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Da "Umanità Nova" n. 30 del 11/10/98

Comunicato del CAT
Fabio è libero: la lotta continua

Fabio, il nostro compagno arrestato l'11 luglio scorso per aver partecipato ad una manifestazione, è stato finalmente rilasciato. Fabio era stato arrestato mentre si allontanava da Piazza Campo de Fiori dove la polizia aveva interrotto, sparando, un'iniziativa di lotta e controinformazione per denunciare il suicidio di stato di Maria Sole.

Non ci interessa, da anarchici, fare del formalismo giuridico; per capire la pretestuosità della questione è bene però ricordare che a Fabio non viene contestato alcun reato specifico, ma soltanto la partecipazione alla manifestazione.

Ottanta giorni di reclusione, in carcere prima, ai domiciliari poi, sono stati un'enormità e danno la misura della stretta repressiva che si sta abbattendo sulle nostre teste.

Questa situazione non è occasionale, si accompagna ad una quotidiana attività poliziesca di intimidazione che, anche a non volerla prendere sul serio, talvolta diventa farsa.

Come domenica 27 settembre, dove una bicchierata in sede è diventata l'occasione per riempire il Pigneto di auto della Digos, scomparse non appena i primi dieci litri di vino sono saltati fuori.

O come giovedì 17 settembre, con un articolo su "Il Messaggero" titolato "Sul Giubileo il pericolo anarchici" dove, senza che fosse accaduto alcunché a Roma o in Italia, citava un rapporto del Viminale uscito un mese prima e già pubblicato dai giornali. Per inciso, accanto alle solite corbellerie sull'ORAI (prima banda armata costituita da un magistrato), citava una "Commissione per il Giubileo", creata durante l'ultimo congresso della FAI (saranno contenti i compagni federati che lamentavano la totale censura giornalistica del congresso di Spezzano Albanese).

Il "pericolo anarchici" per i giudici, forze dell'ordine e giornalisti non è certo una novità; basti ricordare le montature repressive che si sono susseguite negli ultimi anni: dall'inchiesta Marini agli arresti per l'alta velocità che hanno portato alla morte di Baleno e Sole, passando per la bomba di palazzo Marino, fino ad arrivare agli scoop estivi sui pacchi bomba.

Per quanto riguarda la specificità della situazione romana rispetto alla strategia generale di repressione contro gli anarchici, essa è dovuta senz'altro alla nostra attività quotidiana: alle forti e partecipate mobilitazioni seguite ai suicidi di Baleno e Sole, al nostro rifiuto di ogni compromesso nei confronti del comune di Roma per i posti occupati, ma soprattutto essa si deve all'attività di denuncia, mobilitazione e lotta contro il Giubileo.

Non è casuale che l'articolo del Messaggero sia uscito il giorno prima che venissero resi noti i dati sugli appalti del Giubileo affidati con trattativa privata (cioè senza nessun tipo di controllo o verifica) dove la parte del leone la fa , con mille miliardi assegnati, il solito Francesco Gaetano Caltagirone, proprietario, oltre che della Vianini, anche del messaggero stesso).

Siamo stati e siamo gli unici a muoversi contro il Giubileo, attraverso documenti di controinformazione, manifesti e mobilitazioni di piazza mentre tutti i partiti, le associazioni e taluni centri sociali stanno discutendo su come spartirsi i fondi del Giubileo stanziati per l'associazionismo.

Si capisce così perché stiano cercando di farci pagare la nostra irriducibilità nei confronti del potere che, centralmente come in periferia, cerca di riassorbire e riciclare le forme di antagonismo ad esso e di criminalizzare chi non si piega a questo gioco.

In questo silenzio di piombo anche il nostro bisbiglio fa rumore.

Collettivo Anarchico Territoriale



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