VIAREGGIO
Sexyshock
aderisce ad un'importante manifestazione. Si terrà a Viareggio
sabato prossimo, in solidarietà ad
una ragazza stuprata. E ciò che è peggio: stuprata
IN QUANTO lesbica.
Torre del Lago
16 settembre 2006
ore 17.00 Manifestazione "No alla violenza"
Invitiamo tutt@ ad andare o a partecipare in qualsiasi modo,
innanzitutto perché la voce di ciascun@ giunga forte a lei,
e a tutt@
quell@ che hanno dovuto sopportare un'esperienza simile. Ma anche
perché
partecipare costituisce un passo per rilanciare una cultura del rispetto
e della
valorizzazione delle scelte sessuali e individuali.
Convint@, come siamo, che per contrastare la cultura e la pratica
della sopraffazione e della "punizione" di scelte ritenute
non conformi alla norma, l'unico antidoto sia la creazione e il consolidamento
di reti, e relazioni forti tra le persone. Reti fra soggetti politici,
istituzionali e di movimento. Reti che capaci di favorire ed aumentare
la partecipazione individuale, che rompano l'isolamento e la paura,
e costruiscano altri immaginari: contesti in cui la sperimentazione
di sé sia possibile.
Non è il momento di cazzeggiare. In gioco c'è la riprogettazione
del nostro futuro: dello spazio urbano, dei codici del lecito, delle
nostre relazioni, di una conflittualità positiva. Perché alla "mono-cultura" violenta,
fallocentrica e normativa, si sostituisca la pratica di reti nomadi,
capaci di riconfigurarsi con agilità, ed efficacia di intervento.
Reti in grado di sconfiggerne il tentativo didominio e di creare
progettualità, dialogo,condivisione.
Ad essere sotto accusa non sono i "maschi eterosessuali",
ma tutti quelli e quelle che esercitano o lasciano esercitare questo
tentativo di dominio con lo strupro, le botte, gli insulti nei luoghi
pubblici. Ma anche con la svalorizzazione, il giudizio, la "rimessa
al proprio posto" di chi "devia": nelle case, nelle
strade, negli uffici, nelle scuole, nelle chiese, nei media.
In Versilia, un litorale fortemente caratterizzato dalla presenza
omosessuale, lesbica e trans, non è la prima volta che accadono
fatti di violenza.
Ma come possiamo non parlare di Bologna, la nostra città,
dove pochi giorni prima dell'aggressione a Paola in Versilia, un'altra
ragazza è stata aggredita, strozzata e malmenata all'uscita
della festa dell'Unità, perché "sembrava essere
una prostituta". Affermazione dell' aggressore. Ma il fatto
che fosse una prostituta era forse sufficiente? Ce lo chiediamo.
E in ogni caso: non possiamo tollerare che le donne e le ragazze,
i
travestiti
e le trans che, perscelta o mancanza di alternative lavorative, esercitano
il lavoro di prostitute siano considerate passibili di stupro o di
qualsiasi punizione istituzionale. Anche a tutte loro, e alle difficoltà che
incontrano nel loro lavoro, và la nostra solidarietà ,
il nostro lavoro quotidiano, e il senso dellanostra presenza in Versilia.
Sempre a Bologna, pochi giorni dopo, due amici, compagni di strada,
attivisti, sono stati pestati... e proprio davanti al luogo-simbolo
della Bologna gay e lesbica: il Cassero, Arci Gay& Lesbian Center.
Chi "devia" - afferma qualcuno. Chi "vive", diciamo
noi. Chi sa giocare, chi non si conforma ad un'identità prescritta
ma ha la forza e la fantasia di attraversare culture, spazi, territori,
per cercare il proprio modo di essere senza accontentarsi di etichette
ammazza-piacere.
A tutt@ voi, che non sacrificate la vostra vita a un ruolo dato -
o almeno ci provate - che ricercate la molteplicità, il transito,
l'alterità,: è il momento di fare sentire la vostra
voce, la vostra gioia, la vostra indignazione, di trovareuno spazio
pubblico in cui esprimere i vostri progetti e le vostreambizioni
di cambiamento. Se voi, se tutt@ noi, ci siamo: è possibile.
La sopravvivenza nel privato, la creazione di nicchie, non sono sufficienti:
oggi a me, domani a te? E' questo il mondo in cui vogliamo vivere?
Queste solo alcune delle ragioni per cui vi invitiamo ad andare.
Fateci sapere quali sono le VOSTRE ragioni.
C'è bisogno di pluralità, di immaginazione, di coraggio,
di libertà.
Alcune di noi andranno, altre rimarranno per continuare e preparare
il lavoro che ci aspetta: come abbiamo visto, Bologna non è da
meno.
Non staremo zitt@!
To be continued.
CATANIA
Non
inizia (e non finisce) qui.
Sabato 16 settembre a Catania
corteo ORGOGLIOSO ANTIFASCISMO
In questi giorni e in questi mesi si sono susseguiti episodi gravi
di violenza ai danni di donne, gay, lesbiche, trans a cui non possiamo
non rispondere con tutta la nostra forza, e ben oltre l’emergenza
della visibilità di cronaca.
A Catania a giugno. E ancora: in Versilia.
Ma come possiamo non parlare di Bologna, la nostra città,
dove pochi giorni prima dell'aggressione a Paola in Versilia, stuprata
IN QUANTO lesbica, un'altra ragazza è stata aggredita, strozzata
e malmenata all'uscita della festa dell'Unità, perché "sembrava
essere una prostituta". Affermazione dell' aggressore. Ma il
fatto che fosse una donna era forse sufficiente? Ce lo chiediamo.
E solo pochi giorni dopo, due amici, compagni di strada, attivisti,
sono stati pestati... proprio davanti al luogo-simbolo della Bologna
gay e lesbica: il Cassero, Arci Gay& Lesbian Center.
Per questo portiamo le nostre parole anche a Catania, dove più che
mai è importante oggi far arrivare il segno di un ascolto,
di un lavoro, di una produzione di azioni e di pensiero che non inizia
sull’onda di insufficienti risposte securitarie né sull’illusione
di essere di fronte ad un fenomeno nuovo.
Catania ci è oggi
ancora più vicina per il coraggio di portare avanti una pratica
politica di visibilità gaylesbica e di autodeterminazione
delle soggettività, dei generi, dei corpi in un territorio
in cui l’omofobia trova sostegno attivo da una destra che a
quanto pare sente di poter godere di una intollerabile agilità e
potenza politica. Vediamo nella manifestazione catanese non solo
un momento di altissimo valore simbolico, ma la tappa condivisa di
un percorso che vorremmo continuare a percorrere insieme.
Per questo invitiamo tutt@ a partecipare, in qualsiasi modo,
alle manifestazioni di Catania, Viareggio, Brescia, innanzitutto perché la
voce di ciascun@ giunga forte a tutt@ quell@ che hanno dovuto sopportare
un'esperienza di violenza, di qualunque tipo sia. Ma anche perché partecipare
costituisce un passo per rilanciare una cultura del rispetto e della
valorizzazione delle scelte sessuali e individuali.
Anche per questo dal 2002 portiamo avanti con diverse soggettività il
progetto Macho Free Zone, che lavora sull'immaginario, la cultura,
un concetto positivo di sicurezza e di città, utilizzando
gli strumenti della comunicazione come forme di prevenzione alla
violenza: un'elaborazione collettiva e partecipata di donne, e uomini,
nei singoli territori e quartieri. Oggi abbiamo la conferma dell’importanza
di questo lavoro: perché questo momento di attenzione diffusa
può dare nuovamente il via (e a noi l'ha dato) ad uno spazio
pubblico e partecipato di discussione. Che vuole essere il più ampio
possibile.
Per i prossimi mesi abbiamo in cantiere nuovi importanti capitoli
del progetto Macho Free Zone, che ci auguriamo faccia risuonare più voci
possibili.
In nessun caso staremo zitt@!