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Da "Umanità Nova" n. 33 del 1/11/98
Non é il classico vilipendio alla polizia che si può leggere su di un giornale anarchico, é la sintesi della cronaca nera che vede protagonisti agenti delle polizie operanti a Bologna. A metà ottobre veniva arrestato Massimo Nanni agente di PS, scoperto in seguito ad una confidenza di in informatore mentre svolgeva il secondo lavoro di corriere della droga, la settimana scorsa veniva denunciata l'estorsione ai danni di un immigrato albanese da parte di due agenti delle Uct (Unità di controllo territoriale, a Bologna famigerate per il loro modus operandi e perché vi svolgevano la loro attività i componenti della "Uno bianca"). L'informatore rivolgendosi al p.m. Carlo Ugolini, stando alle cronache, avrebbe parlato di "cattivi poliziotti", usando quindi un illuminante plurale che la Questura e la Prefettura hanno smentito parlando della "solita mela marcia". Degli agenti colpevoli dell'estorsione non si sanno i nomi ma sono più d'uno. Alla fine di settembre "sparì" dal piazzale antistante la Questura di Bologna una Uno bianca in dotazione alla squadra mobile e fu trovata bruciata sulle colline di Bologna. La stampa cittadina, replicando una velina della Questura, parlava di un ladruncolo (mai individuato, forse perché mai cercato) che, resosi conto della natura del mezzo, vi avrebbe dato fuoco per far sparire le sue impronte. Un po' più di perspicacia ed ecco che il mezzo può trasformarsi in auto "scottante" da ripulire perché usata per missioni riservate. Anche i primi episodi che videro all'opera la banda dei Savi si concretizzavano in estorsioni, pestaggi, traffici di droga ed armi per poi scalare verso le rapine, gli omicidi a sangue freddo, l'assalto alle poste di via Mazzini con tanto di bombe a mano gettate nell'atrio. Non vi sono, allo stato, elementi per trarre affrettate conclusioni. Vi sono però tutti gli elementi per destare fondati sospetti che, come denunciato all'epoca, la "pulizia" della Questura di Bologna non sia stata affatto accurata. Va ricordato che in quell'occasione il p.m. Di Pietro (proprio il Tonino nazionale) fu inviato a Bologna per un'ispezione e se ne andò con la fatidica frase "tutt'apposto"!. Certo é che i rambi bolognesi si sentono dei padreterni visto che l'amministrazione ha varato nell'estate il piano della sicurezza (con pattugliamenti coordinati di PS, CC, Fiamme Gialle, Pattuglie cittadine e Polizia Municipale, ci manca solo l'esercito, l'aeronautica e l'Associazione Nazionale Alpini e poi siamo a posto) già ribattezzato progetto "zero tollerance" e che si esplica in retate mattutine, pomeridiane, serali e notturne a caccia di barboni, mendicanti, ambulanti, immigrati, prostitute, occupanti di case e "n'do cojo cojo". Oggi si tenta di soffocare la notizia anche perché se a capo del gabinetto c'è la Jervolino la responsabilità politica a Napolitano e Vitali non gliela toglie nessuno. Leggeremo la cronaca nera sempre con maggiore attenzione. redb
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