unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n. 30 del 11/10/98

Tra futurologi e palazzinari: prove tecniche di Giubileo
In nome del Papa Re

All'interno dell'ONU c'è un ufficio che si occupa dei fusi orari (sembra strano anche a me, ma al mondo c'è qualcuno pagato pure per fare questo) e, all'interno di questo ufficio è in corso una guerra, fortunatamente combattuta a colpi di carta bollata, tra le isole Tonga e le Samoa Occidentali.

Le due splendide isole tropicali si trovano, infatti, a cavallo della linea del cambiamento di data (che è quel particolare meridiano terrestre, attraversato il quale, bisogna cambiare la data all'orologio), ad oggi le Samoa sono dalla parte del giorno prima e le Tonga sono dalla parte del giorno dopo, e sono anche le isole più orientali della linea del giorno dopo.

Il problema nasce da questo: le Tonga si sono messe a vendere viaggi turistici per festeggiare il capodanno del 2000, perché, oltre a festeggiarlo per primi (come del resto tutte le altre località su quel fuso orario) é anche il primo posto sulla terra dove sorgerà l'alba del nuovo millennio. Pare che le prenotazioni stiano andando a gonfie vele e Tonga stia facendo un mare di soldi. Si sono svegliate allora le Samoa Occidentali che sono leggermente più a oriente di Tonga e, fiutando l'affare, hanno chiesto di spostarsi aldilà della linea di cambiamento di data. Pare che per pacificare i due arcipelaghi sia intervenuto addirittura Kofi Annan che, per sdrammatizzare, abbia sottolineato che il nuovo millennio comincia nel 2001 e non nel 2000.

Insomma il 2000, non rappresentando neanche l'inizio del millennio, non sarà affatto un anno particolare. In nessun paese del mondo, visto l'ha detto anche il segretario dell'ONU. In nessun paese del mondo, tranne che a Roma.

A Roma infatti, nel 2000, arriveranno molti signori, dai gusti buffi, dai costumi strani: i pellegrini.

Già, ma quanti saranno? Benché abbia già speso 6 miliardi per la previsione dei flussi turistici l'agenzia per il giubileo modifica continuamente le sue stime. Nell'ultima previsione fatta (fine luglio '98) ne prevedeva 16.200.000 italiani e 9.900.000 stranieri, nella penultima (sei mesi prima) erano previsti 2 milioni di pellegrini di meno. Il Vaticano intanto ne prevede 30 milioni. Vista l'ampiezza delle differenze a così poco tempo dal giubileo io vorrei tanto sapere chi si è pappato i 6 miliardi e cosa ne ha fatto.

Prevedere i momenti di maggiore presenza, infatti, è abbastanza facile: pasqua, natale, apertura e chiusura della porta santa, giornate dedicate a eventi particolari; pochi pellegrini in inverno, di più in primavera ed estate. La parte poco più difficile è stabilire con meno approssimazione il numero complessivo degli arrivi. Questo tipo di lavoro è semplificato dal fatto che la maggior parte dei pellegrini viaggia con le parrocchie, che sono organizzate dell'Opera Pellegrinaggi di monsignor Liberio Andreatta, il tour operator del Vaticano, che ha assorbito anche l'unica altra agenzia di viaggi per i pellegrini del Vaticano: la "Peregrinatio ad Petri sedem".

Insomma, in queste condizioni favorevoli, sbagliare di così tanto vuol dire fare delle cifre a caso e non preoccuparsene più di tanto. Figuratevi se qualcuno andrà da quelli che si sono beccati l'appalto delle previsioni e gli dirà: "I pellegrini sono stati 20 milioni e non 26 come avevi previsto, ridacci i 6 miliardi!".

Purtroppo, siano 20 o 26 milioni, il risultato non cambia. Ci sarà per l'anno santo un'invasione della città ridotta a parcheggio e struttura di servizio per il Vaticano. In una situazione del genere anche ammesso che quest'anno santo avessero proprio dovuto celebrarlo, la cosa più normale del mondo sarebbe stata cercare di ridurre i disagi per i cittadini romani. E invece che ti inventa il Vaticano: una serie di grandi eventi per richiamare a Roma, in giornate particolari, ancora più persone.

Tra questi eventi segnaliamo la beatificazione di qualche predecessore del Papa, tra cui quel Pio XII delle leggi razziali, dell'appoggio al fascismo ed al nazismo, organizzatore e finanziatore della fuga in Sud America dei criminali di guerra nazisti. Non so che miracoli possa aver fatto Pio XII, ma ritengo che la sua beatificazione sia del tutto coerente con la politica della chiesa. In questi giorni, in Croazia, oltre a benedire l'ennesimo dittatore (in fondo Tudjman non è peggiore di Castro o Pinochet), il papa ha beatificato il cardinale Alojzije Stepinac. L'opera santa di questo carnefice fu l'appoggio ufficiale al regime filo-nazista di Ante Pavelic (considerato dalle stesse SS un sadico), l'organizzazione di squadracce per le conversioni forzate di serbi, ebrei, omosessuali e zingari e l'avallo religioso dato al massacro di mezzo milione di persone, colpevoli solo di non essere fascisti e cattolici. La cosa è stata tanto clamorosa da sollevare persino le proteste del centro Weisenthal, generalmente molto cauto nel prendere posizione su questioni religiose. Per la chiesa cattolica nessun problema, tanto tra cinquecento anni ci sarà sempre un papa che potrà chiedere scusa, come si accingono a fare ora per alcuni (ma solo alcuni) roghi di eretici.

Un altro degli eventi attesi è la giornata mondiale della gioventù, che dovrebbe far convergere a Roma 2.000.000 di pellegrini il 20 agosto del 2000. Visto che in piazza san Pietro non ci sarebbero entrati si è cercato un altro posto dove far svolgere l'evento. Si è così pensato al santuario del divino amore. Dopo un attento, circostanziato e ben pagato studio di fattibilità era stato deciso di investire per il progetto 130 miliardi. Solo i servizi igienici per l'evento sarebbero costati 6 miliardi, avrebbero dovuto spianare colline, allestire megaschermi, approntare campeggi e parcheggi. Purtroppo nessuno, ma proprio nessuno, della pletora di esperti ben remunerati, pagatissimi estensori dello studio di fattibilità, scienziati vaticani dei raduni di massa, ha pensato di chiedere il parere ai proprietari dei terreni, che una volta saputolo dai giornali, hanno detto di no.

Panico e costernazione dei prelati coinvolti ("Dire no al divino amore è dire no alla madonna!"), i proprietari irremovibili: far arrivare due milioni di pellegrini sui terreni da loro coltivati, avrebbe significato per loro dover cambiare mestiere per parecchi anni.

Hanno così deciso di trovare un altro posto in cui tenere il raduno.

Cerca che ti ricerca, tra autocandidature e proposte (la nostra di una piattaforma off-shore mi sembra ancora la più valida), è stata individuata l'area di Tor Vergata.

A Tor Vergata, lo precisiamo per le persona di scarsa cultura e per i laziali, sorge la seconda università di Roma che, finora, è stata ospitata in un motel ed è servita prevalentemente a moltiplicare cattedre, baronie e prebende piuttosto che a decentrare la sovraffollata "Sapienza". Nell'area stanno sorgendo nuovi palazzi, il policlinico, le strade, insomma tutte le infrastrutture per trasformarla in una vera università. Tutto bene, direte voi. E, invece, manco per niente! Tutti i lavori dell'area, esistenti e futuri, di manutenzione e di nuove costruzioni, sono stati affidati dall'università, con una convenzione, ad un consorzio d'imprese edili creato, controllato e gestito dalla Vianini di Francesco Gaetano Caltagirone (si, proprio quel Caltagirone!), proprietario, tra le altre cose, anche del "Messaggero" (da notare che anche l'altro giornale capitolino, "Il tempo", è di proprietà di un altro palazzinaro, Bonifaci, ..... quando si dice "I padroni della città"!).

Tanto per dare un'idea della convenienza della convenzione si pensi che per sostituire una lampadina fulminata, l'università spende 90.000 lire solo di manodopera.

E tanto per essere più chiari sulla natura dei rapporti tra università e Vianini, si pensi che il provveditorato alle opere pubbliche del Lazio sta chiedendo rilievi ed informazioni all'università per quelle opere (poche) che andranno a gara pubblica. E l'ateneo, per darglieli, si serve del consorzio guidato dalla Vianini.

Il piano definitivo di fattibilità sarà presentato il 15 ottobre prossimo; alcune cose, però, già si sanno. Come gli stanziamenti lievitati a 300 miliardi, o come gli appalti per i lavori, tutti a trattativa privata (senza controlli né bandi di gara), tutti affidati a Francesco Gaetano Caltagirone.

Già si sa che sono previsti 25 miliardi per i bagni. Vi state chiedendo perché tanta insistenza per i bagni? Dovete sapere che quei gabinetti chimici che trovate sempre rotti quando andate ai concerti, sono prodotti da un unica ditta in Italia, la Sebach, che penso sarà molto felice per queste scelte (chissà con quanti zeri si scrive felice?).

Sono previsti 73 chilometri di strade e stradine, la maggior parte delle quali provvisorie, e l'illuminazione, con lampioni, di tutta l'area. Così, finita la giornata mondiale della gioventù, avremo cento ettari di campagna romana ben illuminati e senza che un contadino possa lavorarvi la notte data la difficoltà di passare un aratro sull'asfalto.

È da notare il miracolo fatto dal papa: gli elettrodotti dell'area saranno interrati. L'ENEL, che non ha soldi per limitare le leucemie da inquinamento elettromagnetico di tante zone d'Italia, miracolosamente li trova per evitare un giorno di rischio ai pellegrini.

Casualmente nella zona si trovano interrate la via Labicana, alcune ville romane, una stazione di posta romana e ruderi dell'antica villa di Passolombardo e di un'altra villa latina. Roma, si sa, è piena di ruderi, e nulla è stato previsto per salvaguardare questi monumenti. Anzi è intervenuto addirittura Walter Kennedy Veltroni per ridurre al silenzio il sovraintendente La Regina che minacciava il blocco dei lavori.

Data l'enormità delle somme spese, sicuramente gli stanziamenti lieviteranno ben oltre i 300 miliardi già impegnati, che si vanno ad aggiungere ai 200 che avrebbero dovuto esser spesi per la costruzione dell'università e che, in parte, saranno riutilizzati per quest'evento, il Comune di Roma ha pensato di moltiplicare il problema organizzando a Tor Vergata anche altri tre raduni, fortunatamente meno partecipati.

Tra questi, per noi, è da notare il primo maggio il raduno della giornata mondiale dei lavoratori. Non ha un rilievo numerico (sono infatti attese solo 300.000 persone), ma politico. A me fa veramente schifo l'ipocrisia della chiesa che si appropria della giornata in cui noi ricordiamo gli anarcosindacalisti assassinati a Chicago per festeggiare un improbabile san Giuseppe artigiano.

Torniamo però alla giornata mondiale della gioventù ed ai problemi che comporta.

Gestire un raduno da due milioni di persone è, infatti, una cosa molto difficile, tanto per fare un esempio: come arrivano fino a lì i pellegrini? Quando si parlava del divino amore avevano pensato di farli arrivare a Roma Termini in treno e poi a piedi fino al santuario (che non è affatto vicino), a Tor Vergata (che si trova all'esterno del raccordo anulare, sulla Casilina) quest'ipotesi non è assolutamente praticabile. In pullman? Ce ne vorrebbero 40.000, il che significa, messi uno dietro l'altro, una fila di 1.200 chilometri e qualche difficoltà per trovare parcheggio. Tra l'altro l'unica cosa che avrebbero potuto fare di qualche utilità per la cittadinanza romana, cioè la modifica dello svincolo della Casilina sul Raccordo Anulare (che è un vero imbuto), non è neanche prevista.

E poi, come pensate che possano vedere tutte insieme due milioni di persone un unico palco? Beh, a questo, a dire la verità, hanno già trovato la soluzione: 600.000 persone lo vedranno dal vivo e l'altro milione e mezzo da megaschermi sparsi nella zona. Insomma, ci sarà un milione e mezzo di pellegrini che attraverserà il mondo per vedere il papa ... in televisione!

Una domanda sorge spontanea: ma per quale cavolo di motivo dobbiamo pagare noi non meno di 150.000 lire per ogni pellegrino che viene a Roma ed oltretutto subirci i disagi legati al suo arrivo?

Faccio una proposta alternativa: diamo pure le 150.000 lire ad ogni pellegrino, ma la televisione che se la vedesse a casa sua! Già so, purtroppo, che questa proposta non ha alcuna possibilità di passare; la chiesa cattolica ha troppo bisogno di questi bagni di folla, se no che figura ci fa con gli indù che si radunano a milioni nelle piane del Gange o con gli islamici che, anche loro in milioni, vanno alla Mecca?

Insomma per il duemila meglio andare a Tonga, o alle Samoa Occidentali a vedere l'alba del nuovo millennio, o l'ultimo tramonto di questo, naturalmente dal vivo ..... e non in televisione (e che siamo pellegrini noi?).

Francesco Fricche



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org