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Da "Umanità Nova" n.2 del 24 gennaio 1999

Le fondamenta dell'Europa degli stati e del capitale: Gli accordi di Schengen
Pi˜ polizia = pi˜ criminalitư

L'Europa delle polizie nasce all'inizio degli anni '70 quando gli Stati della Comunità europea cominciano ad organizzare una serie di forum intergovernativi in tema di collaborazione per la "sicurezza interna", il primo risultato fu l'accordo per costituire i gruppi della Commissione TREVI, così denominata in ricordo della famosa fontana romana e poi divenuto l'acronimo di "Terrorismo, Radicalismo, Estremismo, Radicalismo, Estremismo E Violenza". Il gruppo è stato fondato nel 1976 principalmente per combattere il terrorismo ma ha poi allargato le sue competenze alla cooperazione tra le polizie, alla lotta al narcotraffico, per arrivare fino alle implicazioni politiche e di sicurezza del Mercato unico, e, naturalmente, al controllo dei "flussi" migratori. Al TREVI sono ammessi, come osservatori, anche paesi non europei: Stati Uniti, Canada, Marocco ed altri. Il lavoro dei gruppi TREVI è sfociato in larga parte negli "Accordi di Schengen", sottoscritti nel 1985 da Francia, Germania, Belgio, Olanda, Paesi Bassi e Lussemburgo. Nel giugno del 1990 gli accordi sono stati tramutati in una dettagliata Convenzione che nel 1998 è stata fatta propria dall'intera Unione Europea e inserita nel Trattato di Amsterdam. In estrema sintesi "Schengen" l) permette alle polizie di attraversare le frontiere fra i paesi fino a 20 km di profondità, l) prevede la creazione di un sistema di informazione unificato fra tutte le polizie europee (SIS) (in pratica una schedatura di massa degli individui ritenuti "pericolosi"), l) prevede uno stretto controllo degli stranieri per evitare gli ingressi dai paesi poveri. In pratica tutto questo provoca una specie di stato di assedio: le frontiere fra i singoli Stati dell'UE vengono indebolite ma ciò è compensato da un forte controllo interno e da una ferrea chiusura delle frontiere esterne verso gli indesiderati, automaticamente trasformati in "clandestini".

Più polizia = più criminalità

Finisce sempre che chiedono più polizia: incoraggiata e ingigantita dai politicanti di destra la campagna contro l'aumento della violenza finisce sempre con l'esigere, assieme a pene più severe, un aumento degli organici delle forze dell'ordine. E' un classico ed è anche come vedremo una stupidaggine.

Secondo i dati in nostro possesso, aggiornati al 1996, in Italia ci sono 114.328 carabinieri, 103.101 poliziotti, 62.256 finanzieri, 37.266 secondini, 8.922 forestali. In totale 325.875 che pensano solo alla nostra sicurezza (si fa per dire). Quindi in Italia, considerando solo questi corpi, abbiamo un uomo delle "forze dell'ordine" ogni 175 abitanti. Record europeo, e probabilmente mondiale, assoluto. Questi i rapporti nei principali paesi europei: Francia: 1/250; Spagna: 1/350; Regno Unito: 1/390; Germania: 1/420. Negli Stati Uniti il rapporto è di 1/280. Dal 1990 al 1994 gli organici delle forze di polizia sono aumentati del 14%. In alcune zone del centro di Roma, il rapporto è allucinante: 1/99. All'organizzazione della "repressione interna" lo Stato italiano dedica cifre enormi, pari all'1,79% del proprio PIL. Questi i dati dei maggiori paesi europei: Francia: 1,03%, Germania: 1,72%, Regno Unito: 2,18% e Spagna 2,23%. Le spese di questo settore sono sistematicamente aumentate, anche con livelli che hanno superato il 10% rispetto all'anno precedente, come avvenuto fra il 1990 e il 1995, e il bilancio di previsione per il 1999 prevede 33.930 miliardi di spesa per Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Il risultato è che negli ultimi anni, parallelamente all'aumento degli "operatori" del settore (sic), sono aumentati gli arrestati e sono aumentati quelli che vengono lasciati in carcere senza processo: il rapporto fra internati e condannati nelle carceri italiane è di 2 a 1, il più alto d'Europa. Ma, attenzione, sono aumentati anche i delitti! E non ci venite a dire che è casuale. Conclusione: forze di polizia più numerose e leggi sempre più severe non solo non riescono a far regredire la violenza ma contribuiscono ad aumentarla.

Collettivo "Cittadini del mondo"



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