CENTRI SOCIALI |
In questa città si sente parlare spesso di centri sociali, ma si sa di cosa si sta parlando? Iniziamo con il mettere a fuoco cosa sono i centri sociali. I centri sociali hanno avuto il loro boom negli anni ottanta. Nacquero dall’esigenza di vasti settori dell’antagonismo diffuso di socializzare, di avere uno spazio in cui esprimersi, di scambiarsi esperienze e modelli comportamentali differenti aprendo il dibattito anche su modelli societari futuri. A tutto questo Foggia non è sfuggita. Non intendiamo fare ora al storia delle vicissitudini della “Discarica”, riservandoci questa incombenza ad un successivo momento. Ora vogliamo incentrare l’attenzione su come vediamo i centri sociali. Innanzi tutto, i centri sociali sono un luogo di frontiera che cozzano con le contraddizioni espresse dal modello sociale in cui viviamo e si scontrano con le macroscopiche ingiustizie e gli efferati abusi perpetrati da un modello di sviluppo basato su disuguaglianze sempre più marcate e profonde. I centri sociali traggono linfa vitale da un idea alternativa del territorio e della sua fruizione e si pongono come luoghi di aggregazione politica avulsi da ogni logica partitica, capaci di proporre e praticare, ovviamente con i dovuti limiti, alternative credibili. Quello che più sorprende e infastidisce i potenti è la capacità di costruire identità ed aggregazione al di fuori delle forme codificate di appartenenza. In questi luoghi il teatro, le arti visive, la poesia, la musica acquistano un valore di godimento slegato dal mercato. I centri sociali sono anche laboratori in cui sperimentano, praticandoli, modelli sociali alternativi e forme di socializzazione differenti da quelli proposti dai mass-media e dai guru in doppiopetto. Laboratori che mischiano alla vita corrente con le sue contraddizioni e i suoi conflitti. I frequentatori del centro sociale lo fanno proprio, lo curano, lo difendono, lo vivono. Alcuni concepiscono i centri sociali come delle isole felici, ma è un errore smentito dai fatti. Infatti i centri sociali sono strettamente collegati col territorio ed assumono un ruolo propulsivo rispetto alle iniziative politiche. La realtà che non va giù ai professionisti della politica, di destra e di pseudo-sinistra, e che i C.S. sono frequentati e gestiti da menti libere e non assoggettabili che rivendicano l’autonomia dei propri percorsi e sviluppano relazioni non mercantili ma radicalmente democratiche. Quanto scritto finora non è certo esauriente come spiegazione di cosa sia un C.S.. Noi di Ya Basta crediamo che sia comunque necessario aprire una nuova fase in questa città, allargando la discussione nella società civile ed aprendo un canale tra società e politica. Crediamo che sia importante riproporre una discussione sul fare un C.S. in cui si cerchi di attuare subito una società nuova. Quindi fare società, dare vita ai sogni, aprire spazi di confronto, di impegno, di passione. All’ingresso di un C.S. vi era unaq scritta che diceva: “per conquistare il futuro bisogna prima sognarlo”. Noi sogniamo molto; altrettanto speriamo voi. Ya Basta Foggia
|