Da "Umanità Nova" n.4 del 7 febbraio 1999
Forum Economico Mondiale di Davos
Contro i padroni del mondo
Anche quest'anno l'esclusiva località invernale di Davos ha ospitato il
Forum Economico mondiale, un vero e proprio supervertice dei principali attori
politici ma soprattutto economici del pianeta. Le aspettative degli
organizzatori svizzeri non sono state tradite neppure per questa edizione dato
che "l'appuntamento" ha registrato la presenza di oltre 40 capi di stato e 2000
"capitani" di multinazionali.
Anche quest'anno ogni meandro dell'imponente e orribile "Kongresszentrum"
è stato sfruttato per concludere affari d'oro. Da una parte i politici
che oramai non sono altro che servi - alleati del potere economico, dall'altra
rispettabili e telegenici manager aziendali. "Che ghiotta occasione per fare
giustizia" si sarà detto qualcuno pensando ad una possibile tabula rasa
in un sol colpo magari grazie ad un missile intelligente.
Ma purtroppo neanche la tecnologia militare americana ha ancora messo a punto
un missile tanto intelligente da zigzagare attraverso le splendide montagne
grigionesi assurte, loro malgrado, a fortezza naturale protettrice degli
assassini dell'umanità e della terra.
La manifestazione
Differenti realtà antagoniste svizzere hanno organizzato una
manifestazione da tenersi proprio a Davos come nel febbraio `98. Naturalmente
la risposta delle autorità svizzere non è mancata e rispetto
all'anno scorso la repressione si è fatta più "stringente". In
effetti mentre nel '98, nonostante blocchi polizieschi e controlli vari, 200
compagni riuscirono nell'intento di sfilare per manifestare il loro dissenso ai
padroni del mondo, i 300 che hanno effettuato l'ardua trasferta in treno sabato
scorso sono stati accolti da un impressionante apparato di sicurezza.
Immediatamente è stato imposto ai manifestanti di riguadagnare la via
del ritorno negando loro un diritto democratico fondamentale: esprimere le
proprie idee. Due jeep munite di grate metalliche erano pronte a caricare il
raduno.
La polizia svizzera era pronta a tutto compreso l'omicidio. Non esageriamo
nell'affermare ciò e non dubitiamo che l'ordine era chiarissimo:
tolleranza zero, anzi sottozero vista la temperatura siberiana di questo sabato
grigionese.
Ma vi è stato anche chi non ha avuto la "fortuna" di calpestare il suolo
di questo luogo di morte dei diritti dell'umanità, dove i business-man
sanciscono il destino fatto di miseria, fame e disperazione di miliardi di
esseri umani. E' stato il caso di 5 compagni che giunti in auto in
prossimità di Davos sono stati bloccati per oltre due ore dalla polizia
che sotto la minaccia di mitra e pistole ha impedito loro di proseguire. "Se
tenterete di proseguire vi spareremo senz'altro" sono state queste le parole
del comandante della pattuglia.
"La rabbia era tanta e la voglia di manifestare altrettanta, ma non ce la siamo
sentita di sfidare il nervosismo dei servi che non staccavano le dita dal
grilletto" hanno affermato i compagni.
Conferme
I fatti di Davos confermano la pericolosa deriva repressiva che la Svizzera,
come del resto molti altri paesi, sta vivendo. In un solo anno si sono
registrati numerosi gravi fatti di palese violazione dei diritti democratici
degli individui.
Durante le manifestazioni del maggio scorso contro il vertice
dell'Organizzazione Mondiale del Commercio tenutosi a Ginevra oltre 500 persone
vennero rinchiuse in cella ; 115 compagni attendono ancora gli sviluppi
dell'azione giudiziaria promossa a loro carico con l'accusa di sommossa.
Inoltre la polizia ginevrina notificò l'espulsione fino al 2003 a 140
persone "colpevoli" di aver osato venire a manifestare nel tranquillo (ormai
non più) forziere internazionale.
L'estate scorsa i partecipanti ad un seminario dal tema "Globalizzazione e
Resistenza" svoltosi a Ginevra furono tutti arrestati identificati ed infine
rilasciati. Per quattro compagni di lotta tedeschi scattò, in modo del
tutto ingiustificato, l'espulsione immediata. In settembre la polizia ginevrina
fece irruzione contemporaneamente nelle abitazioni di 5 attivisti del locale
coordinamento di Azione Globale dei Popoli che fu l'organizzatore delle
manifestazioni del maggio precedente. Numerosi documenti furono sequestrati e
sulla testa dei 5 compagni pendono ora le accuse di istigazione alla sommossa,
reati contro il patrimonio e lesioni corporali.
Non vi sono dubbi su chi siano i mandanti di questa strategia repressiva;
Helmut Maucher presidente della Nestlé ed anche presidente della Camera
di Commercio Internazionale (CCI) invitava severamente i governi, a conclusione
dei lavori del settembre scorso di questo potente e anonimo organismo, a
"controllare molto più energicamente i gruppi popolari di pressione
antidemocratici (!)"
"I mercati hanno bisogno di governi forti" tuonava beffardamente mister
Nestlé.
Si certo signor rispettabile assassino, governi forti con i deboli e deboli con
i forti!
Csoa Molino
|