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Da "Umanità Nova" n. 34 del 8/11/98
cronacAnarchica
Messina: L'isola che c'è
Da Messina ci perviene notizia della nascita di una nuova iniziativa di cui
pubblichiamo la presentazione: "Vi sono pietre che sognano di essere
colorate/ esistono rami spezzati che attendono d'essere scolpiti/ e nell'aria
.. aliti di poesie ancora non svelate".
L'isola che c'è nasce dall'esigenza di riunire tutti quegli artisti ed
artigiani che considerano la strada come il luogo ideale per esprimere la
propria creatività, sotto il comune denominatore della
multiculturalità e dell'autoproduzione.
La riscoperta della strada come luogo di incontro ove sperimentare se stessi
oltre il corpo, ma attraverso di esso e le sue modalità di espressione:
musica, arte, poesia, colore, oggetti in rapida evoluzione, ci inducono a
superare i limiti impostici dalla pura materia, per inoltrarci nel mondo
più insolito e conturbante delle emozioni, dove tutto diventa
possibile.
L'artigianato come percorso alternativo , come riscoperta di valori dal sapore
antico : piccoli oggetti con una storia sempre diversa, che raccontano a
chiunque abbia voglia di ascoltarla. Una storia che si svolge lontano dalle
catene di montaggio, che continuano a sfornare inutili copie di una cosa sempre
uguale, oggetti senz'anima che andranno a finire nelle discariche delle nostre
città.
L'artigianato come possibilità di lavoro autorganizzato, al di fuori
degli schemi che il Capitale cerca di imporre, con le sue assurde regole sulla
mobilità che non fanno che alimentare disoccupazione e precariato.
L'isola "appare" ogni sabato pomeriggio, a Messina, in via Luciano Manara
angolo ex cinema Odeon ed e aperta a tutti coloro che desiderano esporre i
propri oggetti o esprimersi attraverso musica, poesia , dipinti, sculture ...
ed a chiunque voglia visitarla.
Se l'isola nasce, infatti, dalla volontà di rivalutare l'artigianato
(sia come economia alternativa, che come recupero delle tradizioni e della
creatività popolari) essa vuole andare oltre, configurandosi come luogo
multiculturale, dove trovano spazio le esperienze libertarie della
città, prima fra tutte la Biblioteca di Studi Sociali Pietro Gori, che
è presente con un banchetto per la distribuzione dell'editoria e della
stampa anarchiche.
Sono stati allestiti anche un "angolo della poesia" (dove ogni passante
può scrivere i propri pensieri su un cartellone) ed un banchetto per la
raccolta delle petizioni (per una carta dei diritti dei disoccupati, contro la
vivisezione ecc.).
Ed inoltre improvvisazioni musicali, teatro da strada, giocolieri e quant'altro
animano tutti i sabato pomeriggio.
Questa iniziativa segna finalmente il ritorno di un esperimento autogestionario
in città, ricucendo quel filo spezzato dalla violenza poliziesca con lo
sgombero del C S.O.A. Fata Morgana nell'apri1e del '93.
Siamo interessati a metterci in contatto con altre realtà analoghe in
Italia (e non solo) per uno scambio di idee e materiale e ci troviamo d'accordo
sull'ipotesi della creazione di una rete nazionale fra tali esperienze.
Siamo reperibi1i:
- durante la nostra assemblea settimanale, ogni mercoledì, alle ore
19:30, presso la sede della Confederazione Unitaria di Base, in via dei Verdi
Ndeg. 58, alle spalle dell'Università Centrale ;
- presso i seguenti numeri telefonici: Giacomo tel. 090/57890; Carmen tel.
090/326452; Antonio tel. 090/2926321 - al seguente indirizzo e-mail
boppo2001@yahoo.com "
Livorno: lavoratori anarchici
I lavoratori anarchici della FAI di Livorno hanno promosso presso la sede della
Federazione Anarchica Livornese per il 5 novembre un'assemblea che ha preso le
mosse dalle seguenti considerazioni: "La formazione del governo D'Alema ha
subito provocato delle notevoli conseguenze.
Mentre il governo Prodi si barcamenava tra un'opposizione parlamentare sempre
disposta ad accordarsi sulle spartizioni di potere e ad appoggiare il governo
sulle scelte più apertamente antipopolari, il nuovo governo sembra avere
come oppositori gli aspiranti yuppies al seguito di Berlusconi e co.
Questa stagione è ormai da anni quella delle manifestazioni nazionali
del sindacalismo di base, per il diritto di rappresentanza, contro la
finanziaria, etc., anche oggi non mancano i motivi per protestare, per scendere
in piazza, per organizzare una grande giornata di lotta, che veda protagonisti
i lavoratori e le loro organizzazioni.
I personaggi di questo governo sono gli stessi che nel governo Prodi hanno
combattuto l'autorganizzazione dei lavoratori (Bassanesi, Berlinguer, Ciampi,
etc.), hanno varato misure contro il salario, le pensioni, l'occupazione, per
la persecuzione dei proletari immigrati ...
Il programma del governo D'Alema è una resa ai privilegiati contro gli
interessi popolari (finanziamenti alla scuola privata, rinvio delle elezioni
sindacali nella scuola, nuovi tagli al costo del lavoro, flessibilità
cioè licenziamenti -).
L'opposizione sociale, di cui i sindacati dei lavoratori sono il nerbo, deve
far sentire la propria voce, per impedire la nascita del regime.
Purtroppo, rispetto agli anni scorsi, siamo ancora indietro nella preparazione
di un'iniziativa di lotta, ma crediamo che si debba comunque partire e che
Livorno possa dare un segnale in tal senso."
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