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Come nasce
L'inizio
di questa storia e' un po' triste, infatti, tutto comincio' quando
un comune di centrosinistra decise di aiutare il Movimento per la
vita ad entrare in un consultorio pubblico. In incredibile sintonia,
il governo di centrodestra provo' a rimettere in discussione la legge
sull'aborto.
Il 30
giugno 2001, pero', 3000 donne colorano le vie del centro di Bologna
per dire no agli scambi politici sul loro corpo, riappropriandosi
simbolicamente degli spazi che da destra a sinistra si vuole sottrarre
alla vita, alla salute e alla politica delle donne. Molta musica,
molta ironia, poco antagonismo, molta affermazione. E' cosi' che nasce
il progetto Sexyshock.
La famiglia,
la maternita', il lavoro di cura, il lavoro precario, ruoli che molti
ci vorrebbero imporre, togliendoci la libera scelta. Ma questi sono
abiti che ci vanno troppo stretti, che non ci valorizzano, che ci
fanno sentire poco "sexy". La tuta per fare le pulizie, la divisa
da donna-soldato, il tailleur per l'ufficio, il burqa. E' una questione
di immaginario oltre che di ruoli sociali. Un immaginario colonizzato
dai marchi che ci cuciono addosso stili di vita, dai brevetti che
ci modificano geneticamente. Un immaginario che va liberato, che bisogna
riconnettere alle infinite forme del desiderio. E' anche una questione
di linguaggio, di forme della comunicazione. L'industria culturale
produce comunicazione sessuata, funzionando ancora oggi come tecnologia
politica del genere. Un discorso che si rivolge in maniera differenziale
a uomini e donne, come se il genere coincidesse con la differenza
biologica, come se fosse una proprieta' originaria dei corpi, legittimando
divisione sessuale del lavoro e ruoli sociali differenti.
Il femminismo
ci ha invece raccontato che la Donna non esiste, che esistono invece
le donne come soggetti storici di relazioni reali, che abitano corpi
che sentono, desiderano e parlano in modi differenti. Le donne non
cercano piu' un universale che le possa contenere e rappresentare,
desiderano invece esprimere la potenza delle molteplici soggettivita'
femminili e dei loro linguaggi, articolando le differenze delle donne
dalla Donna, muovendosi dentro e fuori dal genere.
Il linguaggio
politico e' invece ancora neutro, appiattito su logiche di rappresentanza,
incapace allo stesso modo di dare conto delle differenze. E' necessario
liberare i linguaggi, e' necessario concedere diritto di cittadinanza
all' espressione delle soggettivita' differenti, restituire la parola
ai corpi e ai desideri.
> Che cos'è
Il progetto SEXYSHOCK nasce da un gruppo di donne attive in varie
esperienze dell'autorganizzazione bolognese. E' un laboratorio politico
aperto alle donne e uno spazio pubblico di discussione ed elaborazione.
Le aree di ricerca sessuata sono sicurezza, lavoro, biotecnologie,
linguaggio e comunicazione, sessualita'. Il primo dispositivo politico
usato e' la SEXYNCHIESTA, che cerca di indagare l'immaginario sessuale
di uomini e donne a partire dalla pornografia.
Sexyshock
e' dunque un progetto di ricerca, una prospettiva critica, uno sguardo.
Ma Sexyshock e' anche un luogo. E non e' un luogo qualsiasi. E' il
primo sexyshop autogestito da donne e rivolto alle donne in Italia.
Un luogo costruito su un territorio scivoloso e inospitale per le
donne: una cultura sessuale declinata al maschile e regolata dalla
doppia morale: da un lato la censura, il segreto, la vergogna, dall'altro
la mercificazione, la sovraesposizione dei corpi, la banalizzazione
delle esperienze. Se solitamente in un sexyshop si "spaccia roba pornografica",
nel Sexyshock si vendono giochi per fare sesso, per procurarsi e procurare
piacere. Come gia' fanno le donne del Women's Erotic Emporium di Londra
Sh! www.sh-womenstore.com dal 1992, in un luogo rilassante,accogliente
e stimolante. Alcuni degli oggetti che saranno nel Sexyshock sono
gli oggetti che le donne di Sh! si fanno costruire da un piccolo laboratorio,
fuori dal giro commerciale dei "normali" sexyshops. Ci saranno anche
fumetti, video, vestiti, un chocolate-cafe', preservativi, libri.
Ma Sexyshock non funzionera' come vetrina, assomigliera' di piu' ad
un portale della rete Internet.
Un iper-luogo
disseminato di links, un circuito con cui poter interagire che conduce
ad altri circuiti. Un luogo in cui sottrarre la sessualita' alla cultura
mercantile e restituirla ad una cultura delle relazioni capace di
valorizzare le differenze, lontana dai giudizi e dalle semplificazioni,
dai ruoli e dagli irrigidimenti identitari. Uno spazio dove riunirsi,
dove archiviare materiale, un punto informativo che diventi riferimento
per le donne in citta' e non solo. Un "luogo mentale" in cui rendere
visibili e fruibili i percorsi delle donne, progettualita' aperta
che sia interfaccia tra altre progettualita'. Per riprodursi come
una cellula staminale creando nuovi tessuti. Dentro al genere, oltre
il genere.
Uno spazio
pubblico di contaminazione, un laboratorio politico di analisi delle
mutazioni avvenute e a-venire. Un software libero per la diffusione
orizzontale delle energie di resistenza e liberazione, che prefiguri
la costituzione di una sfera pubblica non statuale. Che assume il
movimento e la sua esigenza di mettere fine alla rappresentanza come
principio di realta'. Ma anche e soprattutto come principio di piacere.
Per sottrarre territori alle zone rosse che quotidianamente viviamo
e che non possiamo attraversare. Che dice basta al bisogno di autorappresentazione.
Che vuole cooperazione. Per questo e' difficile parlare di Sexyshock.
Che e' innanzitutto un sentire che cerca di immaginarsi nuovi scenari,
nuovi mondi. La moltitudine e' irrapresentabile, ma le differenze
che la abitano devono avere visibilita'.
> Perchè
Perche' le donne vogliono tornare ad occuparsi di sessualita'?
Perche'
la sessualita' e' il grado zero del desiderio di connessione.
Perche'
l' esperienza della sessualita' eccede la logica delle opposizioni
binarie: maschio-femmina, materiale-simbolico, corpo-mente, natura-cultura,
privato-pubblico, potere-piacere, dono-mercato, personale-politico.
Perche'
vogliamo provare a parlare di corpo, di piacere, di desiderio come
universi di senso e motori di trasformazione, di mutamento, come esperienze
complesse che coinvolgono l'intera persona, il soggetto nella sua
totalita'.
Perche'
i corpi lavorano, comprano, vengono violentati, prostituiti, ma desiderano
anche, provano piacere, fanno l'amore.
Perche'
questa complessita' non viene riconosciuta, non ha ancora un sistema
di rappresentazione. Sembra che non sia comunicabile perche' contraddizione
vivente. Ma la realta' e' fatta di questo: contraddizioni che vivono,
si muovono, si attraversano, si contaminano e mutano.
Lasciamole
parlare. Lasciamole godere