Martedì 8 Dicembre 1998

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Lsu: raid, fiamme e paralisi
Cassonetti incendiati.
 

Ancora cassonetti in fiamme, ancora la rabbia e la tensione di disoccupati, lavoratori socialmente utili e in mobilità che sfila nel centro, in un tranquillo pomeriggio pre natalizio. Ieri erano almeno 400, disoccupati e lavoratori Lsu appartenenti al «Movimento disoccupati in lotta per il Lavoro», al Movimento di Lotta Lsu, al Coordinamento di lotta per il lavoro, al Coordinamento disoccupati di Acerra, alle liste di mobilità della Ulm, e ai centri sociali Officina 99 e Ska. Il lungo serpente della protesta - partito da piazza Mnacini - è stato tenuto sotto stretta osservazione da polizia e carabinieri. Ma la tensione era nell’aria ed anche stavolta si è manifestata mentre il corteo viaggiava alla volta di piazza della Prefettura. All’incrocio con via Mezzocannone sono stati rovesciati e dati alle fiamme alcuni cassonetti per i rifiuti. Poco più avanti, a piazza piazza Bovio, sono state rovesciate le campane per la raccolta differenziata dei rifiuti. La marcia è proseguita quindi dentro la city. Altri cassonetti sono stati trasportati al centro della sede stradale, rovesciati e dati alle fiamme in via Medina, via Verdi e davanti al Teatro San Carlo.
Quando la tensione è salita, le forze dell’ordine si sono fatte sentire. I dimostranti sono stati invitati a tenere un comportamento corretto, altrimenti il corteo sarebbe stato sciolto. E intanto i dimostranti gridavano: «Bassolino, se non lo hai capito noi vogliamo il lavoro garantito».
Ma perchè di nuovo in piazza? «La nostra richiesta - ha detto Anna Cepranio portavoce del Movimento disoccupati in lotta per il lavoro - è quella del salario garantito, dell’esenzione dalle tasse comunali e dei servizi sociali gratuiti. Quello è l'obiettivo per cui continuiamo a batterci. Nel frattempo, di fronte alla proposta del Governo di allargare il numero dei disoccupati da includere nel progetto della raccolta differenziata rifiuti, possiamo prendere in considerazione questa ipotesi, ma rifiutiamo ogni divisione tra i proletari e rifiutiamo l’idea di mettere lista contro lista».
Il corteo è quindi arrivato davanti alla Prefettura, mentre i dimostranti venivano fronteggiati da agenti in assetto antisommossa. I manifestanti hanno formato una delegazione ed hanno chiesto di incontrare il Prefetto Romano. Romano li ha ricevuti e li ha invitati a non creare altre tensioni, ribadendo poi che il governo sta valutando le modalità di allargamento del progetto regionale per la raccolta differenziata dei rifiuti, ed ha quindi rinviato a venerdì (giorno fissato dal governo per una risposta anche alle «liste di lotta») i manifestanti per un nuovo incontro.
Ma il corteo di ieri non ha mancato di avere conseguenze sul traffico. Circolazione paralizzata in tutta la zona di piazza Nicola Amore, via Duomo e dei Decumani, dove tantissime persone erano alle prese con lo shopping. La protesta ha impressionato i turisti. Qualcuno ha visto i cassonetti in fiamme ed ha preferito ritornare in albergo.