Federico II |
Federico II di Svevia nacque a Iesi (Ancona) nel
1194… no… non vi preoccupate, non vi parleremo del famoso imperatore
che tanto amava la nostra terra, purtroppo la cronaca ci spinge molto più
in basso, in vicende assai squallide. Vi parleremo di una fantomatica compagnia aerea
foggiana che il nostro beneamato sindaco, On. Paolo Agostinacchio, detto
Paoluccio il costruttore per la sua mania di cementificare qualsiasi cosa,
e la sua giunta ha “regalato” alla nostra città… bè regalato…
non esageriamo: la compagnia aerea “Federico II Airways” è stata
pagata con i soldi pubblici (leggi NOSTRI) del Comune di Foggia e
delle aziende municipalizzate (Ataf, Amgas e Amica) per un totale di oltre
10 miliardi di lire. Il motivo… bè quello ufficiale recita più o meno
così: “La compagnia aerea pubblica permetterà un grande slancio
economico-commerciale di tutta la Daunia e si coordinerà con il contratto
d’area di Manfredonia favorendo lo sviluppo e l’occupazione”. Quindi
per l’emergenza acqua… Dio pensa, per le periferie non ci sono soldi,
per l’occupazione solo cooperative di “amici degli amici”, il verde
cittadino? No è un colore che non dona… meglio costruire anche su Parco
San Felice… nella classifica per la qualità della vita delle città
italiane sempre nelle ultime posizioni… ma adesso abbiamo una compagnia
aerea!!!! A quasi quattro anni dalla nascita di cotanto
prodigio facciamo un po’ il punto della situazione: -
Ad oggi
la “Federico II Airways” ha accumulato un debito di circa 30 miliardi
di lire: trattandosi di azienda pubblica possiamo affermare che ogni
cittadino foggiano è indebitato per quasi 200.000 lire!! -
Non vi
è stato nessun concreto “slancio economico”. -
Sono
aumentate le tasse relative ai rifiuti e i biglietti delle linee urbane. Dunque, anche tralasciando i guasti ripetuti dei
mitici aerei Dornier 328, l’unica parola che può descrivere la
situazione è FALLIMENTO. Tutto questi soldi sono stati presi dai cittadini
foggiani grazie alla splendida visione di sviluppo dei nostri
amministratori. Come abbiamo suddetto, la Federico II, stando a quanto
detto dai fautori di questo enorme flop, deve servire a creare
collegamenti per “far decollare” l’industria legata al contratto
d’area e non, rilanciando l’economia territoriale. Ma, al di là del
fallimento di questo stesso progetto, qui è necessario porsi una domanda:
quale tipo di sviluppo? Il contratto d’area serve? Ci serve dopo la
chiusura dell’ENICHEM ricreare tante piccole Enichem? Già ci sono pesanti denunce delle associazioni
ambientaliste per la già famosa vetreria di Manfredonia e per il deposito
di gpl a ridosso di un area protetta. Noi antiliberisti crediamo che
bisogna smetterla con l’ideologia dell’industrializzazione del sud per
risolvere i famosi mali atavici. Noi crediamo che bisogna iniziare a
bloccare la produzione sugli standard attuali rendendo subito le
industrie presenti ecologicamente accettabili (basta con la distruzione
dei nostri territori e le decine e decine di morti per cancro e leucemia).
Bloccare la produzione se non si vuole il collasso di un ecosistema già
durissimamente colpito e assetato. Ritornando alla Federico II:
il problema degli investimenti a livello comunale, provinciale, ecc è
innanzitutto un problema di democrazia. Chi decide gli investimenti di un
territorio non può farlo come se l’ente pubblico sia una sua azienda
privata con padrone la figura del sindaco e i vari assessori esponenti di
un proprio consiglio di amministrazione. Con questo intendiamo dire
che l’attuale modello di “democrazia” non è il nostro modello.
L’essenza della democrazia è nei diritti e nelle libertà di ciascuno
che devono essere effettive e
non solo sulla carta. L’essenza della democrazia non sono “le
elezioni” e poi comanda il burocrate che ha vinto e chi si è visto si
è visto; la democrazia deve essere partecipazione dal basso, crescita
culturale, dibattito, conflitto, allargamento il più possibile della
sfera di coloro che possono “contare”, dire la loro, decidere.
Intendiamo dire che prima di prendere decisioni che investono
economicamente, ambientalmente e socialmente una intera comunità, si deve
avviare delle consultazioni dal basso tramite le circoscrizioni, le
associazioni, le scuole, ecc. Si deve portare a conoscenza della comunità
i programmi che i rappresentanti comunali hanno intenzione di attuare
nella città annualmente. Bisogna iniziare a decentrare il potere
economico affinché le circoscrizioni siano luoghi dove si sentano
realmente le esigenze dei quartieri, dove si possano elaborare
progetti legati a dei reali bisogni. Bisogna contrastare sia il
centralismo statalista dei disservizi e della corruzione sia il
“federalismo” xenofobo e razzista della Lega nord e iniziare a
immaginare e praticare un municipalismo solidale, come già sta avvenendo
in altre parti del mondo (un esempio per tutti: Porto Alegre). R.U.K.O.L.A. 4
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