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Da "Umanità Nova" n. 27 del 30/9/98

Associazioni
Una catena al collo

Il disordinato mondo dell'associazionismo ha finalmente una regola! E' entrato finalmente in vigore il decreto legislativo 460/97 che cerca di mettere sotto controllo l'eccessiva libertà di associazione, che rischia di sfuggire alla disciplina dell'unità statale e del mercato.

Questo decreto legislativo sottopone le associazioni ad un controllo pubblico dei bilanci e delle normative interne; in nome della lotta all'elusione fiscale vengono introdotti degli sgravi per quelle strutture che si adatteranno a quanto previsto dal decreto. Le misure, per quanto blande, impongono una prima forma di controllo, e si tradurranno sicuramente in un aggravio di costi, sia per il regime fiscale, sia per la necessità di tenere una contabilità da presentare ad un eventuale controllo.

Ma la cosa più importante è che questo decreto sana un vuoto legislativo, dando validità giuridica a quei regolamenti comunali che, prevedendo consulte dell'associazionismo, pretendevano dalle associazioni tutta una seria di adempimenti statutari, comprensibili in associazioni paragovernative assistite dallo Stato, ma incompatibili con quella libertà di associazione che a parole la Costituzione prevede.

Le misure previste dal decreto si pongono come ostacolo allo sviluppo, sulla base di organismi informali, associazioni culturali, laboratori, ecc., di una rete di produzione e distribuzione di servizi al di fuori del modo di produzione capitalistico, della logica imprenditoriale e assistenzialista.

Che si tratti di un tentativo autoritario, ci sono pochi dubbi. La stessa forma del decreto legislativo esprime la volontà del Governo di usurpare il potere legislativo dopo ripetuti richiami sull'abuso dei decreti-legge, il governo dell'Ulivo ha mantenuto quest'impostazione dirigista facendosi rilasciare dal Parlamento deleghe in bianco sui più svariati argomenti, senza dover poi passare sotto le forche caudine del dibattito parlamentare.

Molte realtà, nate sulla base di un impulso alternativo all'attuale organizzazione sociale, per la ricerca di spazi liberati, si sono adeguate alla normalizzazione, elaborando statuti ed entrando a pieno nella logica imprenditoriale, di fatto avallando il tentativo governativo di statalizzare un settore sempre più o meno fuori del loro controllo.

Noi preferiamo, invece, alzare la bandiera della libertà di associazione: riteniamo che questo decreto vada ritirato, riconoscendo alle associazioni, politiche, culturali, sportive, ecc. l'esenzione dall'IRPEF e da qualsiasi forma di verifica in quanto semplici consumatori di reddito e esercenti attività escluse da quelle tipicamente imprenditoriali.

Il controllo statale sull'associazionismo è un primo passo per mettere a tacere l'alternativa sociale.

Tiziano Antonelli



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