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Da "Umanità Nova" n. 23 del 28/6/98
Dal settembre dell'anno scorso, dai tempi del convegno su Sacco e Vanzetti a Villafalletto, le cosiddette forze dell'ordine dimostrano un'attenzione morbosa, quasi isterica, alla presenza anarchica e libertaria nel territorio: telefonate inseguimenti, denunce, multe, convocazioni d'ufficio completamente inutili, inviti a "prendere un caffè" di calabresiana memoria, ricerca sui luoghi di lavoro o in casa. Quando si cercano i contenuti di questo interesse borbonico si incontra il nulla, il nulla assoluto. A dire il vero un contenuto c'è ed è psicologico: si ha timore che una presenza anarchica si stabilisca nel territorio. Allora vorremmo rassicurare le guardie borboniche dello stato su due punti per noi molto precisi e sereni: la presenza anarchica in questo territorio è storica, presente sin dalle origini del primo movimento operaio, presente nell'emigrazione e nelle lotte sociali come nelle iniziative, è presente anche durante il fascismo ed è presente nella Resistenza - basterebbe un pochino di studio di storia - quindi l'attuale presenza è frutto di quella memoria storica; secondo punto, vorremmo rassicurarli che tutti gli sforzi di sradicare gli anarchici e di reprimerli equivarranno ad una inutilità e ad uno spreco di soldi pubblici alla quale, volenti o nolenti, anche noi partecipiamo in qualità di sudditi indisciplinati del regno di Federico...pardon, c'è una confusione di tempi storici che va più in là dei semplici 55 anni. Quando si pensava di restringere la repressione ai soli anarchici si ebbe sempre e comunque un calo di qualità del diritto di tutti. Mai avere la memoria corta! Antonio Lombardo - FAI-Cuneo -
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