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Da "Umanità Nova" n. 40 del 20/12/98

Il soldo ai preti e ai partiti

Soldi ai partiti, soldi alla chiesa, soldi alle scuole confessionali e, perché no, soldi ai centri sociali, una congerie di associazioni che si pretendono autonome ma che vengono retribuite per i servigi svolti a favore del controllo sociale e della stabilità del sistema di dominio.

Nel governo, in parlamento, nei ministeri ronzano alacri macchine e uomini alla ricerca dei fondi che permettano alle caste politiche, religiose e sociali (detti dai sociologi ceti) di mantenere i propri privilegi e gratificare i propri funzionari.

L'esploit dalemiano si innesta poi nella desiderata befana da porgere al sommo JP2 quando l'8 gennaio, finite le feste di capo d'anno, si prostrerà in omaggio del governo alla gerarchia cattolica: di fronte ai movimenti studenteschi, dei lavoratori della scuola, degli anticlericali, di fronte alle difficoltà di onorare il patto sottoscritto all'atto della costituzione dell'Ulivo, il capo del governo ha pensato bene di omaggiare il papa con un regalino da 3-400 miliardi per scusarsi della brutta figura. Oltre tutto D'Alema ha bisogno di un ritorno di legittimità per la questione del finanziamento pubblico ai partiti politici che partecipano alle istituzioni.

La questione che spesso sfugge all'attenzione, quando si parla di queste cose, é che tutti questi finanziamenti non sono destinati a soggetti sociali che svolgano determinate funzioni e quindi non si tratta di un sistema (seppur discutibile) di fiscalità generale che ridistribuisce reddito e sostiene tramite il finanziamento pubblico (o statale che dir si voglia) determinate attività sociali. I finanziamenti ai partiti, alla chiesa, alle associazioni di volontariato (ivi compresi quei centri sociali che hanno sottoscritto la Carta di Milano) non sono, per l'appunto, finanziamenti alla funzione politica, alla funzione religiosa, alla funzione della solidarietà sociale, bensì finanziamenti alle sole gerarchie di partito che sostengono lo stato, alle sole gerarchie delle chiese che sostengono lo stato, alle sole gerarchie delle associazioni che sostengono lo stato. Infatti questi fondi vengono erogati dai ministeri ai tesorieri dei partiti (e non già alle sezioni, ai circoli, ai gruppi locali), all'Istituto per il sostentamento del Clero (e non già alle parrocchie e tantomeno ai parrocchiani), ai tesorieri delle sedi nazionali delle associazioni (e, ancora una volta, non ai volontari ed alle loro strutture locali). Il sistema di finanziamento quindi riproduce strutturalmente il sistema gerarchico e le caste che lo governano. Inoltre, il motivo della nostra reiterata denuncia di questo fenomeno, risiede sulla semplice constatazione, niente affatto radicale, che tutte queste attività afferiscono alla sfera della libertà individuale di esprimere un determinato pensiero politico, un determinato pensiero religioso, una determinata propensione alla solidarietà sociale e, quindi, queste attività non dovrebbero essere affatto regolamentate e tantomeno finanziate con i soldi estorti ad altri individui che, magari, sono di opinioni diametralmente opposte. E' sicuramente il caso nostro che, cornuti e mazziati, vediamo estorcerci i soldi delle tasse che non ci vengono affatto restituiti attraverso servizi sociali e tantomeno attraverso una redistribuzione del reddito in termini, non dico egualitari (anche se non si capisce il perché), ma almeno equi e solidali. I soldi estortici servono a finanziare i nostri peggiori avversari: preti, fascisti, stalinisti, liberali, socialdemocratici. Ma, altrettanto sicuramente é il caso di milioni di concittadini che, anch'essi cornuti e mazziati, vedono il meccanismo truffaldino con il quale questa casta di fannulloni spartisce il bottino dei fondi pubblici. Questa seconda repubblica che avrebbe dovuto sorgere sulle ceneri della corruzione in realtà sta sorgendo, ancora una volta, sulle ceneri della libertà, delle giustizia e dell'uguaglianza, anche quando si voglia interpretare questi valori nel senso più borghese del termine.

Fatte queste doverose considerazioni di circostanza, possiamo riprendere il nostro infaticabile lavoro di controinformazione sui meccanismi, i contesti e le dimensioni del soldo pubblico destinato al mantenimento delle caste.

La questione di questi giorni si annoda attorno alla legittimità politica delle scelte del governo e del parlamento: il finanziamento ai partiti ha subito lo smacco della clamorosa bocciatura da parte dei contribuenti, il finanziamento alle scuole private (e confessionali) ha subito lo smacco del vasto movimento di protesta. Di fronte a questo, il governo ed il parlamento rispondono con l'arroganza e la supponenza che gli é propria: nuova legge sul finanziamento ai partiti che non dipenda più dalle scelte dei contribuenti ma dalle percentuali di voti raccolti (indipendentemente dal fatto di quali percentuali questi voti rappresentino sul totale degli elettori) e nuova legge sul finanziamento alle scuole confessionali che aggiri, formalmente, l'ostacolo dell'articolo 33 della Costituzione.

Vi é, fra le altre cose, un fatto singolare sul quale riflettere: mentre per il censimento dei "voti" all'8 x mille il ministero delle finanze si era dimostrato efficiente sfornando dati a iosa, il censimento dei "voti" al finanziamento ai partiti non esce dalle ronzanti macchine elettroniche del ministero. Sarà, ci piace essere maligni, che i computer del ministero delle finanze hanno un bug sul numero di decimali utilizzabili e, essendo la percentuale minima, il risultato ottenuto é zero. Di malignità in malignità possiamo anche pensare che il censimento dei "voti" alla chiesa cattolica (che dovrebbe essere effettuato di anno in anno) non venga effettuato regolarmente (viste le difficoltà ed i malfunzionamenti del sistema informatico del ministero delle finanze) ma sia in quota politicamente espressa per garantire comunque il gettito pattuito con le gerarchie cattoliche. I fatti sembrano darci ragione.

WS



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