Da "Umanità Nova" n. 26 del 13/9/98
Sui muri di Milano e Torino, per quel che se ne è saputo, è
apparso, nei mesi passati, un manifesto firmato da un Gruppo di Iniziativa
Rivoluzionaria (GIR) i cui membri, i girini, informano il buon popolo nel
merito della loro solidarietà ai "rivoluzionari anarchici".
I contenuti, lo stile, la scelta dei simboli, inducono a ritenere che i girini
siano degli stalinoti cattivelli anche se non si può escludere,
ovviamente, che si tratti di dame di San Vincenzo dissidenti o di goliardi.
Per amor di semplicità ci terremo all'ipotesi che siano ciò che
pretendono di essere e cioè dei marxisti leninisti di osservanza
staliniana, dei girini stalinoti, appunto.
I nostri intrepidi girini provvedono a rendere noto che sono fortemente critici
nei confronti dei DS e del PRC e, visto che sono in concorrenza con le ditte
maggiori e desiderosi di tramutarsi in un partito rivoluzionario, non
c'è da stupirsene.
Partiti in quarta, proseguono con considerazioni malevole nei confronti degli
autonomi e dei centri sociali che si dimostrano troppo spesso cedevoli nei
confronti delle istituzioni, opportunisti, neoriformisti e, per la
verità, non hanno tutti i torti.
Visto che ci sono non mancano di attaccare la FAI per la sua, a parere loro,
moderazione e per la pratica, che la FAI avrebbe secondo il pensiero girinesco,
di esaltare i rivoluzionari del passato e negare sostegno a quelli del
presente.
Si salverebbero solamente i "rivoluzionari anarchici" che sarebbero
rivoluzionari grazie all'uso di finanziare le poste e di stressare con pacchi
bomba diversi personaggi dell'ambiente politico, giornalistico, giudiziario e
anarchici visto che, sempre dal punto di vista girinesco, gli anarchici sono
bombaroli.
Sarebbe interessante sapere se nella futura repubblica socialista governata dal
partito rivoluzionario postgirinesco sarà consentito ai "rivoluzionari
anarchici" di spedire pacchi bomba ai rospi al governo o se questa prassi
verrà considerata controrivoluzionaria. Ma siffatte preoccupazioni
sembrano, per ora, lontane dal girinpensiero e, per la verità, anche dal
nostro.
Per parte nostra, abbiamo l'uso di ritenere che gli anarchici rivoluzionari
sono tali per il programma che fanno proprio e per l'azione che conducono
contro il padronato e lo stato, che non dobbiamo certo accettare il parere
degli stalinoti per sapere se siamo o meno rivoluzionari, che la divisione fra
anarchici buoni (quelli che accettano di recitare, secondo il copione che il
potere loro impone, la parte del bombarolo) e cattivi (quelli che agiscono sul
terreno dello scontro sociale) è funzionale al potere.
Se vi sono "anarchici" di questo genere, che si accomodino in compagnia degli
stalinoti, noi non contenderemo certo loro questo dubbio onore.
Raganella<
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