10,100,1000 R.U.K.O.L.A. !! |
Grazie. Innanzitutto grazie. Noi di Rukola dobbiamo dei ringraziamenti a tanti di voi, ai nostri lettori. Il crescendo di collaboratori, diffusori, di vendite (300 copie dell’ultimo numero solo in un mese!) costituiscono decisamente un successo per un piccolo giornalino foggiano privo di mezzi economici e di appoggi istituzionali, forte solo dell’entusiasmo di essere una FAN-ZINE AUTOPRODOTTA, uno strumento di alcuni fans innamorati del “movimento dei movimenti”, di quell’insieme di sogni, passioni, amori, sofferenze e speranze che vivono nella gioiosa opposizione globale al mostro neoliberista e alla globalizzazione dello sfruttamento. Vogliamo anche ringraziare quei tanti che
personalmente o “virtualmente” ci hanno incoraggiato, spinto a
superare le difficoltà. Nella consapevolezza che si può e assolutamente si
deve fare di più, continueremo nei nostri progetti di controinformazione,
di apertura di spazi di democrazia partecipativa e di lotta contro le
logiche del profitto e del dominio. Per il momento vi annunciamo una novità: da questo
numero in poi, al di là di chi vorrà comunque continuare a firmarsi
singolarmente, i pezzi saranno tutti sottoscritti collettivamente
R.U.K.O.L.A., che diventa una sigla per Risorse Umane Kontro
Ogni Logica Alienante!! Questo non solo perché i pezzi sono comunque frutto di discussione e di rielaborazione collettiva o perché ci piace unire sovversione e divertimento… c’è anche questo, ma anche e soprattutto dell’altro: R.U.K.O.L.A. diventa una sigla che esprime la nostra tensione politica, il nostro rivolgerci ai desideri e alle libertà contro tutti i feticci ( Dio-Patria-Famiglia, Stato, Partito, Razza, Civiltà, Lavoro, Produzione, Consumo, ecc) che ci opprimono rendendoci “cose”, oggetti, imbecilli, inerti automi pronti ad accettare la guerra perché “umanitaria”, il terrorismo perché “è una operazione di polizia internazionale”, il razzismo perché siamo “superiori”, la disoccupazione e lo sfruttamento perché “i mercati sono inquieti”, gli organismi geneticamente modificati perché “la scienza è la Scienza”, l’abbrutimento delle relazioni umane perché “quello mi vuole fregare”. Ma c’è ancora di più.
Noi vogliamo aprirci, non ci deve essere da una parte la redazione e
dall’altra i lettori, noi pensiamo che chiunque voglia lottare per un
mondo più giusto può essere una R.U.K.O.L.A.!! Al di là e contro
organizzazioni gerarchiche, deleghe, ecc, inventarsi un nome multiplo vuol
dire creare un nome adottabile da CHIUNQUE, SENZA ALCUN COPYRIGHT; la
creazione di uno spazio vuoto che può TRASFORMARSI IN UNA FORZA PIENA DI
SIGNIFICATO QUANDO DIVENTA SINONIMO DI UNA PRASSI DETERMINATA E
RICONOSCIUTA; un modo di fare che non è “mio”, “tuo” o di
“quelli lì”, ma che può essere uno strumento per tutti quelli che
non hanno voce e vogliono gridare, che per il sistema non sono
“nessuno” ma che possono alimentare il mistero, il mito e l’azione
di un nome gioioso e sovversivo. Si tratta, in altre parole, di
smascherare il rapporto tra individuo e collettività nella cultura e
nelle società oppressive: non esiste, come proclama la propaganda
neoliberista, l’individuo da una parte e dall’altra la società come
campo di conquista dove i più “dotati” è giusto che comandino.
L’identità individuale è sempre immersa nelle pratiche collettive in
cui ciascuno vive e che la determinano continuamente. Il punto è che
possibilità hanno le individualità di influenzare, determinare,
trasformare le decisioni collettive, quelle che ricadono sulla vita di
tutti. Nel mondo in cui viviamo solo pochi hanno questa “libertà” a
sua volta sempre più perversa e contorta dall’insieme di burocrazie,
polizie, eserciti, apparati della menzogna e dell’instupidimento e
quant’altro devono metterete in campo per mantenere “buoni” gli
esclusi, viceversa costretti a subire, a volte rassegnati, a volte quasi
soddisfatti perché “c’è chi sta peggio”. Noi vogliamo batterci per un mondo dove non ci siano “poteri forti”, dove l’individualità, la diversità, la “ricchezza” di ciascuno possano contribuire a determinare la vita collettiva: se la parola non fosse stata uccisa dai burocrati di partito lo chiameremmo comunismo, se la parola non fosse violentata ogni giorno sulla bocca di speculatori, profittatori e assassini la chiameremmo democrazia. R.U.K.O.L.A. 1 |
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