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Da "Umanità Nova" n. 23 del 28/6/98
Il Coordinamento nazionale "Gettiamo le Basi", costituitosi dopo l'esperienza positiva del convegno di Pordenone del dicembre '97, organizza per il 27 giugno (giorno in cui ricorre l'anniversario della strage di Ustica) una giornata nazionale di lotta contro tutte le basi militari. La giornata si svolgerà con una serie di manifestazioni sparse sul territorio in prossimità di importanti basi militari (le località interessate sono: Pordenone, Ghedi, Firenze, Roma, Napoli, Sigonella, La Maddalena e Teulada). Invitiamo le forze antimilitariste, pacifiste, ambientaliste, antimperialiste e tutte le individualità e i movimenti che si riconoscono nei seguenti punti alla più ampia mobilitazione contro:
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Ora più che mai, alla luce dell'attuale situazione, riteniamo necessario ed urgente la nascita di un'ampio movimento popolare che faccia sentire con forza in tutto il paese la sua voce contraria all'opprimente e sempre maggiore presenza militare. Con la fine della guerra fredda ci si sarebbe potuti aspettare un ridimensionamento delle innumerevoli basi militari sparse nel mondo dagli USA e in misura inferiore da alcuni dei loro più stretti alleati, invece assistiamo esattamente all'opposto. Dalla guerra del Golfo in poi, ritornata recentemente di attualità, la guerra è protagonista della politica internazionale come normale strumento di intervento di politica estera. La NATO assume un sempre maggior peso e si sta allargando verso Est, mentre i paesi dell'Alleanza organizzano Forze di Intervento Rapido da impiegare al di fuori dei propri confini. Anche l'Italia con l'attuazione del Nuovo Modello di Difesa, l'abbandono graduale dell'esercito di leva per un esercito di professionisti, l'ammodernamento e l'acquisto di nuovi potenti e costosi armamenti (vedi caccia Eurofighter, portaerei, ecc.), si sta attrezzando per intervenire al di fuori dei propri confini "per tutelare gli interessi nazionali ovunque essi siano minacciati". All'interno di questo quadro internazionale, dal punto di vista strategico, vista anche la posizione geografica di ponte verso Est, la base di Aviano sta diventando con il suo ampliamento una delle più grandi e importanti basi USA in Europa. Vale la pena ricordare che da Aviano sono partiti gli appoggi per la guerra del Golfo e i raid aerei NATO in Bosnia e continuano incessantemente i voli di "controllo" sui cieli della ex Iugoslavia. Sempre da Aviano sono partiti nei giorni scorsi, in seguito al riacutizzarsi della crisi in Kosovo, ingenti forze aeree per una azione dimostrativa nei confronti di Milosevic (almeno così ci vogliono far credere). Con grande rindondanza e servilismo la stampa locale e nazionale ha sciorinato l'efficienza e la potenza della macchina bellica, sottolineando le intenzioni di "pace" e "umanitarie" dei nostri cari alleati (e padroni) americani e esaltando le ragioni ufficiali dell'azione dimostrativa: "La NATO vuole contribuire alla stabilità nella regione balcanica; si opera per dare fondamento alla pace. Vedrete dimostrazione della capacità di disporre e impiegare il potere aereo". Ancora una volta il potere militare viene fatto passare come costruttore di pace, mentre si tace sul fatto che ai primi di febbraio, quando gli USA concentravano tutto il loro interesse in politica estera sull'Iraq, premendo per un intervento militare, già si sapeva dalle pagine di numerosi giornali serbi, macedoni e bulgari della volontà del governo di Belgrado di effettuare massicce e sanguinose operazioni repressive atte a eliminare l'UCK (Esercito di Liberazione del Kosovo) e terrorizzare la popolazione albanese che chiede l'indipendenza. Alla luce di questi fatti appare ancora più spudorata la solita menzogna delle azioni militari di "pace". Esse mostrano, in tutta la loro arrogante volontà di "pacificazione a posteriori", il vero volto assassino degli Stati, che ancora una volta stanno giocando a livello locale, sulle spalle delle popolazioni civili, importanti interessi ed equilibri internazionali che vedono coinvolti sia gli USA che l'Europa. Gli uni, intenzionati a mantenere la leadership del controllo strategico nell'Est europeo e che probabilmente approfitteranno della situazione per insediare o potenziare contingenti NATO nei paesi confinanti con la ex Iugoslavia (vedi allargamento ad Est della NATO). Gli altri, (compresa anche l'Italia) a mantenere le rilevanti collaborazioni economiche con l'area balcanica, in particolar modo legate alle massicce privatizzazioni avviate in Serbia, Macedonia e Bulgaria. In questo contesto appare quindi relegata in secondo piano la questione albanese nel Kosovo (motivazione umanitaria dell'interessamento NATO nella zona). Come antimilitaristi non possiamo far altro che ribadire ancora e con forza il nostro NO! deciso a queste logiche di guerra e di profitto, che ci portano ancora una volta in piazza a gridare NO! a tutti gli Stati, NO! a tutti gli eserciti, NO! a tutte le guerre. Nell'ambito della giornata nazionale contro le basi militari "Gettiamo le Basi" invitiamo vivamente tutti gli interessati a partecipare alla manifestazione che si terrà a Pordenone il 27 giugno e che si svolgerà secondo il seguente programma:
Ore 10.30 - 11.30 Presenza simbolica presso la Base USAF di Aviano. Kollettivo Antimilitarista Anarchico - Pordenone
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