A
sinistra della sinistra
Il segretario del Prc dà dei "pirla"
a coloro che, a sinistra, non appoggiano il suo "fronte democratico".
Ma a sinistra dell'alleanza promossa da Bersani c'è più del
5% dei voti ( di Salvatore Cannavò). Reds – Settembre 2010
Con un discorso convinto e apprezzato in chiusura della festa del Pd Bersani
ha delineato il futuro del centrosinistra nella corsa per battere Berlusconi.
Ci sarà dunque il “Nuovo Ulivo” sostanzialmente composto
da Pd, Idv e Vendola (più, probabilmente Verdi e Socialisti) che dovrà
tentare di allearsi con l'Udc di Casini e la Federazione della sinistra di
Ferrero e Diliberto.
Un'alleanza
molto ampia – del resto i sondaggi parlano chiaro: Berlusconi, Bossi
e Fini raggiungono ancora il 47% dei consensi – che potrebbe avere delle
chances solo se il nuovo partito di Fini correrà da solo. In questo
schema quel che resta della sinistra radicale sarà tutto interno al
nuovo centrosinistra anche se questo si presenta con cerchi concentrici. Addirittura,
nei giorni scorsi è circolata l'ipotesi di candidature di Prc e Pdci
all'interno della lista del Pd – o del “nuovo Ulivo” - in
cambio di un sostegno alla candidatura di Bersani alle primarie che si svolgeranno
prima o poi. Ferrero ha seccamente smentito questa ipotesi prendendola con
il Corriere della Sera (anche se la giornalista ha confermato tutto). Il punto
però resta un altro: che succederà alla sinistra e che cosa
si muove alla sinistra della sinistra?
Nel suo
profilo Facebook, il segretario di Rifondazione ha così definito la
situazione: «Il punto vero è che la proposta del fronte democratico
è l'unica che può sconfiggere Berlusconi e i poteri forti e
alcuni pirla anche a sinistra la contrastano». Ferrero, dunque, e con
lui Diliberto, Salvi, Patta e tutti quelli che stanno dentro la Federazione
pensano che esista una prospettiva
certa non solo per liberarsi di Berlusconi ma addirittura sconfiggere i “poteri
forti”. Una certezza che, a giudicare dai dibattiti che circolano in
rete, non sembra convincere molti degli elettori potenziali della Federazione
della sinistra.
Alla sinistra del Fds le prese di posizione non sono ancora definitive e,
a parte la già annunciata «presentazione elettorale indipendente
e alternativa alle due coalizioni dominanti» del Pcl, le due proposte
più compiute sono quella di Sinistra Critica e quella della Rete dei
comunisti.
L'organizzazione che ha come portavoce Flavia D'Angeli, Piero Maestri e Franco
Turigliatto, rilancia la proposta «di una sinistra di classe in grado
di rappresentare un'altra opzione rispetto al Pd e al centrosinistra».
E propone quattro coordinate per costruire una simile prospettiva: «l'esternità
dalla coalizione “democratica” a egemonia Pd; un programma radicale
di uscita dalla crisi; una soluzione politica innovativa e priva di residualismo;
la capacità di attrazione di movimenti sociali».
Sinistra Critica, pur avendo fatto la prova delle politiche del 2008, come
il Pcl, afferma di non voler «piantare» la propria bandiera ma
di «costruire un “processo” che possa sfociare in un una
proposta attraente, innovativa, utile al conflitto, animata dal conflitto
e dalle giovani generazioni».
Su un registro simile si muove la Rete dei comunisti che «lancia un
appello a tutte le forze della sinistra anticapitalista e alle organizzazioni
comuniste affinché questa indipendenza politica e di classe diventi
il centro della propria azione e funzione dentro la società italiana».
La Rete dei comunisti fa sapere alla Federazione della Sinistra «che
la strada da loro scelta di tentare una nuova mediazione con il Pd/Ulivo,
in un contesto politico-istituzionale molto peggiore di quello determinatosi
nelle scadenze elettorali del 2008 e 2009, rischia di portare ad una nuova
e definitiva sconfitta».
La proposta è che «la sinistra anticapitalista e i comunisti»
possano «agire in modo coerente e indipendente a tutti i livelli, inclusa
la dimensione elettorale, a cominciare dalle aree metropolitane dove la prossima
primavera sono previste le elezioni amministrative e – qualora si concretizzi
tale scenario – anche in caso di elezioni politiche generali».
Questi sono i posizionamenti finora resi espliciti e potrebbero non essere
gli ultimi anche se le forze a sinistra del Pd – che recentemente il
Corriere della Sera collocava in un «recinto» dal sapore residuale
e ghettizzante – sono diverse, spesso piccole, litigiose e poco rappresentative.
Chi comunque si sta muovendo per costruire una proposta alternativa è
l'ex dirigente del Pdci, Marco Rizzo, che dopo aver lasciato il partito di
Diliberto ha costruito Sinistra popolare che terrà il suo primo congresso
nazionale il 6 e 7 novembre prossimi.
Ma a sinistra della sinistra non si sono solo organizzazioni comuniste.
C'è, ad esempio, il progetto del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo
che oggi, un sondaggio di Repubblica, da al 3,6% ben oltre il risultato ottenibile
dalla Federazione della Sinistra. E non c'è dubbio che Grillo abbia
saputo rappresentare un elettorato in libera uscita dalle organizzazioni della
sinistra cavalcando il rifiuto della politica, la voglia di nuovo e anche
un atteggiamento “vaffanculista” in sintonia con la crisi della
politica, la crisi delle ideologie, gli arretramenti significativi avuti dal
movimento operaio.
All'interno di questa corrente più generale ci sono però ambiti,
personaggi e realtà cui la lista Grillo potrebbe andare stretta.
Già alle scorse elezioni, ad esempio, si è presentata la lita
“Per il bene comune” e anche settori del movimento per la Decrescita
stanno pensando di organizzarsi. Sommando tutto quanto, e con il ruolo centrale
del M5stelle, si può però ipotizzare un'area di circa il 5%
a sinistra della nuova Alleanza democratica che Bersani, Di Pietro, Vendola,
Casini e Ferrero stanno mettendo in piedi. Tutti dei "pirla", secondo
Ferrero.