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Da "Umanità Nova" n.22 del 6/7/97

AZADI in kurdo significa LIBERTA'!

Le notizie sull'ultima invasione turca del Kurdistan "iracheno" si alternano. Si è parlato di un ritiro dell'esercito, poi di un possibile rientro... In ogni caso alle truppe occorreranno mesi per ritirarsi e l "ordine" imperialista sarà comunque garantito dai miliziani collaborazionisti del PDK di Barzani. Un consiglio a chi stesse pensando di contribuire, con le sue ferie, alle spese sostenute dal regime turco in questo suo ennesimo tentativo genocida: ripensateci! Quest'anno saranno veramente "date caldissime" come recita la pubblicità della Turbanitalia (la maggiore organizzatrice dei tours e soggiorni, con voli linea e charter, sulle spiagge turche). Ma forse non solo in quel senso. Ripensateci e boicottate il turismo in Turchia. Fatelo per solidarietà con un popolo oppresso e perseguitato; o almeno fatelo per paura perché qui la guerra c'è davvero e non si può chiedere a chi ha visto i propri figli cadere sotto i colpi del regime fascista turco di limitarsi a resistere sulle montagne. Non si può certo escludere una campagna della guerriglia kurda contro le località turistiche.

Stando a quanto ci hanno dichiarato i responsabili dell'ERNK (Fronte di Liberazione Nazionale del Kurdistan), l'offensiva militare è sostanzialmente fallita e le cifre trionfalistiche (secondo le agenzie ufficiali turche sarebbero migliaia i guerriglieri del PKK uccisi) e riprese abbondantemente dalla stampa italiana sono false.

La Turchia ha sacrificato al sogno di una guerra-lampo migliaia di suoi soldati, un aereo e decine di blindati ed elicotteri. Le perdite kurde sono dell'ordine delle centinaia e per ogni partigiano/a ucciso/a tre nuovi sono saliti sulle montagne. Ma il fallimento dell'operazione militare, insieme alla crisi di governo e di regime, insieme alla crisi dei militari, fa prevedere rabbiose ritorsioni sui civili e nuovi giri di vite all'interno. Lo testimonia il sanguinoso assedio, da parte delle milizie collaborazioniste del PDK, alleate alla Turchia, del campo profughi di Ninowa dove si sono rifugiati i 7.000 (settemila) kurdi di Atrush. In Turchia restano chiuse le sedi dell'IHD (Associazione per i diritti umani), del giornale "Demokrasi" e del partito kurdo Hadep. Quest'ultimo rischia di essere messo fuorilegge. Contro la guerra e la repressione continua lo sciopero della fame di circa 10.000 prigionieri politici.

Di fronte a tutto questo il sostanziale silenzio dell'Occidente, alleato della Turchia. Per "rompere il silenzio che uccide" il Fronte di Liberazione Nazionale del Kurdistan ha indetto per il 5 luglio una manifestazione a Roma, a cui parteciperanno a centinaia i lavoratore e i profughi kurdi in Svizzera. Sono previsto treni e autobus da Torino, da Milano, dal Veneto... "La manifestazione partirà alle 16 da piazza della Repubblica, preceduta alle 15 - ci informa Yaman Ahmet - da un presidio all'ambasciata turca in via Palestro e terminerà in Campo dei Fiori con un concerto a cui parteciperanno gruppi italiani e due gruppi kurdi, Siwan Perwer e Beser Sahin. L'intera manifestazione sarà seguita via satellite da decine di milioni di kurdi attraverso l'emittente Med.Tv.. Di fatto è ormai un evento di rilievo europeo e mondiale.

Gianni Sartori



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