![]() Da "Umanità Nova" n. 25 del 1/9/98 Tortura in Somalia: una bolla di sapone
Lo si sapeva fin dall'inizio che era tutto destinato a venir insabbiato. Ci riferiamo, lo avrete capito, alle torture e ai maltrattamenti compiuti dalle truppe italiane durante la missione (di pace, naturalmente) in Somalia. a pagare (poco), sarà solo qualche pesce piccolo, qualche sottufficiale, sufficientemente stolto da aver lasciato tracce delle sue malefatte I "grandi capi", i "generali" a tante stelle continueranno tranquillamente le loro carriere e fra pochi mesi, c'è da scommetterci, li ritroveremo in qualche posto di altissima responsabilità. La Commissione Gallo aveva svolto il suo compito diligentemente, cercando prima di insabbiare tutto (relazione consegnata nell'agosto 1997) e poi, dopo le denuncie del maresciallo Aloi, redigendo nel maggio 1998 un supplemento d'inchiesta reticente e ambiguo. Reticenze e ambiguità relative alle responsabilità dei comandanti della missione, i generali Loi e Fiore, che hanno permesso al Ministro della Difesa Andreatta di assolverli durante l'audizione alla commissione difesa della Camera tenutasi il 29 luglio scorso. Con questa audizione lo Stato italiano ha messo una pietra sopra alle malefatte compiute in Somalia dalle "sue" truppe. Purtroppo, come si è detto, tutto è andato come previsto. Piuttosto c'è da segnalare un dato interessante venuto alla luce durante l'audizione di Andreatta: sui 12mila soldati italiani impegnati complessivamente in Somalia, ben 600 (circa il 5%) sono stati perseguiti per "varie inadempienze". Vi sembra poco? Antonio
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