La
nostra fatica investimento per il futuro
La
nostra fatica, investimento per il futuro. Di Vittorio
Agnoletto (da Liberazione 16/6/09). Reds - Giungno 2009
Care compagne, cari compagni, innanzitutto desidero ringraziare moltissimo
tutti coloro con i quali ho condiviso una durissima campagna elettorale, per
il calore, la disponibilità e l'entusiasmo che ho incontrato in ogni
luogo, dal sud al nord.
Un entusiasmo e una tenacia che sono stati gli strumenti decisivi per riuscire
a rompere quella cortina di diffidenza e/o d'indifferenza che spesso abbiamo
incontrato al primo nostro apparire nei mercati, nelle piazze e nei tanti
posti di lavoro che abbiamo incrociato.
Una diffidenza che, a differenza dello scorso anno, scompariva velocemente
ogni volta che cominciavamo a parlare della crisi economica, del lavoro che
viene cancellato e delle pensioni da fame; un'indifferenza che lasciava il
posto ad un sincero interesse ogni volta che discutevamo della difesa dell'ambiente
e della salute, dell'opposizione agli inceneritori e alle grandi opere, dei
diritti umani e civili di tutti, senza alcuna discriminazione di genere, di
pelle e di religione.
Una campagna durissima, dominata dal silenzio stampa attorno a noi e anche
dall'assoluta determinazione del Pd nel cancellare ogni presenza autonoma
alla propria sinistra,
Ciò nonostante è cresciuta l'attenzione attorno a noi, ma avremmo
avuto bisogno, dopo la sconfitta dello scorso aprile, di un tempo molto più
lungo; abbiamo dovuto affrontare le elezioni come un pugile che messo al tappeto,
quando ancora è in ginocchio, sente il nuovo gong ed è costretto
a combattere il round successivo da quella instabile posizione.
Sarebbe stato necessario più tempo perché a sinistra si sciogliessero
equivoci difficilmente comprensibili al di fuori degli addetti ai lavori e
si rendessero esplicite le diverse opzioni tra una strategia di sudditanza
verso il Pd, e un'ipotesi centrata sulla costruzione di un polo autonomo culturalmente,
politicamente e organizzativamente dal partito socialista europeo.
Sono convinto che molti, non solo degli elettori, ma anche dei militanti di
sinistra che hanno sostenuto altre liste non percepiscano, ancora oggi, questa
divaricazione.
Dobbiamo avere il coraggio di un'analisi onesta anche dei nostri limiti politici,comunicativi
e organizzativi: ignorarli non ci aiuterebbe. Altre saranno le occasioni collettive
per discuterne; oggi la mia priorità è quella di ringraziare
tutte/i i compagni, nessuno escluso, per la propria disinteressata generosità.
Qui mi limito ad indicare solo un aspetto, forse secondario, ma che ho intravisto
in questa campagna e che mi preoccupa; vorrei lanciare un appello affinché
nel futuro il pluralismo, fondamentale in ogni organizzazione politica, non
si trasformi in cordate che scelgano il terreno elettorale per misurarsi fra
loro con il rischio di danneggiare il progetto complessivo
Ora è necessario trovare la forza per guardare avanti.
La costruzione di un polo anticapitalista e antiliberista, autonomo e indipendente
dal Pd è un'urgenza che va perseguita senza alcun settarismo.
Certamente rafforzando le relazioni tra tutte quelle forze politiche, a cominciare
da quelle comuniste che hanno partecipato alla lista elettorale, che mostrano
interesse a tale percorso; ma questo non è sufficiente.
In tale progetto deve sentirsi coinvolta quell'ampia sinistra sociale diffusa,
composta di centinaia e centinaia di associazioni, comitati, luoghi di aggregazione,
strutture sindacali che costituiscono oggi la spina dorsale dell'opposizione
alla dittatura del mercato e che in questa campagna solo in parte si è
identificata con la nostra proposta elettorale.
Non si tratta di ospitarli in una dimora accogliente, ma farli diventare fin
dall'inizio coprotagonisti della costruzione della casa comune ricercando
con laicità le forme migliori per la costruzione di un percorso condiviso
e innovativo anche nelle forme.
Se riusciremo a perseguire questo obiettivo allora anche tutte le nostre immense
fatiche di queste settimane, saranno state un positivo investimento verso
il futuro prossimo.
Ancora grazie.