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Rete Nazionale Sprigionare

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Cosa vuole LIBERTAD!

La storia dell’idea della giornata internazionale per la liberazione di prigionieri politici non può essere scritta in modo univoco. Si tratta di un’idea, di un pensiero che si è formata in molte forme in diversi paesi, in momenti ed occasioni diversi all’interno dei movimenti di solidarietà.Nell’autunno 1993 il circolo d’iniziativa tedesco LIBERTAD! si presenta per la prima volta in pubblico con l’appello "Libertà per tutti i prigionieri politici in tutti il mondo".L’occasione precisa per la fondazione del circolo d’iniziativa LIBERTAD! furono le comuni conclusioni di alcune e di alcuni rappresentanti di organizzazioni internazionali durante il contro-congresso al vertice del G7 dei ricchi a Monaco di Baviera nel 1992. L’idea lì espressa di avviare una giornata internazionale si basa sull’esperienza dell’oppressione e della resistenza contro repressione e tortura. Forze radicali e rivoluzionarie provenienti da processi di base e di liberazione si debbono ritrovare a livello internazionale affinché una simile richiesta possa produrre la necessaria pressione. Contemporaneamente una simile giornata di lotta può offrire anche l’occasione di un nuovo collegamento reticolare a livello internazionale, che consente di informarsi rapidamente su risultati, formare alleanze e di giungere ad iniziative comuni aldilà dei confini.

La questione dei prigionieri politici è una questione che riveste un’importanza tale da poter unificare movimenti. Perché l’ostacolo principale delle organizzazioni politiche è naturalmente sempre la repressione. Quando non è possibile costruire un movimento contro la repressione, non è nemmeno possibile una liberazione da rapporti di classe oppressivi. La lotta contro la repressione non è solo una questione politica, ma anche morale. Non è necessario sostenere la diretta pratica politica dei detenuti politici, la strategia e la tattica delle loro organizzazioni o gruppi, quando ci si batte per i loro diritti. In quasi tutte le democrazie borghesi-imperialiste dell’occidente esistono prigionieri politici. Questo produce un collegamento diretto. Si dovrebbe quindi cominciare a costruire un movimento internazionale per la liberazione di tutti i prigionieri politici e prigionieri di guerra, che si trovano nelle carceri dell’imperialismo.

Con queste finalità è determinante il momento di collegamento internazionalista. E’ la condizione affinché diventi realmente possibile una campagna ed una mobilitazione con la necessaria portata. Un’ulteriore condizione è il processo di comunicazione con gruppi e movimenti provenienti da altri Paesi.Nella formazione del circolo d’iniziativa LIBERTAD! nella Germania Federale, anche la "solidarietà con i prigionieri" nella RFT ha avuto un ruolo determinante. Negli ultimi anni si è chiarito che da soli nella ristrettezza nazionale nella quale sostanzialmente si muoveva la questione, non era possibile trovare una soluzione. Siamo dell’opinione che nella RFT negli ultimi anni si sia determinato uno sviluppo nell’ambito del quale la solidarietà con prigionieri dei gruppi di guerriglia e di resistenza risultava politicamente troppo ristretto nella reazione nei confronti del proprio sistema statuale e che da questo si determinava anche una posizione fondamentalmente difensiva nelle diverse campagne ed iniziative.

Naturalmente queste due caratteristiche; "ristrettezza nazionale" e "difesa politica" sono causati anche dal fatto che attualmente non esiste consenso politico nella solidarietà con i prigionieri che vada oltre la necessità della liberazione immediata formulata da tutti. Ciò dipende in modo non marginale dal annoso processo di decadimento della sinistra radicale e dalla divisione del collettivo dei prigionieri provenienti dalla RAF. Analogamente al momento nessuna delle poche iniziative per i prigionieri provenienti dalla sinistra antagonista ancora esistenti, ha un mandato da parte delle compagne e dei compagni prigionieri.

Proprio questo recente sviluppo, della situazione, qui brevemente accennato, nella "questione prigionieri" nella RFT rende per noi ancora più urgente un collegamento internazionale e reticolare per la libertà dei prigionieri politici. Questo naturalmente vale anche per quanto riguarda la libertà dei prigionieri politici nelle carceri dell’Europa occidentale.

Siamo convinti del fatto che anche nell’ambito di progetti ed iniziative molto diversificate per la libertà dei prigionieri politici nelle galere dell’Europa occidentale si debba raggiungere un nuovo collegamento ed appoggio che tenga rispettivamente conto delle particolarità nazionali e che contemporaneamente si unifichi nella prospettiva della richiesta della libertà per tutte le compagne e tutti i compagni senza procedure umilianti di rinnego del proprio percorso di lotta, dell’abiura e della sottomissione alla rivendicazione di potere da parte dello stato.Fin qui sono rappresentate in modo molto semplificato le condizioni di partenza e le riflessioni per noi centrali, oltre alla necessità generalizzata di essere solidali con prigionieri politici provenienti da tutti i movimenti di classe e di liberazione, per perseguire una campagna internazionale per la loro libertà.

Maggiori dettagli ed approfondimenti sulla nostra iniziativa si possono leggere nell’opuscolo "WAS WILL LIBERTAD!" (cosa vuole LIBERTAD!) reperibile durante le giornate dell’iniziativa di Zurigo nei banchetti dei libri e del materiale informativo.

3.5.97     circolo di iniziativa LIBERTAD!


LIBERTA’ PER I PRIGIONIERI POLITICI - COSI’ O COSI’?

Prigionieri politici nella RFT - una breve panoramica

Attualmente il numero di prigionieri politici provenienti da organizzazioni rivoluzionarie straniere è superiore a quello dei prigionieri appartenenti ad organizzazioni armate e gruppi militanti della RFT. Sappiamo di più di 200 prigionieri politici nella RFT.

In prevalenza si tratta di prigionieri curdi. il loro numero, a partire dal divieto di esistenza del PKK e di altre organizzazioni curde dal 1993 aumenta quasi settimanalmente. O in collegamento con azioni di protesta e resistenza del movimento nazionale curdo, o - cosa che attualmente costituisce la regola - come arresto mirato di compagne e compagni a carico dei quali la pubblica sicurezza cerca di dimostrare "attività di quadro e di organizzazione".

Per questi ultimi prigionieri, di norma viene applicato lo statuto di detenzione particolare in base al 129a ("partecipazione in un’associazione terroristica"). Ciò significa isolamento singolo con 23 ore in cella ed un’ora d’aria da soli, nessuna partecipazione ad attività collettiva, pesanti restrizioni dei colloqui con vetro divisorio, spogliarsi prima e dopo il colloquio ed estensiva censura della posta. Inoltre i colloqui avvengono solo in lingua turca con traduzione per le guardie-LKA (polizia regionale), 23 ore in cella, ora d’aria da soli.

Oggi nel famigerato braccio di massima sicurezza di Stuttgart-Stammheim si trovano come unici prigionieri politici compagne e compagni curdi del PKK. Le condizioni di detenzione distruttive nel braccio di massima sicurezza vengono così descritte da una compagna curda: "Ogni volta che mi toglievano i vestiti, avevo la sensazione di aver avuto una pallottola in testa. L’intenzione dell’atto era quella di attaccare il mio sapere ed il mio mondo spirituale invece di distruggermi personalmente o fisicamente. Era ancora una volta il desiderio di creare un genere curdo, privo di coscienza e di memoria".

L’arresto di quadri curdi e la repressione a tappeto deve rendere il movimento curdo logoro ed incapace di agire.Il divieto di esistenza del PKK è la persecuzione e criminalizzazione più estesa di una lotta di liberazione nazionale e delle sue principali organizzazioni avvenuto in Germania dagli anni 70 in poi.

Altri prigionieri politici sono compagne e compagni turchi provenienti da Dev Sol Gucler e DHKP-C. Anche per loro di norma vengono applicati i suddetti statuti speciali di detenzione. Sia Dev Sol Gucler che DHKP-C vengono perseguitati dalla pubblica sicurezza come organizzazioni succedute all’organizzazione Devrimci Sol già vietata nel 1984. La repressione nei confronti di questi compagni e compagne è nuovamente aumentata negli ultimi anni. Il motivo sono attacchi loro attribuiti ad istituzioni turche nella RFT, e l’avvenuto scontro politico violento interno all’organizzazione seguito alla spaccatura di Devrimci Sol nel 1993.

Il numero di prigionieri provenienti dalla RAF negli ultimi anni è diminuito. Da quando nel 1992 l’allora ministro di giustizia Kinkel parlava di "riconciliazione" sono successe molte cose. Come tutti sapranno questo discorso non ha condotto alla liberazione di tutti i prigionieri provenienti dalla RAF. Da allora in poi le nostre compagne ed i nostri compagni prigionieri hanno dovuto decidere sempre a livello individuale: dichiarazione di rinuncia alla violenza e liberazione, o aspettare la prossima scadenza di esame della detenzione dopo cinque anni, come ad esempio per Stefan Wischniewski, Christian Klar, Brigitte Mohnhaupt, Heidi Schultz, Rolf Hei¾ler, Helmut Pohl, Birgit Hogefeld, Rolf Clemens Wagner, Sieglinde Hofmann ed Eva Haule che su questa possibilità non possono contare perché per loro la scadenza regolare per l’esame della detenzione dopo 2/3 del periodo di detenzione è ancora lontano. Contro loro tutti, anche se in misura ridotta, vale ancora lo statuto di detenzione particolare del paragrafo 129a. Anche se le condizioni di carcerazione non hanno più la totalità della sorveglianza degli anni 70, funzionano prevalentemente attraverso l’applicazione decennale di diverse modalità della tortura dell’isolamento.

Christian Klar risponde nel maggio 1997 nella sua prima intervista ad un giornale borghese alla domanda sugli effetti di 15 anni di detenzione in isolamento: "Oramai sono arrivato ad un punto che mi mancano le parole adatte per descriverlo. L’isolamento in carcere letteralmente distrugge il prigioniero, lo divide in pezzi. Il calcolo dello stato è che il prigioniero, per anni privo di sostegno, nella sua sofferenza si rivolga finalmente al potere per essere rimesso e curato. Prigionieri politici stanno nel carcere in un doppio senso: primo il carcere si rivolge direttamente contro di loro, in più c’è un aspetto dimostrativo, che lo stato rivolge contro la società".

Questo confronto si svolge tra prigionieri e stato senza interruzioni. Al momento contro questo resta solo quello che i detenuti riescono a mobilitare a partire da se stessi. La sinistra è passiva e disinteressata, una forza sociale per il cambiamento delle condizioni di detenzione e per la liberazione dei prigionieri è inesistente. La spaccatura tra i prigionieri e la RAF fuori a ridotto praticamente a zero le possibilità di azione politica comunque ridotte. La sinistra antagonista dall’ultimo sciopero della fame del collettivo dei prigionieri dal 1989 in poi, non è stata in grado di formulare proposte sostanziali, né una via realisticamente percorribile per la liberazione dei prigionieri politici provenienti dalla RAF. Al momento resta solo la decisione individuale di singoli prigionieri nell’ambito delle loro concrete possibilità a livello giuridico. La "riconciliazione" dell’allora ministro della giustizia Kinkel da allora si è imposta in maniera unilaterale. Realisticamente la situazione attuale deve essere caratterizzata come segue: la libertà dei prigionieri provenienti dalla RAF, essa appare a lungo termine pensabile piuttosto in base ad "atti di grazia" individuali da parte dello stato, che non attraverso un movimento dal basso radicale e sociale. I parenti dei prigionieri politici non rinunciano, anche ex-prigionieri provenienti dalla RAF e resti dei vecchi gruppi di solidarietà cercano tuttora di produrre un pubblico per i prigionieri e dare l’indicazione della necessità della liberazione, ma una imminente libertà delle nostre compagne e dei nostri compagni non è in vista - né così né così!

Inoltre al momento sono in corso le più diverse forme di repressione e persecuzione. Le dichiarazioni della spia dei servizi segreti Kuala Steinmetz, responsabile dell’omicidio di Wolfgang Grams e dell’arresto Birgit Hogefeld (entrambi RAF) nel giugno 1993 a Bad Kleinen, ha condotto a diversi procedimenti di indagine. Di tanto in tanto gente sparisce in carcerazione preventiva, perché durante convocazioni ai tribunali distrettuali non parlano con le autorità inquirenti e perché non vogliono denunciare. Allo stesso modo si verifica questa prassi di ricatto per ottenere dichiarazioni nei confronti del giornale autonomo ed illegale "Radikal".

In collegamento con le indagini per via di AIZ (Aktionen der Antiimperialistischen Zellen - azioni delle cellule antimperialiste) sono in galere alle condizioni del 129a altri due prigionieri, Michael Steinau e Bernhard Falk.Il procedimento nei confronti di Monika Haas per il sequestro nel 1997 dell’aereo Lufthansa Landshut non si è ancora concluso, Souhalia Andrawesh allora membro del commando palestinese è stata estradata a seguito di pressioni dalla Norvegia in Germania ed è già stata condannata.

Inoltre la RFT ha presentato all’Inghilterra due richiesta di estradizione. Vogliono portare qui in tribunale e sommariamente condannare Kani Yilmaz come portavoce europeo dell’ENRK curdo e Roisin Mcalesky come membro dell’IRA.

3.5.97       circolo di iniziativa LIBERTAD!

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