La Guerra costituente

 

L’Italia è in guerra. E in guerra e ci resterà sicuramente per tutto il tempo che l’Impero lo vorrà. Come tutte le guerre anche questa viene spacciata per una guerra del bene sul male, per portare la civiltà a tutto un popolo, per le donne, ecc… Anche questa volta la “sinistra di governo” ha votato a favore dell’intervento armato, anche se hanno posto dei distinguo, delle ragioni “umanitarie”, delle ragioni diverse, delle ragioni loro…

Dall’altra parte anche questa volta il movimento è stato presente: mille cortei, presidi, sit-in, la straordinaria manifestazione di Roma del 10 novembre, dove più di 150000 persone hanno sfilato contro l’intervento della NATO ridicolizzando l’ “USA day” del governo Berlusconi…

Dall’altra parte noi… i “no global”, noi gli autonomi, noi uomini e donne liberi, noi gay e lesbiche, noi… i “non violenti”, noi i disobbedienti, noi i “cattivi”, o come cavolo ci vogliono chiamare, diciamo chiaramente che oltre a essere  contro la guerra in Afghanistan o nei Balcani , siamo contro lo stato di cose presenti che ha inventato, finanziato, addestrato i Talebani e li ha messi a governare in Afghanistan e adesso ci metterà i signori della guerra dell’Alleanza del nord, molti dei quali sono dei criminali di guerra: stupri di massa, massacri, ecc… lo stato di cose presente che ha creato Saddam Hussein, i Contras in Nicaragua, che sponsorizza il massacro del popolo palestinese, kurdo, ceceno, irakeno, ecc,  lo stato di cose che ha massacrato centinaia di persone con le stragi: Milano, Brescia, Bologna, Italicus, ecc, senza mai sapere i mandanti se non che sono apparati “deviati”dello Stato, quel potere che assolve insabbia e condanna a proprio piacere… Altro che “libertà duratura”!…

…Per noi la “guerra permanente” proclamata dall’Impero contro l’umanità è frutto di sete di potere, di egemonia, di conquista di mercati, di controllo sulle vie del petrolio, è sete di Impero… di quell’Impero che si sta costruendo come espressione giuridico-politica del potere delle grandi aziende multinazionali per spartirsi e governare il mercato globalizzato… quell’Impero che negli ultimi anni ha visto crescere contro di lui un nemico mortale: un movimento vasto, orizzontale, plurale, mondiale che ha messo in discussione la legittimità dell’ideologia e delle centrali imperiali: Organizzazione Mondiale del Commercio, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, che ha contrastato le politiche neoliberiste, quelle politiche che impoveriscono milioni di persone in tutto il mondo,  un movimento che ha avuto la capacità di uscire dalle strettoie ideologiche e identitarie del passato per parlare ai più diversi settori sociali e  politici, che sta dimostrando che la politica non è solo una partita a risiko o a monopoli tra di loro, ma che gli oppressi di tutto il mondo possono avere voce, possono lottare per “la dignità, la libertà e la giustizia”, come ci hanno insegnato i fratelli e le sorelle zapatiste. Di fronte alla rivolta crescente l’Impero ha scelto, se alcuni sistemi per mantenere e sviluppare del dominio vengono mess i in crisi, allora bisogna trovarne degli altri: la guerra, una guerra costituente, non una guerra come incidente di percorso, ma una “guerra permanente” che deve aprire una nuova fase, capace cioè di portare avanti il processo di globalizzazione dei mercati, di svilimento del ruolo degli stati nazionali, di cancellazione di diritti e libertà, di reprimere e schiacciare qualsiasi voce critica.

Oggi è assolutamente necessario opporsi al militarismo e lottare per la pace.

Il militarismo è elemento fondante dell'ordine patriarcale che permea di sé ogni espressione della società e delle sue relazioni. Iniziamo a immaginare una società senza armi, senza eserciti,  senza gerarchie.

Bisogna lottare per la pace, ma non per una pace generica: vogliamo lo mantellamento degli eserciti, l’abbattimento dei confini per le persone, la chiusura delle fabbriche belliche, vogliamo creare i presupposti affinché non ci siano più guerre. Vogliamo che le tecnologie non siano al servizio delle lobby di potere (i 40 mila a Napoli  del 17 marzo 2001!) e dell’industria bellica ma che sia al servizio di tutti affinché ci si liberi una volta per tutte dalla logica del lavoro salariato, del lavoro che costruisce morte, i cui ritmi, tempi, sviluppi, risultati sono sempre in mano a qualcun altro.
Quando i noti guerrafondai ci chiedono “E voi cosa avreste fatto?” Gli ricordiamo, che noi indio delle selve metropolitane eravamo a fianco degli indio dei Balcani  e subivamo le bombe dell’Impero, in Chiapas  eravamo in marcia con gli indio zapatisti che abbiamo accompagnato nel parlamento del Messico, come ogni hanno siamo presenti a  fianco degli indio kurdi a festeggiare le feste di rivolta del capodanno. Noi indio, crediamo nella disobbedienza civile e sociale, nel dialogo e se necessario nel mettere i nostri corpi in gioco per  combattere il potere e per generare libertà.
L’impero crede nelle bombe e nella distruzione per risolvere i conflitti di cui è la causa fondante.
Noi indio  crediamo  che  bisogna  distruggere  ciò  che
genera i conflitti. L’impero può essere certo di  una cosa,  noi indio  continueremo ad essere il suo incubo peggiore.

 Dalla selva dauna           R.U.K.O.L.A. 4

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