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Da "Umanità Nova" n. 36 del 22/11/98

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Spezzano Albanese: comizio della Federazione Municipale di Base
L'anomala campagna elettorale per le amministrative del 29 novembre che si sta svolgendo a Spezzano Albanese, per la presenza di una sola lista in campo (vedi UN 1 Novembre '98), continua a suscitare nella comunità non poche riflessioni ed abbastanza clamore nella cronaca della stampa regionale, quest'ultima ora schierata con la lista in campo ed ora invece con "la lista che non c'è" a seconda dalla fonte da cui riceve le notizie.

Nota degna di attenzione, risulta comunque essere, senza dubbio, il fatto che un'intera classe politica formata da personaggi di destra, centro e sinistra con le mani in pasta nella gestione della cosiddetta cosa pubblica da circa un lustro, schiacciata da un avvicendarsi di faide interne di potere, si è autoeliminata dalla competizione elettorale producendo non poco stupore soprattutto fra i suoi fans (palazzinari, costruttori e lobby varie) che si sentono per un verso orfani e per l'altro combattuti dall'angoscia di dover ora scegliere se schierarsi con l'unica lista in campo oppure schierarsi con l'astensionismo di comodo della "lista che non c'è" per tentare di invalidare le elezioni.

In questa particolare atmosfera politica paesana, la sera di domenica 8 novembre, nella centrale P. Matteotti la Federazione Municipale di Base (FMB) ha tenuto una pubblica manifestazione con comizio sia per controinformare la pubblica opinione sugli ultimi avvenimenti politici e sia per avviare una forte campagna sociale protesa a far comprendere alle classi subalterne come l'unica alternativa ai trasformismi ed alle beghe di potere possa essere rappresentata solo dalla prassi comunalista autogestionaria.

La manifestazione, nonostante preceduta da inghippi tecnici dovuti al non funzionamento all'ultimo momento dei megafoni per la propaganda del comizio, tanto che si è pensato di sopperire alla mancata propaganda con l'allestimento del palco in piazza dalla tarda mattinata, ha visto la presenza di centinaia e centinaia di persone che superavano in gran misura il pubblico che aveva assistito la sera precedente all'apertura della campagna elettorale della lista dell'Ulivo.

Molti i temi trattati dagli oratori della FMB: dalle considerazioni sullo scandaloso operato degli amministratori uscenti a quelle sui retroscena delle peculiarità che hanno portato alla formazione di una sola lista, per giungere infine all'esposizione di un insieme di proposte comunaliste concrete sul come procedere attraverso una metodologia autogestionaria alla risoluzione delle problematiche sociali che gravano sulla comunità. Un appello è stato inoltre rivolto a tutti i partecipanti a partecipare alla manifestazione indetta per il 10 novembre dagli studenti liceali del luogo contro la speculazione edilizia che grava sull'acquisto o costruzione del loro nuovo edificio scolastico.

Alla fine del comizio in molti si sono complimentati con gli esponenti della FMB dicendosi pronti ad attivarsi per dare più forza alle iniziative prossime venture del municipalismo di base. L'appuntamento resta ora fissato ai due prossimi comizi della FMB che, tempo permettendo, dovrebbero tenersi nell'ultima decade di novembre.

Red. Locale

Spezzano Albanese: manifestazione degli studenti
Gli studenti del liceo scientifico di Spezzano Albanese, dopo una serie di mobilitazioni con cortei ed assemblee pubbliche protese a sensibilizzare l'opinione pubblica su un ennesimo caso di speculazione edilizia che incombe sul loro istituto (vedi UN 8 novembre 98), martedì 10 novembre insieme agli studenti dell'istituto professionale per l'agricoltura e l'ambiente hanno tenuto una grande manifestazione cittadina che ha visto la partecipazione anche dei loro genitori e dei loro insegnanti.

Un vivace corteo aperto da un grande striscione del Comitato Studentesco Autonomo (carino il cerchio che faceva da cornice alla a della parola "autonomo") contro la scuola dei padroni, dopo aver attraversato le vie cittadine è confluito nella sala consiliare per ivi tenere una pubblica assemblea alla quale erano state invitate le amministrazioni comunali del comprensorio, l'amministrazione provinciale, nonché le forze politiche e sindacali del territorio ivi comprese la FMB e la Federazione Anarchica di Spezzano Albanese nonché la FMB di S. Lorenzo del Vallo.

La manifestazione si è dimostrata senza dubbio interessante, in quanto il nutrito dibattito assembleare ha messo a nudo le manovre speculative intorno all'acquisto di uno stabile o di una nuova costruzione da adibire a liceo costringendo le autorità provinciali (assessore ai lavori pubblici e presidente) ed il sindaco di Spezzano Albanese ad ingoiare la dura contestazione non solo studentesca ma cittadina così come quando si è costretti a dover ingoiare un enorme rospo.

Molto seguito ed applaudito è risultato l'intervento dell'esponente della FMB di Spezzano Albanese, che solidarizzando in toto con le ragioni della mobilitazione degli studenti, genitori ed insegnanti ha denunciato le gravi responsabilità dell'amministrazione provinciale e dell'amministrazione comunale del luogo nell'oscura e scandalosa manovra che si sta tentando ai danni di tutta l'utenza scolastica del comprensorio con un appalto - concorso ambiguo proteso molto probabilmente a garantire, più che il liceo, i palazzinari e le imprese.

L'amministrazione provinciale si è impegnata a risentirsi con gli studenti, gli insegnanti e i genitori martedì17 novembre dopo l'apertura delle buste partecipanti alla gara d'appalto - concorso promettendo che la commissione provinciale valuterà le offerte tenendo ben presente le rivendicazioni avanzate dalle varie componenti della scuola.

Studenti, insegnanti e genitori praticamente chiedono che i tre miliardi per la nuova sede del liceo scientifico, stanziati dall'amministrazione provinciale, vengano spesi per la costruzione di un nuovo edificio scolastico nei terreni dell'istituto professionale per l'agricoltura e l'ambiente di Spezzano Albanese, di modo che il comprensorio continui a risultare garantito nei due indirizzi scolastici superiori (liceo e professionale) di cui oggi è dotato.

La mobilitazione studentesca, comunque, nell'attesa di guadagnarsi la vittoria oppure di invigorire la lotta, continua nell'ambito della scuola con assemblee di classe e di istituto. Una cosa intanto è certa: chi voleva decidere sulla testa altrui ha dovuto fare i conti con azioni di lotta dure e decise che senza dubbio minimamente non si aspettava.

Red. locale

Torino: la politica del manganello del nuovo questore
Sul numero 34 di UN dell'8 novembre riferivamo delle cariche e delle botte di cui erano stati bersaglio gli studenti che manifestavano davanti al provveditorato contro il finanziamento alla scuola confessionale, contro il caro scuola e contro la nuova maturità.

In quest'azione ravvisavamo il manifestarsi di una secca attitudine repressiva da parte del nuovo questore Izzo. In merito a quell'episodio e alle modificazioni in corso nella polizia torinese riportiamo alcuni stralci della cronaca di quella giornata e le considerazioni in merito di Giacomo Catrame, un nostro collaboratore: "Sabato 31 ottobre un corteo di studenti medi è stato brutalmente caricato dalla polizia. Le cariche si sono svolte davanti alla sede del Provveditorato agli studi di Torino, mentre era in corso il consueto tentativo dell'Unione degli Studenti (legata ai DS) di mandare ad interloquire con il provveditore una "scelta" delegazione di studenti. Sostanzialmente se stessi.

Il tentativo stava naufragando ad opera dell'azione di ostruzionismo degli studenti dei collettivi, quando la polizia ha deciso di attaccare questi ultimi, scatenando una "caccia allo studente" durata quasi un'ora nei dintorni del Povveditorato.

Di per se una carica poliziesca non rappresenta un'eclatante novità nell'italietta di fine anni novanta. Gli ultimi anni ci hanno infatti abituato al ritorno di forme di repressione più violente, anche se in forma estemporanea e non organica. Anche un paese sostanzialmente pacificato come il nostro, sembra non possa fare a meno di una certa razione di manganellate. Ciò nonostante le cariche di sabato 31 a Torino segnalano alcune novità interessanti.

In primo luogo le cariche sono avvenute a freddo, selezionando gli individui da colpire e cercandoli nelle vie adiacenti al Provveditorato. In questa ricerca sono stati aiutati dai dirigenti dell'UdS, che in questo modo assumevano nn tanto il ruolo di manifestanti filo - governativi protetti dalla polizia, quanto di collaboratori fattivi della Questura in un'operazione stile "cerca e distruggi" nei confronti degli attivisti studenteschi legati in qualche modo all'area antagonista.

In secondo luogo è chiaro un mutamento d'atteggiamento della Questura di Torino, quasi come se volesse farsi "perdonare" la gestione morbida della "primavera squatter" di quest'anno.

Molti indizi puntano a sostegno di quest'affermazione; innanzitutto il trasferimento senza promozione del dott. Faranda, questore durante la scorsa primavera. Per la prima volta nella storia repubblicana un trasferimento di un questore da Torino non da luogo alla sua promozione. Il Ministro dell'Interno mostra quindi il suo scarso gradimento per la mancata repressione dura delle manifestazioni squatter degli scorsi marzo e aprile.

Il nuovo questore Izzo d'altra parte ha esordito con lo spostamento in periferia del presidio/concerto del 24 ottobre contro il centro di internamento per immigrati di C. so Brunelleschi, con le cariche del 31 e con l' E-mail sibillina spedita alla casella elettronica di un centro sociale - il Gabrio - nella quale promette dialogo ma anche mazzate, nel caso `venga infranta la legalità' .

In terzo luogo il progressivo allontanamento dei questurini aderenti al SIULP che avevano sinora gestito il "dossier centri sociali", deve essere letto come una sorta di `sfiducia' interna alla Questura nei confronti di questi poliziotti. I gestori di piazza della Digos di questi ultimi anni sono stati emarginati in quanto sospettati di intelligenza col nemico, e il loro posto era curiosamente preso sabato 31 da un funzionario del Ministero degli Interni, spedito da Roma. Ci si trova di fronte ad una sorta di `svolta a destra' nel comportamento della questura di Torino. Questo non perché stia aumentando la pericolosità sociale dei settori antagonisti, quanto perché vi è un problema per la Questura di riaffermare la propria capacità repressiva a fronte di una 'Primavera lassista' ampiamente rimproverata da gran parte del mondo politico cittadino.

E' noto infatti che viviamo un'epoca in cui la capacità di plasmare l'immagine di un comportamento, attraverso eventi creati ad hoc, è fondamentale.

Se la politica istituzionale nel suo procedere circense non ne può fare a mano , la burocrazia amministrativa, compresa quella poliziesca non è molto diversa.

In conclusione la Questura di Torino con le cariche del 31 ha inteso lanciare un messaggio tanto agli antagonisti (`nulla di meno che legale verrà tollerato'), quanto alla città (`non tollereremo più questi teppisti').

In sostanza per Torino non si presenta un bell'Autunno.



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