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Da "Umanità Nova" n. 36 del 22/11/98

A proposito di San Petronio...
Chi strumentalizza e chi lotta

C'è stato uno sgombero di 75 famiglie di immigrati, un corteo fino piazza Maggiore, l'occupazione della basilica di San Petronio, e finalmente tutto ciò è uscito dalle pagine di cronaca nera del famigerato Resto del Carlino, anima nera della coscienza perbenista e forcaiola bolognese, investendo la città, la sua indifferenza, e scuotendo l'attenzione dell'intera nazione.

Non tutti sanno che decine di migliaia tra immigrati, precari, disoccupati, da anni occupano tutto ciò che la dissennata politica "sociale" bolognese lascia a marcire o vende speculando; non tutti sanno che il primo centro di accoglienza era in realtà un'occupazione regolarizzata e che per questi anni, per questi soggetti, la pratica dell'occupazione era l'unica in grado di restituire loro quella dignità che le istituzioni negavano, costringendo intere famiglie a dormire per strada o in macchina.

L'esigenza di occupare, il bisogno della casa, non è solo degli immigrati: lo è degli studenti, costretti a pagare mezzo milione per un posto letto, lo è delle famiglie in attesa di sfratto, lo è per i precari, i disoccupati, i pensionati, le famiglie che devono campare con meno di due milioni al mese in questa costosissima città.

Bisognava colpire il cuore di questa città, San Petronio e piazza Maggiore, perchè tutto questo venisse fuori?

Su tutti i giornali si parla di strumentalizzazioni. Sotto questo termine si nasconde il solito razzismo istituzionale, che vuole gli immigrati soggetti deboli, passivi, "persone semplici mosse da menti superiori", secondo le parole del prete Nicolini.

Ciò che i nostri amministratori e i nostri pedagoghi non riescono a digerire è che questi sono soggetti in grado di autorganizzarsi, lottare e magari vincere sulla base dei loro bisogni, cosa che ancora gli italiani purtroppo non riescono a fare.

Dietro le presunte strumentalizzazioni, molti vogliono nascondere le proprie colpe:

L'inquisita assessora alle politiche sociali Lalla Golfarelli che dopo aver fatto orecchie da mercante alle richieste dei fondamentali bisogni di esistenza, ha pronunciato i suoi stalinisti "Niet" palesando la più arrogante indifferenza. Meno indifferente si è invece dimostrata quando si trattava di intascare le tangenti della coop. Gabbiano: Un miliardo e mezzo destinato ai profughi albanesi, finito nelle tasche private.

Il sindaco Walter Vitali, colpevole di aver praticamente privatizzato un'intera città, perfino l'asfalto con il più impopolare piano sosta d'Italia. Per lui era più proficuo destinare miliardi alle scuole cattoliche, farsi ancora più amico Biffi, che dare una casa agli immigrati.

Il cardinale Biffi, che ha chiuso perfino i cessi del suo feudo, impedendo agli occupanti di san Petronio l'uso dei bagni, un bicchiere d'acqua...La casa di Dio è parsa poco disponibile ad accogliere i poveri bisognosi senza tetto, ha invece richiesto lo sgombero immediato.

Il vicequestore Preziosa, praticamente un fascista in divisa, che ha caricato a freddo donne, bambini, studenti, dimostrando all'intera città la sua ammirazione per il dittatore Pinochet ed il suo amore per il manganello.

I celerini, uno per uno, che hanno eseguito senza esitazioni ordini che chiunque con un briciolo di umanità avrebbe rifiutato.

I giornalisti sempre pronti a rimescolare le carte a favore di questa amministrazione vigliacca e ladra, sempre pronti a diffondere false notizie, a costruire campagne razziste e discriminatorie.

I padroni, che hanno licenziato gli immigrati che partecipavano all'occupazione, volendo negargli ogni possibilità di espressione e lotta.

Il governo, che istituisce veri e propri lager come campi di detenzione degli irregolari, che attraverso una finta sanatoria, che regolarizza solouna minima parte degli immigrati presenti in Italia, continua a discriminarli, creando immigrati di serie A e B, ricattabili e docili alle esigenze produttive dei padroni.

Un'altra Bologna si è vista nella piazza, composta da studenti, immigrati, cittadini, esprimendo non tanto la solita solidarietà pietista, ma un appoggio reale a lotte che rivendicano i fondamentali diritti umani di ogni individuo.

Le centinaia di studenti in piazza hanno dimostrato come l'università possa essere qualcosa di differente da semplice luogo di apprendimento e disciplina, ma un reale elemento critico all'interno della città.

Vogliamo ripartire da questo per mantenere alta l'attenzione in città: le famiglie sono ancora baraccate in via del Pallone e senza soluzioni, dieci per stanza, senza finestre, con due bagni esterni dove lavarsi, e solo la solidarietà di chi ha portato coperte, fornelli, cibo agli immigrati, ha potuto rendere la loro situazione vivibile.

Indiciamo un'assemblea in università per:

-Creare un punto di riferimento (in un'università che non lascia alcuno spazio libero) per chi volesse sostenere la lotta degli immigrati, che sia luogo di controinformazione all'interno della città.

-Proporre momenti seminariali sulle tematiche dell'antirazzismo e del pregiudizio razziale.

-Avviare percorsi di lotta e liberazione autorganizzati.

-Costruire le basi di una manifestazione nazionale a Bologna

Assemblea Martedì 17 ore 15 Aula 3 via Zamboni 38

Assemblea universitaria del 14 novembre in solidarietà agli immigrati



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