Da "Umanità Nova" n. 26 del 13/9/98
73% di analfabeti, un sistema educativo ricalcato sul modello occidentale, un tasso di scolarizzazione femminile molto basso, disoccupazione endemica... Un biglietto da visita parlante, allarmante. Tutti gli ingredienti necessari ad un'implosione sociale vi sono riuniti... Ciononostante! Le iniziative popolari si coordinano, s'emancipano dallo schema cognitivo occidentale tentando l'impossibile: la creazione di una educazione che risponda alle necessità sociali, che valorizzi il saper fare, che si basi sull'inter-apprendimento e la valorizzazione della persona.
Nel corso dell'inverno del '96 una delegazione del centro d'educazione libertaria Bonaventure ha preso parte agli Incontri di educazione alternativa senegalese, che comprendevano: le scuole alternative di Dakar, i gruppi di alfabetizzazione, alcune associazioni di paese, alcuni artigiani riciclatori, centri di apprendistato femminili, gruppi di quartiere: una bella immagine di dinamismo sociale. Questi Incontri avevano per obiettivo definire uno "Statuto dell'educazione alternativa", di coordinare le differenti esperienze. Quanto a sé, Bonaventure doveva presentare i suoi funzionamenti e non-funzionamenti, una dinamica culturale e sociale specifica, la sua metodologia cognitiva e istituzionale. Questi Incontri diedero luogo ad un'analisi parallela, quindi collettiva degli approcci sociali dell'educazione nell'intento di condurre ad una rete di mutuo scambio.
UN ESEMPIO DI VITA ASSOCIATIVA DI QUARTIERE. L'A.U.P.E.J. (Azioni Utili per l'Infanzia e la Gioventù) Il nostro incontro con l'AUPEJ risale al giugno 95, quando Moussa Diop venne a trascorrere qualche tempo a Oléron e nonostante le differenze di vita, di socializzazione, d'apprendimento, insistette affinché dei legami reali si annodassero fra un'associazione educativa di quartiere di Tivaouane e Bonaventure. Queste due realtà sociali e sperimentali tentarono di comprendersi, di analizzare collettivamente le loro più vicine pratiche culturali. Il lavoro dell'AUPEJ si sviluppa sul territorio, ed è per mancanza di mezzi e timidezza cognitiva che attualmente non sfocia in un centro educativo che inglobi tutti i livelli di apprendimento. La difficoltà - maggiore al di fuori del campo economico - con la quale quest'associazione educativa si confronta è la mancanza di storia, di sapere educativo alternativo. Se il rifiuto del modello occidentale passa attraverso una riappropriazione delle iniziative popolari e del saper-fare, richiede da parte degli educatori e degli insegnanti una metodologia cognitiva capace di valorizzare e di strutturare questo vivaio sociale. Per superare una visione semplicemente tecnicista, l'educazione popolare deve inscriversi risolutamente in una strategia globale. Questa prospettiva di rottura passa per la buona conoscenza della storia dei movimenti educativi alternativi che conduce ad una riattualizzazione metodologica di trasformazione dei legami sociali: co-educazione, autogestione, costruzione di reti. E non è roba da poco. (...) Nathalie Jamet, Thyde Rosell
SENEGAL, MARZO 1998L'AUPEJ e l'educazione alternativa senegalese EDUCAZIONE ALTERNATIVA E CAMBIO SOCIALE Il 18, 19 e 20 marzo si è svolto a Dakar, in Senegal, su iniziativa dell'ONG Enda Tiers Monde, un laboratorio di riflessione sull'educazione alternativa e il cambiamento sociale. Gli obiettivi di questi incontri erano dipanare le ipotesi sulla trasformazione sociale, identificare i processi di apprendimento che favoriscono la creatività sociale e contribuire all'elaborazione d'un programma comune di ricerca-azione intorno all'educazione alternativa elaborato dalle associazioni, ONG e ministero dell'Educazione di Base dello Stato del Senegal. (...) IL CONTESTO Il Senegal vive una crisi economica che ha confinato importanti strati della popolazione nella marginalizzazione e precarietà sociali. Il fallimento delle politiche statiche sono all'origine del disimpegno dello Stato nei settori considerati vitali, in particolare quello dell'educazione. La scuola, duramente scossa, continua ad essere il recinto entro il quale si consuma il fallimento scolare della maggior parte degli alunni. Il tasso di bocciature o di abbandono scolare è dell'80-85% per anno, su un tasso di scolarizzazione del 53,7%.
Non esiste un sistema scolare endogeno: le sole rappresentazioni di un sistema educativo sono incarnate dalla scuola coranica e dalla scuola francese (modello coloniale). Il crogiuolo culturale senegalese ha indotto il governo a propendere per l'apprendimento delle lingue nazionali. Questa riforma decretata due anni addietro è tuttora non applicata, sebbene un certo numero di centri educativi alternativi alfabetizzino le persone (adulti e bambini) nella lingua materna. L'educazione formale è piegata sotto le difficoltà materiali. Tenta attraverso un certo numero di decreti e circolari di protendersi verso la cooperazione scolare, le relazioni con l'ambiente ma... la cappa di piombo dell'esame d'ingresso alla sesta (che concerne soltanto una minoranza degli allievi della primaria), il peso della gerarchia, le rappresentazioni individuali e collettive della scolarità, ne spiegano la mancata concretizzazione. L'educazione (anche se lo Stato senegalese ultimamente ha sbloccato dei fondi) non è una priorità nazionale né in termini di bilancio né in termini di programma.
La creazione di un ministero dell'Educazione di Base e delle lingue nazionali non ha potuto evitare il rischio di scindere la popolazione scolare. Le esperienze di educazione alternativa si indirizzano prioritariamente ai marginali, alle donne (sic), ai giovani, ai bambini. La maggior parte degli animatori e degli alfabetizzatori si formano sul mucchio... e riproducono ciò che hanno vissuto nel formale o ciò che pensano sia "un buon insegnamento". La mancanza di mezzi erompe in ogni momento; l'urgenza sociale del quotidiano impone la pura e semplice riproduzione delle conoscenze ed un inquadramento della violenza urbana senza prospettive educative globali. Nondimeno, la ricchezza di competenze, la valorizzazione delle persone, il loro riconoscersi nell'ambiente in cui agiscono, sono dei motori essenziali ad una educazione veramente popolare.
IN MERITO AD ALCUNE IPOTESI EMERSE NEGLI INCONTRI Il postulato di partenza è d'inscrivere l'educazione alternativa in una lotta globale contro la povertà in vista di un cambiamento sociale. Le iniziative sono prese sia direttamente dai gruppi interessati, sia su iniziativa delle ONG. Due questioni emergono in ogni laboratorio: a) come definire gli obiettivi dell'educazione alternativa, e b) per quale cambiamento sociale? Dal che discendono un certo numero di analisi e di osservazioni: La finalizzazione delle iniziative risulta da una sinergia fra l'analisi dei bisogni dei gruppi umani, un'elaborazione concertata dei programmi, un abbandono dei recinti tecnicisti e pedagogici. Ciò induce ad una distinzione fra gli obiettivi dei formatori e quelli della comunità educativa, una mobilitazione di tutti gli attori al fine di sviluppare le capacità individuali e collettive. L'accompagnamento dei progetti trasforma i rapporti educandi/educatori in partecipanti ad una comunità educativa. Riflettere sull'autonomia dei gruppi e delle persone vuol dire inventare una vera pedagogia alternativa africana. L'eterogeneità dei gruppi implica un coordinamento delle esperienze. Abbandonare un modello scolare inadeguato comporta una formazione iniziale nuova e continua. La compartecipazione al potere pedagogico richiede l'elaborazione di strumenti istituzionali in adeguamento con la società senegalese (autogestione, partecipazione, autorganizzazione). Mettere in rete (fuori modello) l'insieme di queste iniziative vuol dire rompere con la spirale dell'educazione di classe e col suo corollario di messa sotto tutela della povertà. La presa in esame globale delle sperimentazioni dovrebbe indurre non alla creazione di un modello ma all'elaborazione d'invarianti pedagogiche e istituzionali che possano dare un senso sociale e generale ad una trasformazione del sistema scolare senegalese.
DAI PERCORSI COOPERATIVI... ALLA SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE L'interesse posto da questi incontri, aldilà di quello della curiosità, della condivisione e dell'apprendimento, ci è utile a più d'un titolo. Confrontate alla violenza urbana o alla povertà sociale assoluta, l'insieme delle associazioni educative sono chiamate prendere in mano senza passare per il filtro governativo o pedagogico l'avvenire stesso dell'educazione popolare senegalese. La difficoltà, che talvolta può apparirci egualmente come una forza, è che non esiste alcun modello precostituito percorribile o soddisfacente per costruire una simile rete educativa. Ancorati realmente nella città, questi centri partono dai bisogni, dagli interessi reali delle popolazioni e non vi è cultura scolare riconosciuta in opposizione ad una cultura popolare ignorata dall'istituzione scolare.... poiché non vi è scuola! Non vi è - come da noi - il consenso sociale che racchiude l'educazione ad un semplice ruolo di gendarme sociale. Un vero rapporto di forze può instaurarsi a partire dal momento in cui dei legami, uno Statuto, degli strumenti adattabili da tutti possano controbilanciare il vuoto educativo. Nostro compito è imparare a fare a meno di un modello, di un filtro per allacciare finalmente degli scambi con interlocutori non soltanto all'ascolto delle popolazioni che inquadrano, ma attori reali della città e autori d'una educazione alternativa. Allora, quand'è che partiamo per dove? Quand'è che cominciamo finalmente a partecipare ad un movimento educativo internazionale? La delegazione del centro di educazione libertaria Bonaventure
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