ben sanno l'ultimo anno di vita all'interno del PRC si è caratterizzato per la preparazione e lo svolgimento del V Congresso nazionale del Partito, un impegno gravoso e importante per la svolta a destra che ha caratterizzato la proposta politica del gruppo di maggioranza, a cui sono seguiti la Conferenza nazionale dei/delle Giovani Comunisti/e e i Congressi Regionali. Un anno denso, dunque, in cui si è consumato l'ennesimo atto della deriva riformista contro la quale Progetto Comunista ha mosso la sua battaglia fin dal 1996, costituendosi in Confederazione di associazioni e riviste prima (1997), e in Area Programmatica nel PRC dopo (1999), riconfermando i principi costituenti di democrazia e pluralismo.

Il Seminario appena conclusosi avrebbe dovuto affrontare diverse questioni, prima fra tutte quella del nostro bilancio all'indomani di un Congresso nazionale che ci ha visto franare quasi ovunque, tranne poche eccezioni, e di una Conferenza nazionale dei G.C. dove il risultato è stato disastroso. Un bilancio che, una volta eluso, ci pone sullo stesso piano del gruppo dirigente del PRC, al quale imputiamo pratiche antidemocratiche e a cui chiediamo continuamente il bilancio che poi per noi stessi non facciamo. Infatti, il Seminario nazionale dell'Area Programmatica del PRC, Progetto Comunista, è servito a tutt'altro: è stato trasformato nell'occasione per lanciare il percorso costituentedi una associazione che si definisce nuova ma che, in realtà, ha nei suoi presupposti e nei suoi intendimenti tutte le caratteristiche dell'Associazione Proposta che, ci hanno detto, sarà sciolta per far posto a questo soggetto "inedito", decretando in tal modo di fatto la liquidazione politica del Progetto Comunista.

Di fronte a questo atteggiamento di chiusura e ripiegamento su rendite di posizione che sono patrimonio di tutti/e i/le compagne che fin dal 1996 lavorano per la rifondazione comunista, un gruppo folto di compagni/e ha manifestato netto dissenso, intervenendo sul punto di discussione proposto, la nuova associazione, e rilanciando la centralità del Progetto Comunista e la costruzione del Partito marxista rivoluzionario, facendo quel bilancio che la presidenza del Seminario nella sua maggioranza ha, volutamente, per l'ennesima volta eluso.  E', evidentemente, difficile ammettere che il nostro testo congressuale e la linea che ha delineato, di appiattimento sul mito del "movimento dei movimenti" che ha inventato la maggioranza, ci ha penalizzato profondamente.  In quel testo, che alcuni dei compagni intervenuti mai hanno totalmente condiviso tanto da dover presentare delle tesi alternative (i compagni di Napoli, per intenderci), non si affrontano adeguatamente alcune questioni come la natura del Partito, la natura del movimento, il rapporto tra Partito e movimento, la questione meridionale, la questione delle donne e dei giovani, arretrando addirittura sull'analisi del nostro "manifesto", presentato nell'occasione della manifestazione nazionale di Genova di un anno fa, e sulle posizioni acquisite col documento presentato alla Conferenza Nazionale delle Donne Comuniste, e fatto proprio in un'assemblea di Progetto Comunista a latere di un CPN.  Non basta, nella redazione del documento per la Conferenza dei G.C., in un testo, che è la fotocopia del documento congressuale, dove hanno trovato spazio dieci pagine dedicate alle questioni internazionali, forzosamente legate ad uno sbocco anche italiano del trend positivo sulla via della rivoluzione, sono state inserite su proposta, non poco osteggiata, dei giovani compagni napoletani i temi del lavoro (con relativa piattaforma), della scuola, dell'università, dei collettivi studenteschi, dei giovani e la sessualità, della donna e persino degli immigrati che i redattori del testo avevano omesso, dandolo per sottinteso come tutto il resto, come la discussione sul testo congressuale precedente. Su quale contenuto ci siamo differenziati, se pure il punto di discussione più alto di questo recente Congresso, la natura del Partito che si va a costruire ed il suo rapporto con il movimento (tesi alternativa), lo abbiamo lasciato, soprattutto il primo, a completa disposizione del gruppo dei cosiddetti "grassiani", che infatti ne hanno raccolto i frutti sia nell'ambito del Congresso che della Conferenza nazionale dei G.C..

Non abbiamo detto niente che fosse realmente propositivo e diverso sulla questione meridionale (altra tesi alternativa), ad esempio, una questione su cui i padroni consapevolmente accentrano la propria distruttiva attenzione e sulla quale noi avremmo dovuto investire perché nerbo di tutte le contraddizioni sociali che questo sistema esprime. Persino Bertinotti, nella penultima Direzione nazionale, ha dovuto ammettere il ritardo del Partito su questo punto mentre noi continuiamo a tacere, sempre Bertinotti ha ammesso in Direzione nazionale la crisi del movimento, noi no. Inoltre, la nostra piattaforma sul lavoro ha subito delle mutazioni e un'involuzione, funzionali non si capisce a quale scopo. Atti politici questi che hanno costretto i compagni di Napoli a produrre delle tesi alternative, come abbiamo già ricordato, cinque per l'esattezza (Partito, movimento no-global, donne, questione meridionale, giovani), rispetto ai quali non sono riusciti ad ottenere una discussione franca e libera e, soprattutto, rispetto alla presentazione dei quali sono stati dati degli autentici aut-aut. L'unico punto di differenza vera con il documento di maggioranza è stato quello sulla ricostruzione della IV Internazionale, che ha monopolizzato ogni tipo di discussione al nostro interno e che non pone al centro le questioni concrete, reali. Noi ci siamo proposti come coloro che intendono procedere alla rifondazione comunista dando le risposte che i compagni del Partito si attendono da noi e cioè di un'opposizione forte e visibile sia all'interno che all'esterno del PRC, ma anche i compagni che sono all'esterno, anche quelle masse a cui chiediamo al Partito di essere punto di riferimento e che noi per primi non riusciamo ad intercettare per la debolezza con cui si presentano le nostre posizioni attualmente.

Che cosa dovremmo proporre ai lavoratori, ai disoccupati, agli sfrattati, agli immigrati, agli studenti, ai giovani e alle donne, in due parole alla nostra classe di riferimento? Sicuramente è importante la costruzione di un' internazionale dei lavoratori ma non può essere l'associazione il mezzo assoluto e imprescindibile per farlo. Infatti, il Seminario di Marina di Massa è servito per avviare il processo costituente di un'associazione che avrà come asse portante questa grande verità, lasciandosi alle spalle la realtà, le sue contraddizioni e i suoi problemi irrisolti e senza risposte da parte nostra. Nessuno mette in discussione la legittimità di un gruppo, anche corposo, di compagni/e che vogliono rifondarsi in associazione, ne nascono tante di associazioni politiche, ma aver trasformato un Seminario di Progetto Comunista in un'assemblea dell'Associazione Proposta ci è sembrato francamente scorretto. Abbiamo ritenuto inaccettabile chiedere ai compagni di prendere tanti anni del proprio sacrificio e di buttarlo alle ortiche, perché qualcuno ha deciso di liquidare l'esperienza di Progetto Comunista che noi rilanciamo con i suoi principi costituenti di pluralismo, democrazia e con l'obiettivo di costruire il Partito marxista-rivoluzionario. Fare un'associazione di per sé restringe il campo della partecipazione dei compagni perché è nella nazionale la crisi del movimento, noi no. Inoltre, la nostra piattaforma sul lavoro ha subito delle mutazioni e un'involuzione, funzionali non si capisce a quale scopo. Atti politici questi che hanno costretto i compagni di Napoli a produrre delle tesi alternative, come abbiamo già ricordato, cinque per l'esattezza (Partito, movimento no-global, donne, questione meridionale, giovani), rispetto ai quali non sono riusciti ad ottenere una discussione franca e libera e, soprattutto, rispetto alla presentazione dei quali sono stati dati degli autentici aut-aut.

L'unico punto di differenza vera con il documento di maggioranza è stato quello sulla ricostruzione della IV Internazionale, che ha monopolizzato ogni tipo di discussione al nostro interno e che non pone al centro le questioni concrete, reali. Noi ci siamo proposti come coloro che intendono procedere alla rifondazione comunista dando le risposte che i compagni del Partito si attendono da noi e cioè di un'opposizione forte e visibile sia all'interno che all'esterno del PRC, ma anche i compagni che sono all'esterno, anche quelle masse a cui chiediamo al Partito di essere punto di riferimento e che noi per primi non riusciamo ad intercettare per la debolezza con cui si presentano le nostre posizioni attualmente. Che cosa dovremmo proporre ai lavoratori, ai disoccupati, agli sfrattati, agli immigrati, agli studenti, ai giovani e alle donne, in due parole alla nostra classe di riferimento? Sicuramente è importante la costruzione di un' internazionale dei lavoratori ma non può essere l'associazione il mezzo assoluto e imprescindibile per farlo. Infatti, il Seminario di Marina di Massa è servito per avviare il processo costituente di un'associazione che avrà come asse portante questa grande verità, lasciandosi alle spalle la realtà, le sue contraddizioni e i suoi problemi irrisolti e senza risposte da parte nostra. Nessuno mette in discussione la legittimità di un gruppo, anche corposo, di compagni/e che vogliono rifondarsi in associazione, ne nascono tante di associazioni politiche, ma aver trasformato un Seminario di Progetto Comunista in un'assemblea dell'Associazione Proposta ci è sembrato francamente scorretto.

Abbiamo ritenuto inaccettabile chiedere ai compagni di prendere tanti anni del proprio sacrificio e di buttarlo alle ortiche, perché qualcuno ha deciso di liquidare l'esperienza di Progetto Comunista che noi rilanciamo con i suoi principi costituenti di pluralismo, democrazia e con l'obiettivo di costruire il Partito marxista-rivoluzionario. Fare un'associazione di per sé restringe il campo della partecipazione dei compagni perché è nella natura dell'associazionismo essere esclusivo ed escludente, a meno di non condividere in toto tutti i principi, le regole, i paletti che l'associazione si dà.  Un'Area Programmatica è cosa differente, implica il coinvolgimento di tutti i compagni che si ritrovano su un'asse strategico di fondo, come è avvenuto fino ad oggi e cioè la fondazione del Partito Marxista Rivoluzionario. Come è pensabile, in una fase storica come l'attuale, di escludere compagni piuttosto che di coinvolgerli? Progetto Comunista nacque perché esprimemmo un giudizio negativo sulla deriva del PRC, per questo si sentì l'esigenza di costruire un soggetto politico in grado di raccogliere tutti quei compagni disposti a costruire un partito comunista marxista rivoluzionario. Oggi che la deriva del PRC sta quasi per concludersi, invece di rilanciare questo progetto ci viene proposto di liquidarlo rinchiudendoci in una associazione tutta interna al Partito. La dichiarazione che vi alleghiamo non è una dichiarazione di voto contrario, ma una riconferma della volontà dei ventidue compagni, che hanno votato successivamente contro all'o.d.g. proposto dalla presidenza per l'avvio della fase costituente della nuova associazione, di far continuare a vivere Progetto Comunista - Area Programmatica del PRC, a partire dai suoi due fondamentali principi costituenti, la democrazia e il pluralismo, per la rifondazione comunista e la costruzione del Partito Rivoluzionario.

Luigi Izzo (Napoli) - Anna Ceprano (Caserta) - Pasquale D'Angelo (Chieti) - Antonello Manocchio (Termoli) - Luca Scafoglio (Napoli) - Igor Papaleo (Napoli) - Alessandro Guida (Napoli) - Cristiana Boscarelli (Napoli) Giuseppe D'Alesio (Napoli) - Salvatore Ferraro (Napoli) - Carmine Cassino (Potenza) - Pietro Russillo (Potenza) - Enrico Padovan (Parma) - Dario Calzavara (Napoli) - Marco Cataldo (Termoli) - Serena Biondi (Termoli) - Matteo Carnevale (Isernia) - Emanuele Conte (Parma) - Beppe Brizolari (La Spezia) - Daniela Liverani (Ravenna).