unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n. 23 del 27/7/97

Mobilitazione antinazi a Vicenza

Sabato 19 luglio si è svolta nell'afoso pomeriggio una manifestazione indetta dall'assemblea provinciale antifascista contro l'annunciato raduno-festa "naziskin" a Monteviale e la provocatoria, ennesima, presenza in piazza dei fascistelli di Azione Giovani con i camerati nazi di Alternativa d'Azione.
Queste ultime due iniziative dell'estrema destra sono solo le ultime in ordine di tempo nella zona e in città, dalla campagna a suon di referendum demagogici e attentati contro i centri sociali di Schio e Vicenza alle aperte aggressioni squadristiche, dalle scritte inneggianti a Priebke all'odio razziale spacciato per politica. Protagonisti abituali di queste imprese sono una quarantina di soggetti facenti capo ad Alternativa d'Azione (ex-Fronte Veneto Skinhead), regolarmente "coperti" da Alleanza Nazionale. Al corteo antinazi hanno partecipato oltre mezzo migliaio di persone tra cui alcuni ex-partigiani, immigrati, giovani dei centri sociali, autonomi, redskins dello SHARP, gay, lesbiche, anarchici, militanti di Rifondazione Comunista (la cui sede di Verona era stata oggetto di un attentato incendiario la notte precedente) e di Socialismo Rivoluzionario.
Il tutto con il condimento di una gestione dell'ordine pubblico da lasciare allibiti , con i nazi-fascisti autorizzati, protetti e tutelati da svariate centinaia di celerini, carabinieri, finanzieri con una trentina di blindati e furgoni vari, mentre un elicottero sprecava denaro pubblico a go-go volteggiando sulla città.

Un particolare encomio lo meritano comunque i sedicenti cronisti de Il Giornale di Vicenza, il Gazzettino e del TGR-RAI, con i servizi da "maggioranza silenziosa" in cui "gli estremisti di destra e di sinistra disturbano il passeggio dei cittadini per bene e gli affari dei bottegai"; eppure, volendo, basterebbe accorgersi di quanto scrivono impunemente sui muri e sui loro fogli i fans vicentini di Himmler per rendersi conto che da tempo è stata superata la soglia della preoccupazione.

Un Asozialer

P.S. Come "Asociali" erano classificati nei lager: disfattisti, barboni, prostitute, sabotatori, zingari, alcolizzati, insubordinati, etc. e come simbolo distintivo gli veniva imposto un triangolo nero.



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links



Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org