![]()
Da "Umanità Nova" n. 40 del 20/12/98
Caro Zio Ciro, lavoro in una Centrale Termoelettrica, l'altro giorno sono arrivati quelli della Sicurezza e Igiene del Lavoro e mi hanno sistemato un cartellino proprio nel mio ufficio ; "Vietato fumare" assieme ad altri cartelli del tipo "attenti alla testa", "attenzione ai carichi sospesi" ecc. Io non fumo, e su quattro di noi nella stanza ce n'è solo una che fuma, ma da quando c'è quel cartello mi è venuta voglia di fumare. Anzi, da quando io e la collega andiamo nello sgabuzzino a fumare di nascosto, sta nascendo qualcosa di tenero. Questa nuova situazione sentimentale mi spinge ad essere più attivo, più militante. Cosi il vecchio ambientalista che c'è in me si è risvegliato, mi, sono armato di secchio della calce e pennellessa e sono andato a scrivere sotto alle ciminiere della centrale un bel "vietato fumare" grande grande. Apriti cielo! Non I'avessi mai fatto, mi è cascata addosso tutta l'azienda, le RSU, la Direzione. "Ma vuoi far chiudere la Centrale?", "Ci vuoi mandare in mezzo a una strada?". C'è stato alla, fine un intervento risolutivo del segretario regionale della CGIL elettrici "La legge va rispettata sempre, se la legge dice che è vietato fumare, non si deve fumare; se le emissioni delle ciminiere sono al di sotto dei limiti di legge, allora vuol dire che va tutto bene. E chiudiamola qui!". Che cazziate! Antonino di Rossano Calabro
Caro Antonino di Rossano Calabro, La disobbedienza è una splendida virtù ma a patto che non diventi a sua volta una obbedienza, una legge. "Vietato vietare", come saprai, era uno degli slogans più riusciti del '68. Dal punto di vista metonimico, sicuramente; sotto l'aspetto etico (potevo dir "politico", ma non voglio esser frainteso) una gran cazzata. Ora vietare di fumare senza dubbio irrita chi - come noi - nutre massimo rispetto per gli individui che, adulti o non, li stimiamo responsabili delle loro scelte. Senonché una scelta è libera se accresce la libertà per altre scelte; se invece le limita non è una libera scelta, ma un sopruso. Il cartello "vietato fumare" non redime la questione fra fumatori e non fumatori, poiché i primi si sentono perseguitati, i secondi sono costretti ad essere persecutori. Entrambi si sentono però presi per il culo. Bene hai fatto a fumare, e ti auguro di farlo sempre in compagnia. Ma di chi fuma e magari è tenero con te. Che poi si possa essere teneri senza dover bruciar ceneri, è un altro discorso. In definitiva decidere di non fumare in un dato ambiente può diventare una sana regola se è stabilita da chi è presente e "vive" in quell'ambiente. Diventa una Legge ogni qual volta non solo è imposta, ma chi la stabiliscenon ne subisce le conseguenze, perché non è presente, né "vive" il divieto in quanto lo impone a determinate condizioni: le sue. Così è per le emissioni atmosferiche inquinanti. Non solo c'è sempre una "soglia d'attenzione" che non viene mai superata, ma chi stabilisce tale soglia di certo non ne vive ai bordi. E' distante, lontano, e per questo felice. Che fare? Invitarlo a fumare una lunga e gustosa sigaretta sotto la ciminiera. Per sempre! Ma forse basterà poco giusto il tempo di cambiar le regole.
|