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Da "Umanità Nova" n. 29 del 4/10/98
La prima causa si discuterà l'11 novembre davanti al pretore del lavoro
di Torino: protagonisti un macchinista ferroviere di 54 anni, con due figli
ancora studenti, che impugna il suo licenziamento datato 12 settembre '98 e le
FS, che parlano invece di "eccedenze di personale" e dunque di collocazione "in
quiescenza dei dipendenti che hanno maturato il servizio utile per
l'acquisizione del diritto alla percentuale massima di
pensionabilità".
Certo è che quella causa non sarà l'unica. Altri lavoratori delle
Ferrovie dello Stato, tra i 950 messi a riposo per ragioni di età tra la
fine di agosto e settembre, si sono rivolti agli avvocati, contestando gli
accordi tra azienda e sindacati di stato del maggio scorso che hanno
determinato licenziamenti o pensionamenti coattivi.
Su questi provvedimenti, che sono stati presi all'insaputa di molti dei
ferrovieri "in esubero", sembra di cogliere un'anticipazione delle recenti
affermazioni di Giovanni Agnelli, presidente onorario della Fiat, sulla
"necessità" di mettere da parte i vecchi, ovvero cacciarli, per far
posto ai giovani. In uno dei verbali d'accordo sottoscritti dalle FS e dai
sindacati confederali il 21 maggio, infatti si legge che le risoluzioni del
rapporto di lavoro "potranno essere accolte esclusivamente nell'ambito di
apposite procedure o programmi di riequilibrio occupazionale/generazionale
specificamente concordati". Per gli avvocati torinesi Giorgio Bonetto e
Mariagrazia Napoli, che assistono sei ferrovieri, "quel passo dell'accordo pare
davvero la messa in pratica di quanto ha auspicato Agnelli".
L'impugnazione dei licenziamenti, sostengono i due legali in uno dei ricorsi,
parte dalla constatazione che quando, il 25 agosto, l'azienda ha comunicato la
cessazione del rapporto di lavoro, non ha indicato "le specifiche ragioni per
cui il ricorrente veniva licenziato, limitandosi ad un generico rinvio ad
accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali di categoria, ai fini di
un programma di ristrutturazione della società". Il licenziato (iscritto
al COMU che non firmato gli accordi, ma sono coinvolti pure aderenti alla
CGIL)chiedeva i motivi del licenziamento. "Le FS, l'11 settembre, rispondevano
senza specificare alcunché).
Scrivono Bonetto e Napoli che il loro cliente "dietro esplicita richiesta
aziendale ha sempre svolto, anche negli ultimi tempi, una considerevole mole di
lavoro straordinario e che il posto di lavoro del ricorrente non è stato
soppresso. Lungo le tratte in cui operava, presso l'azienda utilizzava
personale messo a disposizione dal Genio ferrovieri per coprire le carenze
d'organico". Non solo: "per lo stesso motivo, al nostro assistito e ai suoi
colleghi è stato chiesto di viaggiare come agente unico, anziché
in coppia, su tratte più lunghe rispetto a quelle normalmente
consentite. Dalla pianta organica relativa ai turni del personale di macchina
per l'estate del '98, quindi, risulta, per quanto riguarda Alessandria, una
carenza di organico di 38 unità". Altri otto macchinisti sono stati
licenziati ad Alessandria. Ma il 17 settembre, cioè cinque giorni dopo
il licenziamento in questione, le FS hanno assunto 11 macchinisti. Commenta
l'avvocato Bonetto: "E' un sistema irrazionale di eliminazione dei lavoratori
solo in base all'anzianità di servizio, che non tiene conto della reale
situazione degli organici. Così non si colpiscono le eccedenze, anche
perché tali non sono. Sul piano finanziario, poi. Le FS si caricano di
oneri in più, pagando pensioni e nuovi stipendi".
Enne
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