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Da "Umanità Nova" n.4 del 7 febbraio 1999

Ricordando...

Carlo Venturotti

Lo scorso 27 gennaio a Carrara è deceduto, all'età di 76 anni, Carlo Venturotti.
Durante la Resistenza era stato vice comandante della Formazione Lucetti. Dopo il passaggio del fronte, nell'autunno del '44, venne arruolato dagli americani e ferito.
Verso i primi anni '50, dopo che Alberto Meschi era stato estromesso dalla Camera del Lavoro, a Carrara i lavoratori diedero vita all'USI, e per un periodo Venturotti ne fu segretario, subendo anche le critiche di Borghi, che nel frattempo era fermamente contrario a ridare vita all'organizzazione sindacale.
Negli anni '60 il suo ingresso nelle fila del Partito Socialista locale venne presentato con grande rilievo, cosa che i compagni non gli perdonarono in seguito, tanto che non venne riammesso nei Gruppi Anarchici Riuniti, quando verso la fine degli anni '80 ne fece richiesta. Rivendicava comunque una propria visione particolare dell'anarchismo, ed era rimasto sempre abbonato alla stampa anarchica.
Il suo corpo è stato cremato.

L'incaricato

Nicolò Natoli "Nico"

Con la morte di Nico mi sono trovato a fare i conti con quella di Anna Za, di Laura Fornezza, di Mario "caveio"; tutti compagni anarchici che avevano partecipato attivamente alle lotte contro l'ospedale psichiatrico.
Ho il rammarico di non avergli portato in tempo la foto, ritrovata dopo circa 25 anni, di una manifestazione del 1972 (mi pare in novembre) al carcere di Peschiera del Garda. Tra i cartelli e la bandiera nera con A cerchiata si potevano riconoscere Guido Bertacco, Stefano Crestanello, Giuliano Francesconi, Rino Refosco, Claudio Muraro, Nico e altri compagni del MAV (Movimento Anarchico Vicentino) in trasferta.
Ricordo un'altra foto, scattata in un'altra circostanza ma poi sequestrata, in cui Nico e chi scrive salutavano a pugno chiuso dopo essersi arditamente arrampicati su per una statua. Con altri tre compagni ero arrivato all'appuntamento di Peschiera dopo alcuni giorni trascorsi a visitare sedi del movimenti anarchico di Emilia, Liguria e Toscana. Al Germinal di Carrara eravamo stati invitati da Alfonso Failla che aveva apprezzato le nostre iniziative contro le istituzioni totali. Tra l'altro avevamo l'incarico di portare a Vicenza alcuni pacchi di manifesti (già sequestrati per vilipendio) in memoria di Franco Serantini, assassinato a Pisa qualche mese prima. I primi ricordi di Nico risalgono agli inizi degli anni '70. Faceva parte di un gruppo di ragazzotti del Villaggio del Sole (all'epoca il quartiere più popolare della città) autopoliticizzati e fricchettoni. Figli di operai, cominciarono ad apparire, sempre in "branco", alle riunioni e manifestazioni del movimento, caratterizzandosi subito in senso spiccatamente libertario. Tra le loro "imprese" ricordo il "sabotaggio" di una celebrazione patriottica per il 4 novembre in piazza dei Signori. Trovarono il modo di versare una qualche sostanza innocua ma altamente puzzolente; in breve l'atmosfera divenne irrespirabile e la manifestazione venne prontamente abbandonata dalla maggior parte del pubblico. In altra occasione (durante la campagna elettorale del 1972) Nico, che era agilissimo, si arrampicò sui lampioni del villaggio del Sole togliendo gli striscioni dei fascisti. Probabilmente sono ancora ad ammuffire in qualche scantinato. Ricordo che anche Nico e i suoi amici parteciparono alle iniziative "editoriali" di Vicenza - Freak e di Vicenza - Contro (diventato nel numero conclusivo dell'estate 1974 un incendiario "Contro - Vicenza").
In seguito l'avevo perso di vista per molti anni ritrovandolo, presenza costante e molto attiva, alle iniziative del centro sociale Ya Basta! L'ultima volta che ci siamo incontrati avevamo lungamente parlato della sua partecipazione alle manifestazioni di Ginevra contro il WTO. Mi aveva raccontato con entusiasmo delle migliaia di persone scese in strada, degli scontri durati quattro giorni... Banche costrette a chiudere; gli uffici dei mercanti d'armi Lockeed occupati; la mercedes di Renato Ruggiero, direttore della WTO, capovolta; la distruzione di un McDonald's... Avevamo ironizzato sul fatto che ormai per certe cose non avevamo più l'età. "In effetti - mi confidò - dopo aver corso per tutta la notte tra martedì e mercoledì in mezzo ai lacrimogeni ero parecchio stanco... Ma comunque - aveva concluso - ne valeva la pena, ne vale sempre la pena".

Gianni Sartori



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