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Da "Umanità Nova" n. 24 del 19/7/98
Lunedì 13 luglio, nuova giornata di lotta per gli ansaldini: in mattinata circa 800 lavoratori dei due stabilimenti genovesi maggiormente colpiti dall'attacco al posto di lavoro (Ansaldo Energia di Campi e Ansaldo Industria di S.Pier d'Arena) sono usciti in corteo dalle fabbriche e hanno occupato l'autostrada e la sopraelevata, bloccando per tutta la mattina il traffico cittadino. Nel pomeriggio altri trecento lavoratori (quelli del secondo turno) hanno ripetuto la protesta in altri punti della città. Nuove manifestazioni sono previste per i prossimi giorni. Il clima è di tensione palpabile, di rabbia verso l'intransigenza aziendale e dei vertici Finmeccanica e di malcontento crescente verso la gestione della trattativa da parte dei sindacati confederali. Questa vertenza è davvero infinita: dopo mesi di lotte e di scioperi la situazione non si sblocca; le mediazioni governative e delle giunte locali non hanno prodotto significativi risultati sul piano della diminuzione degli esuberi richiesti; i vertici confederali tengono - di fatto - il piede nelle classiche due staffe: da una parte blandiscono i lavoratori con le solite promesse, dall'altra frenano la lotta impedendo lo svilupparsi di una solidarietà reale a livello cittadino e tendono a separare la vertenza genovese da quella degli stabilimenti Ansaldo delle altre città, tacendo informazioni e alimentando campanilismi. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. O meglio qualcosa di nuovo sembra esserci: la capacità di resistenza degli ansaldini, che non cedono nonostante l'insieme di condizioni altamente sfavorevoli. Se questa capacità di resistere si tradurrà in una rottura politica ed organizzativa nei confronti del sindacalismo di Stato forse domani potremmo commentare un'importante pagina di ripresa del movimento operaio. Guba
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