NO ALLA GUERRA INFINITA DI BUSH,                                             

 SI ALL'ESTENSIONE DEI DIRITTI PER TUTTE/I

 

Questo è un l' Maggio insanguinato dalla guerra imperialista del crociato Bush - che dopo aver ucciso migliaia di civili, distrutto infrastrutture, affamato ed assetato un intero popolo- si candida alla "ricostruzione" dell'Iraq, attraverso la privatizzazione dei petrolio e delle sue ricchezze, l'installazione di basi militari yankee, l'insediamento di un governo di occupazione made in USA.

La guerra infinita di Bush non si ferma, già sono nel suo mirino Sida ed Iran, mentre si delinea un riassetto di tutto il Medioriente sotto lo stretto controllo statunitense-israeliano, in cui i palestinesi siano segregati in una sorta di riserva indiana.

Il governo Bedusconi -con la complicità della maggioranza dei centrosinistra- partecipa all'osceno banchetto degli appalti della ricostruzione irakena, inviando, con la scusa degli aiuti umanitari, 3.000 militari in Iraq.

Il l' Maggio è la giomata dei lavoratori e delle lavoratrici di tutto il mondo ed ha a fondamento i valori di libertà, eguaglianza, giustizia sociale, solidarietà ed autodeterminazione dei popoli, dei rifiuto dello sfruttamento, dei capitalismo, della guerra.

Perciò il sindacalismo di base ed autorganizzato richiede a gran voce il ritiro delle truppe angloamericane dail'Iraq, la libertà e l'autodeterminazione del popolo irakeno, cui vanno inviati aiuti umani che non siano copertura ad ulteriori interventi militari.  Un 1 " Maggio, quindi, di lotta contro la guerra militare, ma anche contro la guerra sociale intema portata avanti dal governa Bedusconi contro lavoratori e lavoratrici.

 

Ci voglíono tuttíle sempre più precari e senza diritti!

 

Il governo di centrodestra approfitta dei clima di guerra per accelerare il suo progetto di restaurazione sociale e di esaltazione dei profitto.

Il varo della legge 848 spinge verso la definitiva precarizzazione dei mercato dei lavoro.

La 'riforma' Moratti vuole sancire il trionfo della scuola-azienda e della privatizzazione.  Gìà si profilano nettamente i pericoli di un altro imminente attacco alle pensioni pubbliche.

Il tutto mentre i salari non riescono neanche a tener dietro alla crescita dell'inflazione.

 

Ma in questi anni i lavoratori hanno espresso il rifiuto di precarizzazione e privatizzazioni. Si tratta di lottare non solo er difendere ma anche per estendere i diritti.

Il referendum sull'art. 18 per l'estensione ai lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti dei principio della giusta causa per i licenziamenti, è un fondamentale strumento di lotta per conquistare per milioni di lavoratoriltdci nuovi diritti, sottraendoli al ricatto padronale.

La vittoria dei Si' può infliggere un duro colpo al governo Bedusconi e al padronato, nonché a quelle forze del centrosinistra e sindacali più attente alle sorti dei profitti aziendali che ai diritti di lavoratori e lavoratrici.

La vittoria dei SI' al rferendum il 15 giugno sull'estensione dell'art. 18 può rafforzare la lotta per l'affermazìone dei diritti di tutti quei lavoratori in nero, co. co. co., interinali, etc... che rappresentano gran parte dell'attuale forza lavoro giovanile e non solo.

 

Oggi abbiamo un'opportunítà per vincere,

non sprechiamola!

VOTIAMO SI'AL REFERENDUM

SULL'ART. 18

 

RICEVIAMO

DAI  COBAS

 

back