![]() Da "Umanità Nova" n.4 del 7 febbraio 1999 Armi: la corsa continuaIl mercato della morte prospera e va a gonfie vele. Il commercio mondiale delle armi infatti è cresciuto del 12% nel 1997 arrivando ad una cifra netta che supera i 46 miliardi di dollari. Il rapporto del 1998 dell'I.I.S.S. (Istituto Internazionale di Studi Strategici) parla di crescita continua del commercio d'armi specialmente nell'area del Golfo Persico e dell'Asia Orientale. Tutti i Paesi di quest'area infatti hanno raddoppiato e a volte triplicato il volume delle commesse belliche. I Paesi leader venditori di strumenti di morte sono, sempre secondo l'I.I.S.S. (istituto notoriamente filopadronale), gli Stati Uniti che hanno venduto armi per circa 21 miliardi di dollari, il Regno Unito con 8,5 miliardi di dollari, la Francia con 7,4 miliardi di dollari, la Russia con 2,5 miliardi di dollari, la Cina con 1 miliardo di dollari, la Germania con 0,7 miliardi di dollari. Il 96% del commercio mondiale armiero è gestito da queste nazioni in modo ufficiale, per tutto il resto non esistono dati ufficiali ma le stie approssimative parlano di quasi il raddoppio della cifra iniziale. Commercio legale e commercio clandestino ed irregolare vanno comunque a braccetto fornendo a chiunque paghi armi leggere, mezzi blindati, aerei e navi da guerra, sistemi di puntamento e di rilevamento, missili con testate convenzionali, programmi computerizzati per la simulazione di "giochi di guerra", tecnologie elettroniche di difesa e di offesa, tecnologie chimiche per la difesa da attacco chimico batterico e tutto ciò che la tecnologia riesce quotidianamente a creare per aggiornare metodi e teatri di guerra. L'industria armiera italiana figura nella classifica dell'I.I.S.S. nelle posizioni di rincalzo. La picchiata produttiva dell'industria nazionale del massacro, causata dalla mancanza di commesse governative, ha retrocesso il complesso militar industriale nostrano nelle retrovie della classifica che in passato lo vedeva al quarto posto. Per porre rimedio a questo gap di produzione i politici nazionali hanno subito messo in cantiere l'acquisto di 800 veicoli cingolati da combattimento denominati Dardo. Prezzo per veicolo oltre 4 miliardi di lire, produttori interessati all'affare la Oto Melara e l'Iveco (Fiat). Entro il 2004 i Dardo saranno tutti operativi e destinati agli 8 reggimenti di fanteria meccanizzata inseriti nelle forze di reazione della Nato. Il Parlamento, senza alcuna opposizione, ha stanziato i fondi anche se timidamente alcuni deputati hanno fatto notare che la progettazione dei veicoli corazzati da combattimento Dardo risale all'inizio degli anni ottanta e che quindi sono tecnologicamente, se non obsoleti, sicuramente non molto all'avanguardia. La necessità di accontentare il complesso militar industriale nazionale ha comunque messo tutti d'accordo. L'industria nazionale del massacro può quindi riprendere fiato e ricominciare la scalata alla classifica dei maggiori produttori armieri mondiali. Lo splendore dell'Occidente evidentemente passa attraverso la lucidatura e la messa a nuovo della macchine militari nazionali ed internazionali. I dati parlano chiaro: il settore armiero ha trainato e traina ancora oggi un buon pezzo di capitalismo. E le cifre dicono anche che Gran Bretagna e Stati Uniti non per niente sono sempre in assetto di guerra, pronti, alla prima occasione, a provare il loro nuovo potenziale bellico. Le macchine da guerra anglosassoni sono da tempo lucidate, rinnovate, ultratecnologizzate, informatizzate, pronte per l'uso. Uso che viene simulato al computer ma che sempre più spesso ha bisogno di prove reali. La lettura della guerra scatenata dagli Stati Uniti nel Golfo Persico da parte di molto "opinionisti ed esperti" ha sottaciuto, minimizzandolo, il reale obbiettivo del complesso militare industriale: provare dal vero le nuove armi. I militari a stelle e strisce da tempo vanno dicendo, mentre bombardano con bombe perforanti fabbricate con scorie di centrali nucleari: "E' terrificante e splendido, stiamo facendo la Storia!". Guerra elettronica simulata al computer e provata direttamente sul teatro di guerra. Poco importa se migliaia di soldati statunitensi e britannici reduci dalle varie operazioni nel deserto iracheno soffrano di strani disturbi, rare malattie ed i loro figli nascano con malformazioni congenite. Che dire allora delle povere popolazioni del Golfo Persico che soffrono l'embargo e mangiano l'uranio? L'Occidente splende e fa la Storia con il genocidio del Medio Oriente. Il gendarme a stelle e strisce quotidianamente impone il suo Diritto Internazionale "grazie" alla sua macchina militare che detta legge, impone trattati, usa liberamente armi non convenzionali, costringe l'intero Occidente a schierarsi compatto per difendere la fortezza capitalista. Fortezza Occidentale che oggi sembra invincibile, forte ed inespugnabile, tracotante e sicura di sé, militarmente imbattibile; ma la guerra tra Sud povero e Nord ricco è solo all'inizio e nessuno sa quale sarà la fine. Fabio Magni
|
Redazione: fat@inrete.it
Web: uenne@ecn.org