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Da "Umanità Nova" n. 30 del 11/10/98

Metalmeccanici
Un contratto che comincia male

Al di là di quelle che sono le intenzioni dei Sindacati di Base circa la necessità di invertire, con il Contratto Metalmeccanico, una linea di tendenza che vede le reali necessità dei lavoratori subordinate, attraverso la pratica concertativa, alle logiche padronali, c'è più di una ragione per essere preoccupati di come stanno andando le cose.

Il contratto metalmeccanico comincia male perché si conferma come luogo di scontro politico (nel senso meno "nobile" del termine). L'intreccio con la legge fantasma sulle 35 ore e la revisione degli accordi di luglio non mancherà, infatti, di produrre tensioni all'interno del quadro politico e nel suo rapporto complessivo con la Confindustria. Sulla strada del governo si trovano poi, strettamente legati ed in successione, oltre alle crisi vere o presunte con i possibili cambi di maggioranza, il semestre bianco (con la riapertura del discorso sulle riforme istituzionali ?) e le elezioni europee. Nel Contratto Metalmeccanico rischia di entrare di tutto e, quel che è peggio, il mondo del lavoro potrebbe essere gettato sul piatto della bilancia per la difesa degli altrui interessi. Vale la pena ricordare a questo proposito il contributo suppletivo per l'entrata in Europa pagato dai lavoratori metalmeccanici all'ultima scadenza contrattuale. In quell'occasione passò la richiesta della Confindustria di non pagare lo scarto tra l'inflazione reale e quella programmata accumulato nel biennio pregresso, cosa peraltro prevista ambiguamente dal mai abbastanza disprezzato accordo di luglio '93. Era così confermata l'importanza della concertazione per una politica di taglio dei salari.

Il contratto metalmeccanico comincia male perché la piattaforma FIM-FIOM-UILM si presenta come un documento volutamente vuoto al fine di lasciare mano libera ai manovratori. I risultati di un questionario distribuito dalla UILM tra i lavoratori di Mirafiori, cui la stampa sabauda ha dato ampio risalto (che noi non intendiamo avvalorare citandolo, ma che risulta utile per spiegare lo stato delle cose), poneva come esigenza prioritaria consistenti aumenti salariali. I risultati del questionario venivano usati strumentalmente dalla UILM in contrapposizione alla linea della FIOM, che attraverso le dichiarazioni di Sabattini e Cremaschi si voleva orientata alla riduzione di orario. Ebbene, nella piattaforma non c'è...né l'uno né l'altra! Non c'è, di fatto, aumento salariale (più o meno consistente sarebbe almeno una questione di opinioni...) perché continuiamo a considerare un aumento qualcosa di diverso dall'adeguamento ad un indice di inflazione programmata (ad uso e consumo di chi è facile immaginarlo). Ma soprattutto non c'è un solo minuto di riduzione di orario (a parte i 30 minuti per chi fa il turno di notte) nella prospettiva delle 35 ore che, proprio i vertici sindacali, vorrebbero come risultato della contrattazione, piuttosto che derivante da un provvedimento legislativo. La creazione di nuovi posti di lavoro dovrebbe ottenersi, secondo le intenzioni di FIM-FIOM-UILM, grazie al controllo degli straordinari e alla spalmatura delle riduzioni di orario attualmente in vigore sull'orario annuo...beninteso in funzione delle esigenze delle imprese! Quel che è peggio la piattaforma nel calcolare l'orario effettivo lavorato settimanalmente detrae oltre alle 72 ore di P.R.O. (permesso riduzione orario) le 32 ore derivanti dall'accumulo delle quattro festività soppresse [vedi riquadro RIDUZIONE d'ORARIO].

Non è però questo il luogo per esaminare i singoli dettagli della piattaforma (diritti: sventagliata di commissioni che hanno almeno il merito di creare posti di lavoro per i funzionari distaccati; scatti di anzianità: le campane suonano a morto ecc.). Ci permettiamo solo di far rilevare come FIM-FIOM-UILM abbiano inserito come undicesimo punto qualificante della piattaforma la...quota di servizio contrattuale! [vedi riquadro QUOTA DI SERVIZIO CONTRATTUALE]. A scanso di equivoci e comunque vada, ci tengono evidentemente a ricordare che i loro "servizi" vanno...pagati. Per avvalorare le nostre apprensioni scatenate dalla lettura della piattaforma, si può fare riferimento ad un dato purtroppo oggettivo: il contratto dei chimici firmato a giugno '98 [vedi riquadro CONTRATTO CHIMICI].

Il contratto metalmeccanico comincia male inoltre per l'allineamento della stampa e delle televisioni alla consegna del silenzio e della disinformazione. C'è puzza di regime e sono ormai lontani i tempi in cui il popolo di sinistra poteva sghignazzare alle spalle di Emilio Fede. Valga tra tutti l'esempio della copertura fornita a FIM-FIOM-UILM dal "Manifesto - quotidiano ulivista S.p.A." al momento della presentazione della piattaforma l'11 settembre. Gabriele Polo noto ex-operaista torinese (ex perché oggi vive e Roma; i dubbi circa lo stato del suo operaismo non turbano i nostri sonni) apriva l'articolo dicendo: "Ci sono delle piccole cose per cui è necessario un grande coraggio, perché portano in sé il segno di una svolta. E' il caso della piattaforma contrattuale dei metalmeccanici...". Il problema è che in questo caso le cose sono talmente piccole che viene da chiedersi con quale microscopio sia riuscito a trovare "la riduzione dell'orario di lavoro al centro delle rivendicazioni di FIM FIOM UILM...".

Sul versante dell'autorganizzazione sono da valutare con attenzione i contatti tra FLM-uniti CUB e il Sin COBAS che, pur nelle differenze di impostazione, stanno mettendo in pista un agire comune sul tema del Contratto Metalmeccanico. Sabato 3 ottobre La FLM-uniti ha convocato una riunione straordinaria nazionale sul tema del contratto. Ma indipendentemente dai meriti delle forze dell'autorganizzazione, deve essere però chiaro che, di fronte all'attacco portato al mondo del lavoro con questo contratto (i cui veri temi sono la flessibilità spinta dell'orario di lavoro calcolato su base annua, ulteriore precarizzazione delle condizioni di lavoro attraverso l'introduzione massiccia dei contratti a termine e lavoro interinale, la prospettiva dei licenziamenti per...l'occupazione) e parallelamente con la nuova legge sulla rappresentanza, le possibilità di tenuta delle minoranze militanti raggiungerà il suo limite. La battaglia da vincere sarà, prima di tutto, quella di riuscire a far capire l'importanza della posta in gioco e la gravità della situazione sia ai colleghi, più o meno costretti ad accettare un monte ore insostenibile di straordinari o magari in attesa del prepensionamento, che ai giovani, pronti a sottovalutare la precarietà che gli viene offerta per sfuggire alla disoccupazione. Non lasciarsi isolare quindi e saper parlare non solo dalle piazze. Senza sottovalutare l'importanza del lavoro finalizzato alla bocciatura della piattaforma FIM-FIOM-UILM nelle fabbriche, ma tenendo però sempre presente il pericolo derivante da un'accettazione rigida di questo luogo di confronto visto che le consultazioni sono gestite unilateralmente dai confederali, bisognerà saper fare molto di più.

Carlo Sclerandi


LA RIDUZIONE DI ORARIO attualmente in vigore nel Contratto Metalmeccanico.

Attualmente i lavoratori normalisti godono, a partire dal 1994 di 72 ore di permesso riduzione orario (P.R.O.) fruibili per gruppi di 4 o 8 ore. Anche per i lavoratori turnisti la riduzione è di 72 ore, 20 delle quali sono...monetizzate! Questa riduzione che, lungi dall'essere fruita individualmente, viene variamente utilizzata dalle aziende attraverso accordi sindacali in funzione del calendario annuo o delle esigenze produttive (fermata natalizia degli stabilimenti ad es.) o in alcuni casi quasi interamente monetizzata, è il frutto di un protocollo sottoscritto nel 1983 e modificato nel 1987, 1990 e 1994. Questo protocollo graduava l'entrata in vigore dei gruppi di 8 ore con la seguente cadenza: 40 ore a partire dal 1 gennaio 1985, 56 ore a partire dal 1 gennaio 89, 64 ore a partire dal 1 ottobre 93 per arrivare alle attuali 72 ore in vigore dal 1deg. aprile 1994. Se le 72 ore attualmente in vigore vengono spalmate sul n di settimane effettivamente lavorate (detraendo quindi 4 settimane di ferie e 1,6 settimane ottenute calcolando una media pluriennale delle festività cadenti nei giorni feriali) si ottiene una riduzione di orario settimanale (teorica) di 1 ora 34 minuti e 32 secondi. Per arrivare a questo ci sono voluti 11 anni; provate ad immaginare quanto tempo ci separa dalle 35 ore!. Nella piattaforma attuale per calcolare la riduzione di orario settimanale (teorica) si parte invece che dalle 72 ore da 104 ore, ottenute sommando le 32 ore (32+72=104) in sostituzione delle festività soppresse. Lasciando da parte la logica (le festività soppresse sono feste da recuperare individualmente e non hanno nulla a che vedere con la riduzione di orario, visto che la loro soppressione si basa sul principio di non spezzare la continuità settimanale della produzione...ma quale logica ci si può aspettare da chi per 11 anni ha monetizzato la riduzione di orario?) è vero che così facendo il dato finale è leggermente meno sconfortante: 2 ore e 14 minuti...in 11 lunghissimi anni.

LA QUOTA DI SERVIZIO CONTRATTUALE

Dall'ALLEGATO 3 Contratto Metalmeccanico 5 luglio 1994.

"Le aziende comunicheranno mediante affissione nell'ultima settimana di settembre ai lavoratori non iscritti alle organizzazioni sindacali stipulanti che i sindacati medesimi richiedono una quota per il servizio sindacale contrattuale pari a lire 30.000 da trattenere sulla retribuzione corrisposta nel mese di ottobre 1994. I lavoratori che non intendano versare la quota di cui sopra devono dare avviso per iscritto agli uffici dell'azienda entro il 10 ottobre 1994..."

IL CONTRATTO DEI CHIMICI (da un documento dell'ALLCA-CUB)

Nel giugno '98 è stato firmato il CCNL dei chimici. L'orario settimanale è stato fissato a 37h 45m assorbendo non solo le riduzioni di orario, ma anche le ex festività (108 ore). Non solo non si è avuto un solo minuto di riduzione di orario, ma le 37h e 45m sono il risultato di una media tra le settimane in cui si lavora 48h (!) e le settimane in cui le ore lavorate sono 28, a seconda del carico di lavoro delle aziende. Inoltre se a fine anno il lavoratore non avesse compensato le settimane di 48h con quelle di 28h il 50% di questo lavoro aggiuntivo verrebbe monetizzato, mentre il restante 50% potrebbe essere utilizzato per riposi o per ...la formazione individuale! La formazione verrebbe quindi ad essere finanziata al 50% dalle aziende e al 50% dal lavoratore utilizzando le ore lavorate in più nell'anno precedente.

La percentuale di lavoratori con contratto a tempo determinato e interinale presenti in fabbrica viene elevata al 25%.

L'aumento medio di 95.000 medie lorde... in due tranches.



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