PRC: Proporzionale
addio!
Il
Settembre del 2005 ci consegna il ritorno del proporzionale, dopo che quasi
dieci anni fa era stato messo da parte come causa di tutti i mali della prima
repubblica e di tangentopoli.
Ma ci consegna, proprio strettamente collegato con questo argomento, un nuovo
tassello della politica del Prc. REDS. Novembre 2005.
Nei
giorni appena trascorsi sulle colonne dell’organo del partito, Liberazione,
si è scatenata una campagna contro la proposta della nuova legge elettorale
avanzata dal Polo.
La proposta del Polo prevede l’abbandono del sistema elettorale maggioritario
con il ritorno al proporzionale per eleggere tutti i parlamentari della repubblica.
Oggi solo il 25% delle camere viene eletto con questo sistema mentre il restante
è attribuito con il sistema elettorale maggioritario.
Al fine di evitare il rischio dell’ingovernabilità il centro
destra ha proposto alcuni accorgimenti:
• soglia di sbarramento. Il testo presentato a fine settembre prevede
tre sbarramenti: il 10% alla coalizione per aggiudicarsi i seggi, soglia che
si abbassa al 4% per i singoli partiti; ultimo sbarramento previsto il 2%
perchè i voti dei partiti possano essere computati nel totale della
coalizione di cui fanno parte.
• un premio di maggioranza, nel caso in cui il partito o la coalizione
non raggiungesse i 340 seggi, le verrebbero assegnati d’ufficio un numero
tale da arrivare a 340 (equivalenti a quasi il 54%).
La legge non è certamente la migliore del mondo poichè presenta
numerosi punti dubbi e, sicuramente, sono stati motivi “interni”
a spingere il Polo a occuparsi di riforma elettorale (malessere dei centristi,
ansia di trovare un meccanismo che tuteli la coalizione in previsione delle
prossime elezioni). Ma al di là di quelle che potevano essere le motivazioni
della destra, suscita perplessità la posizione che il PRC ha tenuto
di fronte a questa vicenda.
"Lliberazione” ha usato diverse argomentazioni per far capire ai
propri lettori-elettori-militanti, perché un partito che da sempre
si dichiara proporzionalista e che dice di avere nel proprio dna la difesa
della rappresentatività (una testa un voto), stranamente si trova in
questa fase dalla parte degli strenui difensori del maggioritario.
Le argomentazioni usate sono tante: da quelle filosofiche (minaccia alla democrazia)
a quelle etiche (non si cambiano le regole a gioco iniziato), a ricordi di
esperienze passate (la famigerata legge truffa del '53) fino a ragioni di
cuore, istintive.
Non si cambiano le regole a partita iniziata? E' opportuno precisare che l’attuale
legge in vigore è stata approvata nel '93 (da agosto a dicembre) con
le elezioni che avrebbero avuto luogo nell’aprile del '94.
Il Polo vuole “evitare una sconfitta certa, la debacle leggibile in
tutti i sondaggi” come ha dichiarato Franco Giordano, capogruppo di
Rifondazione alla Camera? Lasciando perdere l’improvvisa importanza
che il PRC attribuisce ai sondaggi, è velleitario pensare che solo
con questo strumento elettorale il Polo eviti la sconfitta. Il Corriere della
Sera del 29 settembre, ad esempio, afferma con qualche dato tangibile che
il centro sinistra vincerebbe, con i dati del 2001, anche con la nuova legge
elettorale.
Nonostante le dichiarazioni di Giordano su un “proporzionalismo gravemente
pasticciato, ambiguo e truccato” il dato di fondo importante, che in
Rifondazione si tace, è il passaggio dal 25% dei seggi assegnati in
maniera proporzionale col sistema attuale al 100% di quello appena votato;
la novità non è di poco conto e meriterebbe un atteggiamento
diverso da parte del PRC.
A proposito poi di premio di maggioranza, a chi si scandalizza per tale deformazione
della democrazia e a chi richiama impropriamente vicende italiche degli anni
'50 occorre fare alcune precisazioni:
• l’istituto del premio di maggioranza esiste nell’ordinamento
italiano a diversi livelli (amministrativo e regionale), esperienze di governo
in cui il PRC è al governo e ha beneficiato di questo strumento;
• a proposito di deformazioni della democrazia, è bene ricordare
che maggiori danni e distorsioni vengono operate dal sistema maggioritario
che prevede anche la possibilità di una forte divergenza tra numero
dei voti ed eletti (in Italia nel 2001, pur con il meccanismo dello scorporo
presente, nella quota maggioritaria della camera l’Ulivo ottenne 193
seggi avendo ottenuto 17,5 milioni circa di voti, mentre la Casa delle Libertà
guadagnò 282 parlamentari con solo un milione di voti in più.
Nel proporzionale Forza Italia con 10,5 milioni ottenne 62 deputati, i DS,
con 5,2 milioni di voti, 31 seggi.)
• il richiamo alla legge truffa del ’53 è improprio perché
mentre l’attuale legge prevede un esiguo premio di maggioranza, allora
si prevedeva che alla coalizione uscita dalle urne con il 50 per cento più
uno dei voti venisse garantito un premio di maggioranza, equivalente al 65%
dei seggi.
Alcuni critici si dicono sensibili ai problemi delle elettrici che si troverrano
in mano (se la legge non sarà modificata) due schede per votare con
lo stesso sistema (il proporzionale)! Ricordiamo che, attualmente, alla Camera
si vota già con due schede (anche se i sistemi elettorali sono diversi,
e anzi questo forse genera maggiore confusione) trascurando le ipotesi complesse
come quelle previste per le Regionali con il voto disgiunto, o con le Provinciali
che hanno il candidato del collegio uninominale già scritto sulla scheda.
Ultima argomentazione contro questa legge. Nell’ultimo Cpn il Segretario
(vedi Liberazione 18/9/05) ha affermato che “le cose stanno in termini
elementari: un ciclo, quello che abbiamo chiamato "berlusconismo",
si è imposto e si è svolto con questo sistema elettorale. Questo
ciclo è fallito e non dobbiamo concedergli alibi o scorciatoie: con
lo stesso sistema elettorale dovrà essere decretata la sua caduta”.
E' un'argomentazione
tutta "poetica" e che non tiene conto dei dati di realtà.
Ed è questo: grazie al proporzionale il Prc è più libero
e meno ricattabile dal centrosinistra. Non deve elemosinare collegi giurando
prima chissà quali fedeltà. A noi non sembra cosa da poco, dato
che, anche se faremo di tutto affinché Berlusconi se ne torni a casa,
non consideriamo l'Unione la nostra eterna casa.