THE CITY IS THE HOME italian vers english vers
"House sweet home", Galleria
Ventisette, Milano 2000.
projekt: francesca
iovino valerio bindi cecilia de biase
Autore: francesca iovino
Cittā, spazio urbano. Confini, limiti, mura. Il centro storico, i quartieri confinanti, la periferia. E ancora zona esterna, hinterland, banlieue, sobborghi, borgate. Nella cittā si risiede, ci si sposta, la si attraversa. La cittā si abita. Il movimento č l'abitare: il sistema dei percorsi, degli spostamenti definisce la forma e i confini del risiedere. Soste predeterminate, itinerari previsti e tragitti casuali, derive e attraversamenti abituali: qui vivo lavoro risiedo e mi muovo.
House/home - abitazione/casa. Semplice riparo o 'recinto' coperto. E per questi una serie di variabili, di tipologie differenti, di optionals. L'abitazione come bene primario. La casa come aspirazione o come benessere. Il riparo, il tetto, le quattro mura come necessitā e come ricerca assidua. Edifici residenziali che si susseguono, continui, costanti, dal centro alla periferia. Questa č la cittā. Case di proprietā, in affitto, in subaffitto. Case sfitte occupate autocostruite autoristrutturate reinventate. 'La casa č un diritto', difficilmente esaudito.
Io abito dove vivo lavoro mi muovo. Io abito dove posso dove sono costretto a stare dove ho costruito il mio riparo. Io abito per le strade tra le stanze del mio appartamento. Io abito al coperto. Io abito in spostamenti continui, io abito stanziale. L'abitazione č il mio appartamento la mia unica camera il posto che ho occupato e quello che mi hanno assegnato. L'abitazione č quel che mi manca sono le diverse che affitto e tutte quelle che restano vuote. La casa č il diritto negato, il lusso desiderato e a volte raggiunto. La casa č il luogo che ho realizzato per me, č l'ambiente a mia misura. La casa č la mia idea di casa ma anche il mio spazio di movimento. E' la rete dei miei spostamenti. Il luogo dove rintanarsi e il territorio da attraversare. La cittā č la mia casa.
Town, urban space. Borders, limits, walls. The historical centre, the bordering neighbourhoods, the outskirts. And still, outer zone, hinterland, banlieue, suburbs,ghettoes. One resides in the city, moves about it, crosses it. One dwells the city. The movement is the dwelling: the complex of the paths, of the shiftings defines the shapes and the borders of the residing. Predetermined halts, foreseen itineraries and accidental ways, drifts and usual crossings: here I live work dwell and move.
House/home - abitazione/casa. Simple shelter or covered 'enclosure'. And for these, a series of variables, of different typologies, of optionals. The house as primary good. The house as aspiration or as welfare. The shelter the roof the four walls as necessity and as assiduous search. Residential buildings that follow each other, continuously, costantly, from the centre to the borders. This is the city. Property's homes, for renting, for subrenting. Vacant, occupied, self-constructed, self-refurbished, one still invented, homes. 'The home is a right', granted with difficulty.
I dwell where I live work move. I dwell where I can, where I'm forced to stay, where I constructed my shelter. I live about the streets, through the rooms of my apartment. I live under cover. I live in continuous shiftings, I live permanent. The house is my apartment, my single room, the place which I occupied and that which they assigned me. The house is that which lack me. They are the different houses that I rent and all those remain empty. The home is the denied right, the wished and sometimes reached luxury. The home is the place that I realized for me, it's the environment made for my measures. The home is my idea of home but also my own space of movement. It's the net of my shiftings. The place where shutting oneself up and the territory to be crossed. The city is my home.