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Da "Umanità Nova" n. 34 del 8/11/98

Trasporti
Percorsi sindacali unitari

La teoria e la pratica: ma quanto difficile e faticosa è la pratica!

Di quale teoria si vuole parlare?

Della teoria dell'unità dei lavoratori, dell'unità del sindacalismo di base per un fine: quello di dare uno strumento ai lavoratori per difendere quantomeno il livello delle proprie condizioni di lavoro e di vita.

Dell'unità se ne parla spesso su UN e sugli altri giornali e riviste del movimento cosiddetto di opposizione, ma ben poco si pratica!

Da anni nessuno ha mai negato la necessità dell'unità dei lavoratori, ma poi si è costruito differenti organizzazioni, naturalmente tutte favorevoli all'unità, ma a quella più "calda" o a quella più "fredda".

Ci pare che sia il momento di darsi una mossa, anche perché i nostri nemici naturali, il capitale e lo stato, si muovono alla velocità di una Ferrari.

Noi cerchiamo di fare la nostra parte dando qui alcune prime informazioni del, probabilmente unico, tentativo di praticare nei fatti un progetto di unità dei lavoratori.

Ebbene nella non mai quieta categoria dei lavoratori dei trasporti è stata iniziata da poco più di un mese un'esperienza unitaria.

Il 21 settembre a Roma si è costituito formalmente il C.N.U. - Trasporti, Federazione del Sindacalismo di Base nel Comparto Trasporti.

Il CNU - Trasporti è l'atto finale di un confronto fra tutte le organizzazioni del sindacalismo di base, e non solo, presenti in Italia, che dura ormai da qualche anno, da quando per respingere i tentativi di limitare ulteriormente la libertà di sciopero da parte dell'allora ministro dei trasporti Caravale, tutti i sindacati di base del settore, i cobas ed anche qualche associazione professionale organizzarono il primo sciopero nazionale di tutti i lavoratori dei trasporti CGIL, CISL e UIL. Lo sciopero, riuscito, raggiunse il suo obiettivo: il ministro fu costretto a ritirare il suo "protocollo".

Particolarmente ma non esclusivamente intorno alla tematica del diritto allo sciopero molte sono state le riunioni, le discussioni, le iniziative, i differenti atteggiamenti, la presa d'atto di diversità politiche e comportamentali non facilmente né a breve tempo superabili.

E poi nel 1996 venne costituito un ampio Coordinamento del settore autoferrotranvieri (ben 7 sindacati) capace di presentare alle organizzazioni padronali Federtrasporti, Fenic, Anac una piattaforma contrattuale alternativa e di sostenerla con scioperi fortemente partecipati.

Il 1997 vide l'esperienza unitaria nelle Ferrovie del Coordinamento contro la Direttiva Prodi (contro la privatizzazione/liberalizzazione/spezzettamento delle ferrovie) e l stabilizzarsi di un terzo "Tavolo delle regole" (dopo quello dei sindacati firmatari i contratti Filt, Fit, Uilt, Fisafs ed altri, e quello degli industriali). "Tavolo" dove si sarebbe dovuto trovare un accordo sulle "nuove" regole per gli scioperi nei trasporti e dove, nonostante le nostre differenze interne e le "debolezze", abbiamo saputo tenere testa agli attacchi del ministero dei trasporti e della commissione di garanzia L.146/90.

Insomma abbiamo nei fatti affermato definitivamente, lo confermò lo stesso ministro Burlando in un'intervista, che il comparto industriale dei trasporti ha ormai stabilizzato una radicata presenza alternativa ai sindacati di stato, e che non è più possibile né per la Federtrasporti né per il governo non fare i conti con noi.

Il 1998 sta dimostrando questa verità: prima con il forte e partecipato sciopero di marzo in ferrovia in difesa del macchinista FS licenziato, poi con le lotte negli aeroporti e nei trasporti urbani e d extraurbani.

Quali sono le organizzazioni che hanno costituito il CNU - Trasporti?

La FLTU-CUB, sindacato di base che organizza ferrovieri, appalti FS, marittimi, autoferrotranvieri e autostradali; il Sulta-CUB con i lavoratori di tutti i settori del trasporto aereo; il CNL - Trasporti, molto numeroso nel settore autoferrotranvieri, nato abbastanza recentemente da una forte spaccatura del Faisa - Cisal (sindacato autonomo); l'UCS, organizzazione di categoria dei capistazione delle FS, che da poco tempo sta organizzando anche lavoratori delle altre mansioni del settore "circolazione treni"; il Sin - Cobas, nato da una spaccatura dello Slai Cobas organizza ferrovieri, marittimi ed autoferrotramvieri.

Il 28 ottobre il CNU - Trasporti ha firmato un protocollo di intesa con il Comu - Coordinamento Macchinisti Uniti - che traccia un percorso di ulteriore confronto. Approfondimento ed iniziative comuni tra le organizzazioni prima di una definitiva adesione.

Non hanno invece aderito la F.T. RdB (Federazione Trasporti della RdB) che, dopo essere stata tra le organizzazioni che hanno maggiormente sostenuto gli incontri dei trasporti e addirittura firmato un primo documento comune come CNU - T, al momento di firmare l'Atto Costitutivo si è sfilata. Che cosa è successo? Come ben sappiamo le RdB sono un'organizzazione centralizzata e non amano che propri pezzi possano uscire dal controllo del centro, anche se parzialmente, per questo hanno ritirato la loro precedente disponibilità.

Anche lo Slai - Cobas è rimasto fuori da questo processo unitario perché, secondo questa organizzazione, non si devono fare patti federativi, anche se selezionati e dopo un lungo dibattito come il nostro, ma si deve prima raggiungere l'unità di analisi e di prospettiva politica.

Un patto fra il sindacalismo di base nei trasporti che "corre il rischio" di arrivare a costruire una forte Federazione de lavoratori, alternativa, di base, indipendente, in grado di difendere i lavoratori dagli effetti negativi dei processi di ristrutturazione capitalista e di rivendicare un differente sviluppo nel settore.

Un patto non può dirsi di vertice, in quanto già sperimentato nelle iniziative di lotta comuni degli anni passati, e che da tempo sta coinvolgendo le varie situazioni locali/provinciali.

Certo questo non significa che esiste già un'unità completa e funzionante fra i lavoratori di ogni località, in ogni luogo di lavoro, ma che c'è un forte e serio tentativo di limitare tutte le cause di divisione dipendenti da differenze di appartenenza politica, da personalismi, da incomprensioni.

Rimangono fuori le differenze oggettive dipendenti dal ruolo rivestito sul posto di lavoro, quelle che aziende e sindacati di stato cercano di alimentare con i contratti e gli accordi che firmano, ma il superamento di queste differenze è uno dei compiti di un sindacato conflittuale.

Riuscirà il CNU - Trasporti a rispettare i compiti che si è dato?

Non lo sappiamo, certo tenteremo!

Non sappiamo neppure se il CNU-Trasporti, nel proseguimento dello scontro con il capitale e lo stato, si configurerà come un sindacato libertario.

In questa fase ci pare impossibile dare risposte a questa domanda, ci è sufficiente constatare che il CNU - Trasporti non è un sindacato autoritario e centralizzato.

Sappiamo però che con questo nuovo strumento organizzativo i lavoratori dei trasporti riusciranno a rallentare e modificare alcuni processi di riorganizzazione capitalistica del trasporto, che altrimenti andrebbero a spese di loro stessi e degli utenti.

Enzo Fantozzi



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