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Rete Nazionale Sprigionare

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Birgit Hogefeld

Il 27 giugno 1993 a Bad Kleinen Birgit Hogefeld viene arrestata ed il suo compagno e convivente Wolfgang Grams viene ucciso dalla GSG 9. Entrambi erano militavano nella RAF. Che la morte di Wolfgang Grams non fosse un suicidio emerge da molti fatti e ragioni, provati da testimoni oculari, dalle perizie e dai modi di procedere tendenziosi dell’ufficio criminale federale. Appare improbabile che le condizioni che condussero alla morte ritornino pubbliche, dato che esiste il "rapporto finale del governo federale sull’azione di polizia di Bad Kleinen" con le spiegazioni del medico legale sulla versione del suicidio. Il ministro federale degli interni Seiters si è dimesso, gli è succeduto Stahl, il procuratore generale federale. "Non passate all’ordine del giorno! Non accettate queste cose!" si appellava la RAF il 6 luglio a "tutte le persone che da questo terrore sono state colpite" - ma ci furono solo reazioni isolate. Birgit Hogefeld si fa viva per la prima volta con una lettera dal carcere all’inizio di luglio. Spiega lo svolgimento dell’arresto ed i suoi sentimenti nei confronti di Wolfgang. » insolito che parli dei suoi sentimenti e dei suoi ricordi di Wolfgang. Fino ad allora prigionieri appartenenti alla RAF non si erano mai espressi così in pubblico. I prigionieri della RAF le rimproverano spoliticizzazione, perdita di contatto con la realtà e sentimentalismo. Si pone nei confronti della sua situazione in modo aggressivo, descrive dal carcere i suoi pensieri. La direzione del carcere e la corte d’appello eseguono anche nei suoi confronti il "programma standard" per i prigionieri politici: isolamento singolo per 23 ore al giorno, censura accentuata su posta e giornali, nessuna copia, colloqui con vetro divisorio, attacchi da parte del personale di sorveglianza e dei poliziotti durante i trasferimenti, convocazione forzata, detenzione singola forzata (bunker). A questo si aggiungono speciali extra: nel giorno del funerale di Wolfgang Grams le mettono un televisore in cella, più tardi ne scrive: "la bara, i suoi genitori, la mia famiglia, vecchi amici - di questa e di altre situazioni sconvolgenti non potevo mai parlare con un altra persona, dovevo sempre vedermela da sola: QUESTO è l’isolamento e proprio questo deve essere." Tutti i processi svolti finora nei confronti di prigionieri appartenenti alla RAF hanno le loro particolarità e le loro situazioni d’eccezione, le loro leggi e tribunali differenziati e adattati alla legalità. Il 15 novembre 1994 a Francoforte inizia il processo contro di lei. I punti dell’accusa si riferiscono ad un’azione della RAF contro la US-Air Base di Francoforte e l’omicidio del GI Pimental nel 1985, l’attacco contro l’attuale presidente della Bundesbank Tietmayer durante il congresso dell’IWF nel 1987, l’esplosione del nuovo edificio carcerario di Weiterstadt nel 1993, l’omicidio e tentativo di omicidio plurimo nei confronti di uomini della GSG 9 durante il suo arresto a Bad Kleinen. Dell’accusa era interessante il fatto che per nessuno dei quattro punti esistevano prove, ma solo indizi costruiti. Per Weiterstadt ad esempio non esistono riferimenti in relazione ad una sua partecipazione e su Bad Kleinen tutte/i sanno che gia nel sottopassaggio ferroviario giaceva a terra sopraffatta prima ancora del primo sparo. La speranza della difesa di Birgit Hogefeld di riportare in discussione l’argomento Bad Kleinen durante il processo e di intraprendere quindi un tentativo di chiarimento su quello che li è realmente successo, viene respinto dal tribunale con la motivazione che per questo processo è rilevante solo quello che è in collegamento con la morte dell’uomo della GSG 9 Newrzella.

Nel luglio 1995 Birgit Hogefeld legge in tribunale una particolareggiata dichiarazione processuale, "perché" dice "questo processo contro di me è l’unico luogo dove mi posso esprimere". Insolito rispetto ai processi precedenti degli anni settanta e ottanta non è solo il linguaggio più comprensibile, ma anche l’ammissione di debolezza, l’introduzione di aspetti soggettivi nella spiegazione della sua politica, che si contrappongono all’immagine di una combattente tutta di un pezzo che da la linea.

Una discussione sulla storia della RAF con altri prigionieri e persone fuori dal carcere, secondo il desiderio dello stato non avrebbe dovuto esserci. Punto chiave dei contenuti della dichiarazione è la discussione dell’omicidio del GI Pimetal. Viene ucciso dalla RAF nel 1985 per avere la sua ID-Card che consente l’ingresso nel territorio della Air Base dove la RAF condusse un’azione con l’uso di esplosivi. Valuta "l’uccisione del GI Pimental come una delle più gravi decisioni sbagliate delle Raff". "Com’è potuto succedere che persone che erano insorte con l’idea di combattere per un mondo migliore si siano allontanati così tanto dai loro ideali?" Ma in cosa consistevano questi ideali? La RAF si vedeva in un rapporto di confronto chiaro con l’imperialismo e lo stato della Germania federale, in questo era contenuta un rifiuto delle condizioni che vi esistevano, quindi in prima istanza veniva formulato un "contro" e non un "a favore di". Ma un analisi aspra della società contro la quale ci si batteva doveva significare automaticamente l’asprezza dei mezzi (azioni militari)? La parola d’ordine "combattere insieme" che allora partiva dalla RAF, aveva uno stretto riferimento a gruppi di guerriglia dell’Europa occidentale con concezioni politiche ristrette. Si trattava del tentativo di costruire in Europa occidentale un movimento per combattere insieme a movimenti di liberazione nei tre continenti. Quindi anche l’attacco all’Air Base rientrava in questo concetto. "La Air Base nella sua funzione di volano della guerra imperialista e centro dei servizi segreti si trova in un confronto immediato con la lotta internazionale di liberazione e l’imperialismo - che è guerra e quindi anche tutti i soldati che vi si trovano". (dalla seconda dichiarazione della RAF del 25 agosto 1985) Nella dichiarazione processuale di Birgit Hogefeld a questo proposito si dice: "Nelle nostre direttive siamo partiti dalla rottura, non solo da quella rispetto al sistema, ma anche nei confronti della società, ... questa è la base a partire dalla quale avevamo perso ogni istanza morale superiore nei confronti della società e della sinistra di fronte alla quale ci saremmo dovuti giustificare per la nostra politica". Nel 1996 dopo due anni di processo, Birgit Hogefeld accentua e concretizza la sua critica nei confronti della lotta armata in relazione all’azione-Air-Base della RAF e l’uccisione di esseri umani constatando che: "da questo punto di vista eravamo molto simili a coloro che combattevamo e probabilmente lo siamo diventati sempre di più.", dalle lotte di gruppi armati o militanti non sono nate mobilitazioni di massa, "queste esperienze sono note e sono sicuramente note anche a coloro che oggi riflettono sulla costruzione di gruppo militanti e/o armati. Cosa quindi riporta sempre persone o piccoli gruppi a queste forme di azione, delle quali potrebbero per lo meno sapere che alla luce dell’attuale realtà della società, quindi del fatto che la maggioranza della popolazione di questo Paese si trova anni luce da qualsiasi tipo di pensiero [avanzato o qualcosa di simile, illeggibile nella versione a nostra disposizione] e che praticamente non esiste una sinistra organizzata, nessuna funzione che può essere concretamente diretta verso una vera trasformazione." Una discussione su questi ed altri punti chiave, contenuti nelle dichiarazioni al processo, lettere e testi, è iniziata in maniera sommessa e richiede che tutti coloro che hanno ed hanno avuto un ruolo, ma anche tutti gli altri esponenti della sinistra, vi prendano parte per non ripetere errori e per non lasciare che una storia che contiene una continuità di 25 anni di lotta armata nella Germania Federale venga falsificata. Anche Birgit Hogefeld si schiera per questa Storia della RAF.

Questo testo è stato reso attuale e pubblicato per la prima volta nella a.n.y.p. - Zeitung f¸r zehn Jahre numero 7 (1995/96)

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