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Da "Umanità Nova" n. 40 del 20/12/98
Lunedì 7 dicembre si é conclusa, con una pesante sconfitta, la
lotta per la casa dei 160 immigrati che avevano occupato lo stabile IACP di via
Rimesse. I lettori di UN ricorderanno le vicende che si sono susseguite: dopo
pochi giorni di occupazione dello stabile di via Rimesse (ristrutturato e vuoto
da 3 anni) vi era stato lo sgombero coatto e violento da parte della polizia,
ne era seguito un corteo, ulteriori cariche in piazza Maggiore, i manifestanti
si erano barricati dentro la chiesa di S.Petronio e ne erano usciti l'indomani
per essere locati provvisoriamente nella scuola in disuso di via del Pallone
(scuola già per tre volte, in precedenza, occupata e sgomberata
coattamente e violentemente). Nel mezzo di questi fatti si era acceso il
dibattito in città sulla politica sociale della giunta, sulla questione
casa e spazi e si era data la manifestazione cittadina del 28 novembre che
aveva visto sfilare un migliaio di manifestanti nonostante il boicottaggio
della stampa e dei partiti dell'estrema sinistra.
Il 7 dicembre reparti della polizia di stato si presentavano di fronte alla
scuola di via del Pallone per eseguire lo sgombero, gli immigrati si
barricavano all'interno (come era già avvenuto il 2 dicembre, data nella
quale, il vice questore Preziosa, dava il contrordine di fronte alle telecamere
Mediaset) ed i compagni iniziavano un fronteggiamento con la polizia per
evitare lo sgombero. Il fronteggiamento si spostava poi in via Irnerio (in
piena zona universitaria) dove veniva attuato un blocco stradale prodottosi da
tale fronteggiamento. Il blocco stradale durava per tutta la giornata e, nel
corso di diverse scaramucce, si distingueva l'opera dei consiglieri comunali e
regionali di Rifondazione Comunista, Monteventi e Rasmi, nel facilitare la
polizia ad individuare i più facinorosi. Verso sera, all'interno del
blocco si era addirittura scatenata una posse contro gli anarchici che,
fortunatamente, é prontamente rientrata.
Visto che la situazione non si sbloccava e il volgere all'orario di uscita
dalle fabbriche e dagli uffici avrebbe fatto ingrossare il blocco stradale
(come era già avvenuto in piazza Maggiore dove in serata si erano
radunate oltre 600 persone), l'azione combinata della polizia di stato e dei
nostri prodi politici ha permesso la realizzazione dello sgombero. La polizia
si é incaricata di incendiare i gabinetti chimici che erano nel cortile
della scuola, i nostri prodi si sono incaricati della soluzione politica,
chiedendo al Teatro Polivalente Occupato di via Irnerio di ospitare i profughi
dello sgombero. Mentre la tensione saliva assieme alla colonna di fumo nero
prodotto dall'incendio dei gabinetti chimici, arrivavano i pompieri, la polizia
premeva sul blocco stradale, il prode Monteventi si sbracciava per portare gli
occupanti all'interno del TPO. Grande gioia e riconoscenza pubblica della
Golfarelli (assessora alle politiche sociali) e di Vitali (sindaco di Bologna)
i quali si affrettavano a dettare alle cronache che "... finalmente, la
questione non é più di nostra competenza" essendo a questo punto
un problema del TPO la sistemazione degli immigrati.
Il giorno dopo Monteventi e Rasmi dettavano alle cronache la loro dissociazione
dal blocco stradale di via Irnerio. L'indomani il p.m. Gustapane dettava alle
cronache l'esito del rapporto della polizia di stato secondo il quale
verrebbero denunciate 60 persone per reati vari compresa l'associazione a
delinquere a scopo di istigazione all'occupazione delle case. Il cerchio si
chiude ancora una volta riprendendo il discorso che stiamo facendo da ottobre
circa la strategia di controllo sociale che tende alla soluzione della
questione sociale per via giudiziaria, repressiva e poliziesca. Il cerchio si
chiude anche attorno alle figure della politica: Vitali sindaco DS, Golfarelli
assessora DS, Monteventi consigliere PRC, ognuno ha giocato il ruolo
assegnatogli dal copione amministrativo. Teatrino della politica? Tutt'altro,
schema collaudato e per niente inedito del governo della società, dove
le comparse sono gli immigrati senza casa, i compagni fuori dal gioco politico
(e di questo fieri) ed anche i reparti cleri impiegati nelle operazioni
antisommossa, perché nel copione del governo della società gli
atti di insubordinazione quali la occupazione delle case, i blocchi stradali,
le manifestazioni non autorizzate sono, appunto, sommosse. Dove sta allora la
legittimità politica democratica della giunta bolognese? nel manico dei
manganelli della polizia di stato!
redb
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