due pesi due misure

Dai tempi di Reagan il governo degli Usa ha coniato una nuova locuzione per definire i suoi nemici: “rogue state”, stato fuorilegge. Applicato alla lettera questa espressione dovrebbe indicare quegli stati che violano le regole del diritto internazionale; tali norme, dopo la seconda guerra mondiale, sono codificate nella Carta dell’ONU, nelle sentenze della Corte internazionale di giustizia e in molteplici convenzioni e trattati. Nella propaganda statunitense e imperiale, l’esercito Usa e la NATO sono i “gendarmi del mondo” disponibili a mostrare i muscoli ogni qualvolta tali norme vengono violate. La realtà è ben diversa: gli Usa (e i suoi alleati più stretti come Israele) hanno violato più volte esplicite risoluzioni dell’ONU e hanno usato il loro diritto di veto contro le decisioni della assemblea delle Nazioni Unite tutte le volte che questa poneva in questione la loro egemonia e sottoponeva a giudizio il loro operato, tantissime volte fatto di crimini e violazioni dei diritti internazionali, civili, politici e umani. Storia e dati alla mano gli Usa sono il primo stato fuorilegge del mondo!

 La documentazione in proposito è amplissima, ma a causa della censura e della servitù dei media più potenti, è di difficile accesso al grande pubblico. Per dovere di controinformazione pubblichiamo qui di seguito alcuni dati e un po’ di controstoria ( in verità pochissimo, ma il nostro spazio è quello che è, e riprenderemo l’argomento nei prossimi numeri), che possa aiutare a capire perché nel Sud del mondo c’è tanto odio nei confronti dei governi dei paesi più ricchi e in particolar modo nei confronti degli Usa. Questo come contributo per chi vuole capire i perché degli avvenimenti, per chi non si accontenta di essere un automa oggi chiamato ad “essere vigile” e ad affrontare una “guerra permanente”, per chi sente che chi governa il mondo non è migliore dei Bin Laden di turno e che bisogna comprendere per poter “cambiare lo stato di cose presente”… in che direzione? Noi abbiamo deciso di impegnarci in favore della giustizia sociale, della democrazia partecipativa, della ridistribuzione della ricchezza, della fine delle frontiere, della solidarietà, dell’autogestione, della lotta al neoliberismo… in poche parole vogliamo coltivare le speranze e i sogni che hanno animato e animano quel variegato e popolo che a luglio ha contestato il G8 di Genova.

 -                     Nel 1990 gli Usa invadono Panama (2000 civili morti nei bombardamenti) e si ritirano dopo

 aver instaurato un governo fantoccio. L’invasione provoca proteste in tutto il mondo e due risoluzioni dell’assemblea generale dell’ONU in cui si condannava “la evidente violazione di Washington delle leggi internazionali, della sovranità e della integrità territoriale degli stati”, esigendo il ritiro delle forze armate statunitensi che avevano invaso Panama”. Gli Usa fecero valere il loro diritto di veto. 

-   Nel 1990, pochi mesi dopo l'invasione USA di Panama, l'occupazione del Kuwait da parte del figlioccio rinnegato Saddam Hussein ( a cui per anni si era dato di tutto, comprese armi chimiche) fu considerata un atto gravissimo contro la "democrazia", benché in Kuwait di quest'ultima non vi fosse traccia. Di contro, c'era un bel po' di petrolio. Contro l'Iraq fu scatenata una grande offensiva militare che costò la vita a 200.000 civili. Durante quell'"operazione di polizia internazionale" si sperimentarono i proiettili all'uranio impoverito, più tardi usati anche in Jugoslavia. Centinaia di generazioni future continueranno a subire le conseguenze di questa follia. Dalla fine della guerra, l'embargo imposto dagli USA, i continui bombardamenti anglo-americani nelle no-fly zones e la contaminazione dell'ambiente hanno provocato un numero incalcolabile di decessi. Nel Marzo 1999 una delegazione di sette Premi Nobel per la Pace visitò l'Irak. Ecco un estratto del loro resoconto: “Le esistenze di ventitrè milioni di cittadini iracheni sono state devastate dalla guerra del golfo, dalle sanzioni economiche di USA e ONU e dai continui bombardamenti USA/UK nelle "no-fly zones" settentrionali e meridionali. Tutto va in rovina: l'economia, le infrastrutture, il morale, la sanità, l'istruzione, la difesa militare e le telecomunicazioni. Secondo l'UNICEF oltre un milione di civili iracheni sono morti da quando sono state imposte le sanzioni nell'agosto 1990, e ogni mese muoiono 6000 bambini a causa della malnutrizione e di epidemie prevenibili. Oltre un milione di bambini sotto i cinque anni sono denutriti. L'acqua è talmente contaminata che i contagi non si fermano mai. Qualunque rimedio medico è reso inutile dalla contaminazione”.

 -                     Nel 1978 e nel 1982 Israele, con l'appoggio incondizionato da parte degli Stati Uniti, invase prima il Sud del Libano poi l'intero paese, bombardò la capitale Beirut, uccise ventimila persone di cui l'80% civili, distrusse gli ospedali, praticò sistematicamente la tortura and so on. Sono accertate le responsabilità israeliane (in particolare del primo ministro Menahem Begin e del ministro della difesa Ariel Sharon) nelle ecatombi nei campi palestinesi di Sabra e Chatila, 15-18 settembre 1982: i miliziani falangisti controllati da Israele massacrarono metodicamente più di duemila civili, tra cui donne, vecchi e bambini. Sharon si giustificò parlando di "duemila terroristi". Oggi vediamo all'opera la stessa logica da pogrom, ma su scala globale. La Risoluzione 425 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (marzo 1978) intimava a Israele di ritirarsi dal Libano immediatamente e senza condizioni. Israele la ignorò, come ignorò due successive risoluzioni dall'identico contenuto.

L'occupazione del Sud del Libano è durata ventidue anni, finché le difficoltà del governo Barak e - soprattutto - la resistenza degli Hezbollah non hanno causato il ritiro delle truppe israeliane. Poi ci si sorprende della facilità con cui gli estremisti islamici fanno proseliti.

 -         Qualche mese fa (marzo 2001) ha fatto scalpore la distruzione, da parte del regime dei Taliban afghani, delle due antiche statue di Buddha di Bamiyan (III°-V° secolo a.C.). Si è parlato di un attentato alla storia e alla cultura, ma quando gli USA bombardarono le vestigia di una civiltà millenaria, si lamentò solo un pugno di archeologi. Ecco l'opinione di Giovanni Pettinato, professore ordinario di assiriologia all'università La Sapienza di Roma e direttore della rivista Oriens Antiquus: “Gli statunitensi hanno battezzato la loro operazione Desert Storm. Ma altro che deserto! In Iraq ci sono oltre 10 mila siti archeologici, perlopiù ancora da scavare. La ziggurat di Ur porta i segni degli spari. Le voragini aperte dai missili hanno fatto affiorare quasi ovunque statue o tavolette. I clandestini vi si sono subito tuffati. Ma un censimento completo dei danni non è mai stato effettuato.”

  -         Nell'agosto 1998, in pieno "Sexgate", Bill Clinton fece bombardare il Sudan con decine di missili da crociera Tomahawk, mossa di dubbia legittimità costituzionale. Il principale bersaglio era un impianto farmaceutico. Secondo gli USA era di proprietà di Osama Bin Laden, e in realtà produceva armi chimiche. Secondo altre versioni, era proprio un impianto farmaceutico, e conteneva una buona metà delle scorte di medicinali dello stato africano. Si contarono decine di morti e feriti. Tutti civili. Molti governi protestarono. L'ONU avviò un'inchiesta, che gli Stati Uniti riuscirono a bloccare. Chi se ne ricorda più?

 -                    Nella primavera 1999 la NATO combattè contro la Jugoslavia una guerra vigliacca fatta senza mai toccare il suolo, troppo in alto per le contraeree, con nessun rischio da parte di chi attaccava. Come già in Iraq, si registrarono "danni collaterali", morti di civili colpiti nelle case o sui mezzi di trasporto ( negati fino a quando l’evidenza non è stata inoppugnabile), e contaminazioni ambientali come risultato del bombardamento di impianti chimici, farmaceutici etc. In quell'occasione fu coniato l'orrido ossimoro "guerra umanitaria". Il labile pretesto era la "pulizia etnica" in corso nella regione del Kosovo, con la minoranza serba intenta a perseguitare e uccidere la maggioranza albanese. Il numero delle vittime fu gonfiato fino all'inverosimile. Le scaramucce tra le due etnie erano veramente poca cosa a paragone, per esempio, del secolare sterminio del popolo kurdo attuato dalla Turchia (alleato degli USA). Inoltre, la NATO sostenne l'UCK, formazione nazionalista compromessa con la mafia albanese, coinvolta nel traffico d'armi e droga e zelante nella persecuzione della minoranza serba.

 -         Molti sanno delle atrocità commesse dagli Usa in Vietnam, Laos e Cambogia: dei massacri di massa, dei bombardamenti a tappeto al napalm, delle mine antiuomo a milioni che ancora fanno vittime. Pochi però sanno dell’utilizzo americano di armi chimiche. Aimon Kapeliouk, giornalista israeliano, ha riferito del suo viaggio in Vietnam nel 1988: dove aveva verificato come “milioni di vietnamiti ancora soffrono per gli effetti della guerra chimica americana”, citando stime per 250000 vittime e descrivendo scene “terrificanti” negli ospedali, dove “i bambini morivano di cancro e soffrivano di malattie congenite”.

 -         Nel 1986 la Corte mondiale condannò gli Usa per “illegittimo uso della forza” contro il Nicaragua, esigendone la cessazione e il pagamento di ingenti risarcimenti e dichiarando gli aiuti americani ai Contras, aiuti “di tipo militare” e non “umanitario”. La sentenza fu considerata non adatta alla pubblicazione negli Usa e ignorata. Il congresso statunitense, controllato dai democratici, stanziò immediatamente nuovi fondi per accrescere l’uso della forza: Washington pose il veto ad una risoluzione del consiglio di sicurezza dell’ONU in proposito.

 -                    Nel 1975 l’Indonesia invase Timor Est, il consiglio delle Nazioni Unite le ordinò immediatamente il ritiro, ma inutilmente. Il perché è spiegato da D. N. Moynihan, all’epoca ambasciatore Usa all’ONU, nelle sue memorie del 1978: “Gli USA auspicavano che le cose restassero com’erano e si adoperavano in tal senso. Il Dipartimento di stato si augurava che l’ONU si dimostrasse totalmente inefficace…”. Due mesi dopo l’invasione si contano almeno 60000 morti; la cifra giunse a 200000 in pochi anni grazie all’appoggio statunitense e britannico. L’appoggio continuò anche nel 1999, quando le forze speciali del Kopassus, armate e addestrate dagli USA, hanno organizzato nel periodo gennaio-agosto 1999, l’operazione “Clean Sweep”, uccidendo dalle tremila alle cinquemila persone, cacciandone 750000 e distruggendo di fatto il paese. Per tutto questo tempo, l’amministrazione Clinton ha mantenuto la seguente posizione: “la responsabilità è del governo indonesiano e non è nostra intenzione sottrargliela”. Gli Usa avevano già appoggiato il corrotto e sanguinario Suharto nel 1965 quando ordinò il massacro di centinaia di migliaia di indonesiani sospetti di simpatie di sinistra ( una delle peggiori violazioni dei diritti umani dimenticata dalla storia).

 Come abbiamo suddetto oltre a questi episodi ve ne sono tantissimi altri, non solo ma il governo degli Usa, e dei paesi più ricchi in genere, sono i vassalli del nascente Impero, cioè dell’ordine politico-giuridico che le grandi aziende multinazionali stanno costruendo per governare e spartirsi il mercato “globalizzato”. Quel mercato neoliberista che è direttamente responsabile della privazione delle risorse, dell’indebitamento e dell’impoverimento di quattro miliardi di esseri umani: cioè di quella massa di diseredati che sono il bacino dove, per le condizioni materiali causate dal sistema di dominio occidentale, possono attecchire tutte le forme di terrorismo, fanatismo e integralismo.

Le fonti principali dei dati riportati sono dovute ai lavori di Noam Chomsky, uno dei più grandi linguisti vivente e intellettuale critico. Tra le sue opere tradotte in italiano, all’interno delle quali vi sono mille altre fonti e riferimenti, citiamo Egemonia americana e stati fuorilegge (2000), Sulla nostra pelle (1999) , Il nuovo militarismo umanitario (2000).

 

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