Prostituzione e noi

 

Mutismo, angoscia, un sacco di pregiudizi, luoghi comuni, ipocrisie circolano anche fra di noi, le donne, quelle perbene. escluse dal mondo della prostituzione. lo sappiamo un mondo maschile, pervertito, violento.

E’ un mercato enorme, sotterraneo. in italia le donne che lavorano come prostitute sono come minimo 50000, di cui la metà straniere. qualcosa come un uomo su tre, forse uno su due, è stato cliente. esperienza di massa. e noi continuiamo a tacere. forse perché i discorsi che girano per le bocche e non ci piacciono (rinchiudiamole, esaminiamole, controlliamole). Forse anche perché fa parte di questo business il fatto che si debba fare ma tacere, e che le prostitute stiano isolate, e distinguibili, dalle altre donne. così quando apriamo bocca spesso ci impelaghiamo, partendo dalla nostra di vita (eliminando magari qualche episodio di servigio sessuale consenziente) e non da quelle, così varie per altro, di chi ci lavora e, nei processi contro i trafficanti di donne i giudici chiedono alle donne dell'est se loro sapevano che cosa sarebbero venute a fare. quando altro mai vi salterebbe in mente per condannare dei padroni di schiavi di considerare rilevante se i loro schiavi sapessero che lavoro sarebbero andati a fare come schiavi?

Perchè tante energie dedicate a stabilire se la prostituzione possa essere libera scelta, o se lo sia effettivamente in un certo caso?

Perché tante donne sono felici di affermare che la prostituzione, in qualunque condizioni, è comunque schiavitù, evitando di parlare proprio di quelle condizioni che fanno la differenza di vita per le donne che di prostituzione campano?

Non trovate strano che su Le Monde diplomatique di novembre, in altro tanto critico, risuoni un paternalismo, argomentato con argomentazioni ottocentesche, secondo cui "non esistono prostitute felici", che loda Don Oreste Benzi, il quale (oltre a militare apertamente davanti agli ospedali contro le donne che abortiscono) considera le prostitute di strada donne da redimere, trova loro 800 mila lire per lavoro di cura non stop, organizza per loro processioni di espiazione, e le sue missioni di salvataggio le fa da sopra una camionetta della polizia?

Le donne che ci mostrano come "vittime da salvare" sono donne forti, che mantengono parecchie persone in patria, sostengono un livello di tensione e pericolo elevatissimo con i clienti e non solo.

Parliamo di loro, di cosa loro vorrebbero, di cosa potrebbero fare, di come sostenere la loro lotta di sopravvivenza. non parliamo solo di assoluti quando ci sono molti molti mondi prima di quello (possibile ok) in cui nessun uomo sia disposto a pagare una donna, e tutte le donne abbiano la possibilità di fare altro della propria vita.