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Da "Umanità Nova" n. 31 del 18/10/98
Si parla in questi giorni di crisi del governo. Lo dice anche la televisione, quindi è sicuramente vero.
Certo i ministri ed i sottosegretari saranno pure in crisi, ma, a differenza di
tutti coloro che perdono un lavoro, loro possono dormire sonni tranquilli: un
bel gruzzoletto da parte sono sicuramente riusciti a metterlo.
Se non sono membri del parlamento, il loro stipendio base è di
24.500.000 al mese, se ministri, ed è di 22.900.000 lire al mese, se
sottosegretari. Hanno inoltre diritto a tutti i benefici ed ai rimborsi spese
concessi ai parlamentari.
Solo di stipendi per i suoi componenti, il governo ci è costato, l'anno
scorso, oltre 9 miliardi 700 milioni di lire. L'aumento rispetto l'anno
precedente è stato del 15,75 %; evidentemente per loro non vale il tetto
dell'inflazione programmata.
Un onorevole prende, al mese, di stipendio base 17.900.000 lire (un senatore
18.500.000), a questo vanno aggiunti 4.125.000 di rimborso spese per vitto e
alloggio, 6.500.000 di rimborso spese segreteria (la famosa "indennità
portaborse"), un rimborso spese per affitto ufficio di 1.137.000, un rimborso
variabile di spese viaggio che va da 1.650.000 (per i residenti a Roma) a
1.983.000 per gli altri, (se vi sembra poca la differenza tra i residenti a
Roma e gli altri, ricordate che gli onorevoli viaggiano gratis su treni, aerei
ed autostrade), secondo quello che fanno al parlamento prendono anche altre
indennità che vanno dalle 650.000 del membro di commissione ai
12.500.000 del presidente della camera. Ovviamente prendono tutto questo ogni
mese per quattordici mensilità. Non pensiate che i 4 milioni per i viaggi all'estero li spendano veramente, si fanno mandare "in missione" dalla camera e in quel caso, oltre al totale rimborso spese, si pappano anche 250.000 al giorno di indennità di missione (ovviamente questo vale anche per i viaggi in Italia).
Tutti i rimborsi e le indennità gli vengono date anche se non le
utilizzano. Per esempio, anche chi non affitta un ufficio, ma usa quelli che la
camera gli mette a disposizione, prende l'indennità per le spese di
affitto ufficio. Usano questa scusa per confondere le idee sul loro stipendio e
per non pagarci le tasse sopra (i rimborsi spese non sono tassati).
Vabbè, direte voi, poverini! Magari alle elezioni successive li
"trombano" ed allora che fanno? E' semplice: vanno in pensione! Ogni parlamentare poi, ogni anno, ha una quota di finanziamento pubblico dei partiti pari a 169.000.000 a testa. Vabbè, ma quella è del partito, mica la loro, direte voi! Ma chi ve l'ha detto? Ogni parlamentare, una volta eletto, si dichiara appartenente ad uno schieramento, che può essere formato anche da lui solo. Per esempio, lo fece Sgarbi, che, per evitare la figuraccia di fregarsi da solo tutto il malloppo, si mise d'accordo con gli ultimi epigoni del partito socialista per spartire la quota del finanziamento (fecero metà e metà). La quota di finanziamento che ogni parlamentare percepisce per i propri organi di partito è invece di 50.000.000 a testa, vale la stessa regola del finanziamento pubblico, solo che bisogna essere almeno due per prendersela. E' così accaduto che due parlamentari del CCD hanno fondato un proprio organo di stampa, "Il denaro" (natura est in nomina rerum), che si becca 100.000.000 l'anno. La crisi in Italia c'è: sono in crisi i pensionati e le pensionate al minimo, sono in crisi le disoccupate ed i disoccupati, sono in crisi le famiglie monoreddito, ma al parlamento ed al governo la crisi proprio non c'è (anche se lo dice la televisione!).
Francesco Fricche
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