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Da "Umanità Nova" n. 38 del 6/12/98

Caso Forleo
Quando si cospira a favore del potere

Brindisi, terra di confine, di miseria e di paura. Brindisi, località pugliese soggetta al controllo della Sacra Corona Unita e alla criminalità internazionale. Brindisi, avamposto poliziesco-militare fra i più caldi d'Italia per quanto riguarda il traffico d'armi, lo spaccio di droga, la prostituzione, l'immigrazione clandestina.

A capo della Questura brindisina, fino a poco tempo fa, fu posto il valente Forleo Francesco, lo sbirro che ha sindacalizzato la Polizia, l'ha resa democratica e di sinistra, riuscendo pure a farsi eleggere al Parlamento. Orbene questo apprezzato e stimato questurino dalla fulgida carriera direttiva (in quanto, dopo Brindisi, è passato a questore di Firenze e poi di Milano) è ora accusato dalla Magistratura di Lecce di omicidio volontario ed inquinamento delle prove e per questo arrestato tre settimane fa. Il nostro (si fa per dire) nel corso di un inseguimento con tanto di elicottero - preso da raptus giustizialista - avrebbe freddato un contrabbandiere che stava fuggendo con la propria imbarcazione, sulla quale avrebbe in seguito "fatto trovare" una mitraglietta a dimostrazione che si era trattato di un conflitto a fuoco fra polizia e contrabbandieri e non un "regolamento di conti".

Dopo l'iniziale sgomento e l'incredulità malcelata da parte delle forze dell'ordine e delle forze politiche, stanno come sempre affiorando i retroscena di una situazione che tutti conoscevano, ma che - ancora una volta - vede i diretti interessati all'oscuro di tutto. Quel "tutto" che a Brindisi (ma soltanto lì?) vuol dire connivenza fra lo Stato e la criminalità che gestisce il contrabbando, assolda la manovalanza e fa

fruttare il businnes. Una criminalità sempre più organizzata. Dallo Stato.

Nulla di nuovo dunque, senonché tale consuetudine - propria dei meccanismi repressivi dello Stato - si sosteneva ormai da tempo abbandonata. Da quando il Ministro degli Interni è stato quel tale Napolitano Giorgio, stalinista gentiluomo oppure la tal Rosa Russo Jervolino, nota per il suo desiderio di contatto (ma quale?) con i centri sociali, del tanto democratico governo del compagno D'Alema Massimo, che però, al pari dei loro più illustri predecessori, di fronte all'evidenza hanno continuato a fingere di non sapere, di essere all'oscuro di ogni fatto, e di non aver mai ricevuto alcuna informativa a proposito del "marcio" che covava nella Questura brindisina al punto da premiare l'allora questurino Forleo ad incarichi ben più importanti, quali le piazze di Firenze e di Milano. In questo modo si è sgretolata l'immagine non soltanto di un questurino democratico e di sinistra (ma che "immagine" può mai essere: quella del "compagno che sbaglia"?), ma di una gestione del potere che si è sempre chiamata fuori dagli intrighi del Palazzo e dalla sua connivenza con la criminalità organizzata. Vuoi vedere che i bei tempi di Andreotti e di Lima in cui: "La Mafia? Non ci risulta", non sono poi così finiti? Semmai l'affare Forleo induce a credere che se sono cambiati i protagonisti, non certo sono cambiati i metodi. Possono forse allora esser cambiate le

finalità?

Di sicuro la Magistratura non sembra voler accettare più soltanto il ruolo che in passato si era lucrosamente ritagliata, vale a dire quello di chi si vende al miglior offerente, ma sembra richiedere la partecipazione diretta agli utili. Quali? La gestione del potere. E per farlo cospira. Perché la

cospirazione non è solo contro il potere, ma anche a favore del potere Soprattutto quando il "cambiamento", il "passaggio" da un prima a un dopo, da una fase politica data per esaurita, ad una nuova fase politica del potere non si frantumi, né si scomponga in ordine diversi dai precedenti. In questo la cospirazione aiuta il potere, in quanto lo rafforza e lo vincola strettamente ai suoi meccanismi di riproduzione. Che non sono il consenso, ma la minaccia. E' fin troppo semplice e banale? Forse. Ma provatelo a chiedere ai disoccupati del meridione, oppure agli studenti di Milano e di Torino.

Anzi, non c'Ë poi bisogno di chiederlo...basta scendere in piazza e comprendere subito che aria tira.

Jules Élysard.



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