avete
mai la sensazione di essere imbrogliati?
una
rivendicazione di Luther Blisset e 01001011101101.ORG
Dichiaro
di aver inventato la vita e le opere dell'artista sloveno Darko Maver,
nato a Krupanj nel 1962 e morto nel Carcere di Podgorica il 13 gennaio
1999.
Darko Maver
era nato e vissuto nell'area balcana, la stessa oggi spolpata viva dagli
interessi economici e geopolitici dei potenti, dalle milizie delle diverse
etnie e, the last..., dalla macchina-avvoltoio dei media. Darko Maver era
un artista politicamente scomodo, le sue performance difficili da digerire;
ciononstante Darko Maver era ormai pronto per essere assimilato dal sistema
dell'arte. Debitamente omogeneizzata, privata della sua forza espressiva
la sua opera era già pronta al viatico canonico che attraverso le
gallerie, le mostre, il mercato porta alla pace eterna del museo, apice
di un processo anestetico, sterilizzante, disarmante a cui storicamente
l'arte è sottoposta da sempre.
Il museo: vero e proprio tempio dove
si cerimonia l'arte, é un luogo che falsifica, avvilendola, l'arte
che contiene, così come il carcere falsifica rendendola irriconoscibile
la vita che nega.
E il teorema, una volta ancora, si
dimostra esatto: un artista (un'identità), una poetica, le opere
e il sistema é pronto a fagocitare tutto, a tradurre in merce quanto
era vita.
... tutto questo per Darko Maver non
accadrà.
Perchè Darko Maver non esiste!
Perchè le sue opere non esistono!
PARTE I: BIOGRAFIA/LA CREAZIONE DEL PERSONAGGIO
Darko Maver,
vero nome di un conosciuto criminologo sloveno, é una creatura mediatica.
Costruito nei dettagli per penetrare le difese immunitarie del sistema
artistico,novello cavallo di Troia, Darko Maver non ha fallito. Nel momento
del suo recupero -inevitabile sorte di ogni pensiero/azione per quanto
estremo e radicale - nel momento in cui il cappio si serrava, è
svanito, rivelando tutto il suo potenziale.
PARTE II: LE OPERE/LA MITOPOIESI
La diffusione
del nome e dell'opera di Darko Maver é una rivolta attiva ad ogni
forma artistica dominante. Dove i confini tra realtà e falsificazione,
se esistono, sono talmente sottili che spesso i ruoli si invertono ed é
la realtà che si trova a copiare l'imitazione, Darko Maver é
un saggio di purissima mitopoiesi. Le agghiaccianti foto di feti e aborti,
testimonianza della sua attività all'accademia di Belgrado, erano
autentiche ma sono state credute senza fatica sculture in PVC e vetroresina
di proporzioni giganti e persino indossabili!
L'ormai famosa opera Tanz der spinne
è composta di immagini reali di omicidi, stupri e violenze di vario
genere; nessun manichino é mai esistito e nessun giornale serbo
ha mai recensito le performance di Maver. Tutto questo repertorio di immagini
raccapriccianti è reperibile nel sito Internet www.rotten.com e
in altri simili, a disposizione di chiunque abbia lo stomaco per vederle.
La verità delle immagini credute
simulazioni compensa l'inesistenza di un artista creduto reale. Ma un'artista,
per essere tale, necessita di una poetica, di una teorizzazione del suo
lavoro. Ecco La Dimensione degli Extracorpi e altri testi deliranti e assolutamente
illeggibili - parodia di tutta una serie di teorie nauseabonde sulla mutazione/contaminazione
- in cui é impossibile trovare un senso qualsiasi ma di cui un critico,
durante l'ultima esposizione del 'caso Maver' il 9-9-'99 a Roma, ha rivendicato
indignato la paternità a niente meno che Francis Bacon!!! (Perchè?!)
In principio erano due siti Internet,
l'unica testimoninza dell'esistenza di Maver. Ma Internet come medium non
fornisce alcuna garanzia anzi, la facilità di confondere le identità
é parte della sua natura; l'essere presente in rete era per l'artista
serbo decisamente troppo poco perchè qualcuno si interessasse alla
sua opera. Darko Maver, o almeno le sue opere, dovevano concretizzarsi
materialmente per essere notate, e così è stato.
PARTE III: IL CARCERE/LE MOSTRE
Nell'agosto
del '98 una rinomata galleria di Lubiana, Capelica Gallery, espone la documentazione
di Tanz der Spinne, costituedo un prezioso precedente per le successive
mostre dedicate al fantomatico artista.
Presto segue infatti quella di Bologna,
il 18-19-20 febbraio 1999, nel contesto di una manifestazione per la libertà
d'espressione che espone opere di diversi disegnatori tra i quali Liberatore,
Martin, Manara. Centinaia di attenti visitatori si accalcano nello spazio
dedicato a Maver. Scioccati dalle immagini delle performance, i cui originali
sono stati censurati e distrutti, cercano spiegazione-conforto nei testi
la cui irrazionalità li lascia letteralmente a bocca aperta, definitivamente
disorientati. Risultato: dal febbraio di quest'anno, dopo pochi mesi di
vita, Darko Maver è già un mito; perlomeno nel mondo underground.
L'opera di propaganda continua su
più fronti: in rete gli sviluppi sulla vicenda: la censura delle
opere - la distruzione delle stesse - l'arresto per propaganda anti-patriottica,
sono riportati a centinaia di iscritti dal periodico 'EntarteteKunst' fruttando
numerose citazioni e link da altri siti; contemporaneamente escono alcuni
articoli: Flesh Out (n°3, aprile '99) dedica due pagine alla vita e
alle opere di Maver mentre Tema Celeste (n°73, marzo '99) pubblica
il comunicato stampa dell'incarcerazione, avvenuta il 13/1/1999 nell'area
del Kosovo, e a questi ne seguiranno altri. Maver sarà più
volte preso ad esempio per la censura subita, altrove semplicemente citato.
E' in questo periodo che la situazione
in Kosovo, già da tempo intollerabile, diviene di dominio pubblico
con l'intervento delle truppe NATO nei balcani.
PARTE IV: LA MORTE/IL MITO
Al 30/4/1999
risale la notizia, ovviamente mai battuta dall'ANSA, della morte di Darko
Maver. L'immagine del corpo, verosimilmente pervenuta via Internet, si
diffonde rapidamente insieme all'interrogativo inquetante: omicidio o il
suicidio come ultima tragica performance?
Quest'ultimo atto della 'vita' di
Maver ha trovato eco in un lucido e pungente articolo, "Manichini di guerra",
apparso su Modus Vivendi (luglio-agosto '99) che illustra puntualmente
come Darko Maver, le sue opere e la sua storia potessero essere lette come
una critica alla realtà mediatica e alla strumentalizzazione delle
immagini delle vittime del conflitto bellico.
Dalla morte al mito il passo é
breve. E' il momento della celebrazione dell'artista serbo morto sotto
i bombardamenti NATO. Il 12-6-99 alla Biennale dei Giovani Artisti, a Roma,
il gruppo SCIATTOproduzie dedica all'artista serbo il suo spettacolo-performance
intitolato appunto Awakening, a tribute to Darko
Maver ed espone nuovamente il materiale documentario sulla sua opera.
Il 23 settembre, alla 48° Esposizione
Internazionale d'Arte a Venezia, viene presentato il documentario Darko
Maver - L'arte della guerra. La presenza di Maver alla biennale veneziana
rappresenta senz'altro il massimo obbiettivo perseguibile nel lungo processo
dimostrativo della permeabilità di un sistema quanto mai volubile
come quello dell'arte.
PARTE V: LA RIVENDICAZIONE
L'arte si
fonda sul principio dell'illusione,della falsificazione e dell'appropriazione
indebita, cosa che vale anche per il mondo dell'informazione tout court.
Da quando esistono i media i concetti
di realtà, originalità e autorità stanno vacillando.
Il problema della creatività
non sta nel creare qualcosa di nuovo, ma nell'imparare ad utilizzare ciò
che é già stato creato.
Governi ed imprese di ogni genere
si alleano in una battaglia legislativa senza sosta per avere il controllo
e la sicurezza dei loro prodotti materiali e intellettuali.
L'artista deve riprendere coscienza
del suo libero arbitrio e del proprio potenziale ludico.