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Da "Umanità Nova" n.20 del 22/6/97.

In lode dei torturatori futuri


Le anime belle della democrazia repubblicana si stracciano le vesti di fronte alla "scoperta" dei crimini dei soldati italiani impegnati nella missione "di pace" in Somalia e, con limpida coerenza, sostengono l'attuale missione, sempre di pace, per carità, in Albania.
Non mancano, ovviamente, dei fascisti dichiarati o, comunque, dei nazionalisti di vario genere che corrono al soccorso dell'armata patria e ne rivendicano la natura positiva che non potrebbe essere macchiata dagli eccessi di qualche giovanotto troppo vivace.
Su di un punto vi è perfetto accordo fra tutti costoro: la spedizione italiana in Albania ha dei fini umanitari evidenti e gli albanesi vanno salvati da se stessi purché non vengano in Italia a guastare il paesaggio.
In buona sostanza il nazionalismo, l'ultimo rifugio dei farabutti, svolge la sua storica funzione: unire dominanti e dominati, sfruttati e sfruttatori, fottenti e fottuti in un fraterno abbraccio a difesa dei mitici comuni interessi di pace, sviluppo economico, democrazia ed integrazione europea mentre precari, disoccupati, lavoratori salariati si vedono ridotti reddito, diritti, libertà.
E, visto che i mali non giungono mai soli, il nazionalismo italiano viene rafforzato e scavalcato in xenofobia e razzismo dal neonato confratello leghista, espressione del mitico ceto emergente, dalla merda?, dei piccoli e medi imprenditori del profondo nord che, dopo la fine del regime democristiano da essi sostenuto in tutti i modi per diversi decenni, puntano su di un "federalismo" ritagliato sui distretti industriali e, tanto per cambiare, sulla comunanza di interessi del popolo padano composto, secondo loro, da padroncini ed operai tutti uniti nella pratica del duro lavoro e dell'abbrutimento quotidiano.
A fronte di questa dinamica servono a ben poco le lamentele umanitarie dei curati di destra e di sinistra e le pensose riflessioni degli intellettuali progressisti.
Come e più che in passato, si tratta di rompere il tentativo di saldare in un unico blocco i privilegiati e le vittime dell'attuale ordinamento sociale sia a livello locale che nazionale ed internazionale.
Il federalismo, per cui lottiamo, quello basato sull'autogoverno dei produttori e sulla libera sperimentazione di rapporti sociali e produttivi e, è bene ricordarlo, sull'abolizione della proprietà privata e dello sfruttamento, nulla ha a che vedere con la moltiplicazione degli stati attuali o con un decentramento amministrativo e fiscale modellato sugli interessi dei poteri economici dominanti.
Solo l'autonoma azione delle classi subalterne, la pratica della solidarietà internazionale fra gli sfruttati, l'opposizione al militarismo in ogni sua espressione possono porre all'ordine del giorno il ribaltamento di una situazione inaccettabile per la stragrande maggioranza del genere umano.

CONTRO TUTTI GLI ESERCITI: ITALIANO, PADANO O SERENISSIMO CHE SIA: DISERTA!
MERCOLEDI' 25/6 ORE 17 COMIZI ITINERANTI (PARTENZA DA VIA PO 16)

VENERDI' 27 GIUGNO ORE 21 IN C.so PALERMO 46 ASSEMBLEA/DIBATTITO Introdurranno la discussione: Maria Matteo e Cosimo Scarinzi
Federazione Anarchica Torinese - FAI (la sede di C.so Palermo 46 è aperta tutti i giovedì dalle 18 alle 24)


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