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Da "Umanità Nova" n. 36 del 22/11/98

Livorno: 14 e 15 novembre
Convegno nazionale della F.A.I.

Se i Congressi possono essere considerati il momento centrale dell'attività di elaborazione teorica della Federazione Anarchica Italiana, i Convegni sono invece momenti di approfondimento che permettono, nel lasso di tempo che intercorre tra un Congresso e l'altro, a federazioni, gruppi e individualità federate di continuare il dibattito interno. E' anche grazie a questi convegni nazionali che un'organizzazione antiautoritaria, federalista e autogestionaria come la Federazione Anarchica Italiana elabora le sintesi intorno alle quali far crescere la quotidiana attività politica volta ad una radicale trasformazione sociale. E' insomma attraverso i Congressi e i Convegni, cioè attraverso momenti assembleari ai quali partecipa l'insieme dei compagni federati, che la FAI dipana la sua quotidiana attività di organizzazione politica impegnata nella realtà sociale.

Il 14 e 15 novembre si è tenuto nei locali della Federazione Anarchica Livornese uno di questi periodici convegni dedicato alle campagne che a Federazione si proponeva di sviluppare nei prossimi mesi. Le campagne proposte erano molte, forse troppe per poter essere sufficientemente discusse nei due giorni di dibattito previsti dal Convegno e alcuni temi sono stati rinviati ai prossimi appuntamenti.

Un approfondito dibattito ha interessato la questione della campagna contro l'intossicazione provocata dal Giubileo del 2000. Il Congresso della FAI svoltosi a Spezzano nella primavera 1997 aveva nominato un'apposita commissione incaricata di seguire la questione il cui lavoro è stato giudicato positivamente dai presenti. Per i prossimi mesi si è pensato di stilare un opuscolo di informazione sui vari aspetti legati al Giubileo, un manifesto nazionale, di proporre ai gruppi interessati un giro di conferenze, di incaricare la commissione di convocare, entro il marzo del 1999, un apposito convegno, al quale invitare anche le altre componenti del movimento anarchico e tutte quelle associazioni impegnate sul terreno anticlericale. L'obiettivo è quello di organizzare due incontri nazionali ("meeting") a carattere anticlericale, uno nel 1999 e uno nel 2000.

Sulla questione del centenario della FIAT, che vedrà grosse manifestazioni a Torino nel 1999, i presenti hanno giudicato positivamente il piano di lavoro proposto dalla Federazione Anarchica Torinese. Come è stato sottolineato in numerosi interventi la questione FIAT non ha un limitato carattere localistico perché proprio attraverso le vicende di questo grande gruppo, anche recentissime (si veda la crisi "post-rottamazione"), è possibile individuare quali sono i reali rapporti tra Capitale e Stato, rapporti che diversamente da quello che ci vorrebbe far credere la corrente neo-socialdemocratica vedono lo Stato come centro motore non solo sul piano del controllo poliziesco della popolazione ma anche su quello di garante di flussi di reddito enormi senza i quali la grande industria avrebbe grandi problemi a sopravvivere.

Riguardo le trattative relative all'Accordo Multilaterale sugli Investimenti (AMI) il convegno ha evidenziato come in Italia tale questione sia poco conosciuta e che il dibattito sia invece molto sviluppato all'estero, dove è attiva la presenza di gruppi e associazioni del movimento anarchico.

Preso atto che le trattative sembrano essersi arenate il convegno ha ritenuto di sollecitare gli organismi federati, sia quelli nazionali (Commissione di Corrispondenza) che quelli internazionali (segretariato dell'IFA) ad una maggiore presenza nel dibattito.

L'ultimo punto affrontato è stato quello relativo alla campagna contro l'istituzione di campi di internamento per immigrati "clandestini". Anche su questo problema, così complesso, il dibattito è stato ampio e articolato. Il documento conclusivo del convegno ha cercato di enucleare alcuni aspetti da indicare come centrali nell'intervento dei compagni. La denuncia dei campi di "accoglienza temporanea", veri lager dove vengono internate persone "colpevoli" di non aver un "visto" sul passaporto, persone che perdono ogni sorta di diritto, ma anche denuncia dei tanti "campi di accoglienza" gestiti da organizzazioni cattoliche e laiche nei quali l'assistenzialismo maschera un ferreo controllo poliziesco. Denuncia delle speculazioni economiche legate al fenomeno dell'immigrazione, dal racket dei trafficanti di immigrati (ai quali, nella pratica, lo Stato delega l'opera di una prima scrematura dei "clandestini") allo sfruttamento generalizzato cui sono sottoposti tutti gli immigrati (e non solo quelli irregolari impiegati nel sommerso). Necessità di una campagna contro l'obbligo del "visto" per entrare in Italia in modo da rendere concreto il principio della libera circolazione delle persone. Necessità di una campagna che permetta agli "stranieri" di godere degli stessi diritti dei cittadini italiani. Infine è stata sottolineata la necessità di sostenere gli sforzi di quei settori dell'immigrazione che cercano di praticare esperienze di autorganizzazione in senso autogestionario finalizzata all'emancipazione economica, sociale e culturale.

Durante il convegno è stata espressa la massima solidarietà al compagno Urbano, presente alla prima parte dei lavori, protagonista di una coraggiosa battaglia di denuncia dei crimini del dittatore cileno Pinochet.

L'incaricato



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