![]() Da "Umanità Nova" n.4 del 7 febbraio 1999 La posta di zio CiroCaro zio Ciro, quando andavo a scuola, il mio compagno di banco fu nominato capoclasse e il primo ad essere inserito nella lista dei cattivi fui proprio io perché scrivevo i bigliettini alle ragazze, cosa che facevamo insieme prima della sua nomina Qualche mese fa, il mio compagno di lavoro ha avuto un avanzamento di carriera, lo hanno fatto Quadro. Ora è diventato un Capetto col quale non si può dividere nemmeno la pausa caffè. Dario Fo da quando gli è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura non fa altro che bacchettare i giovani attori, i giovani autori, i giovani contestatori, i giovani insomma. (Non sarà che gli fa rabbia perché sono giovani?). Cosa pensi zio Ciro, per non farsi fregare dal Potere, per non diventare uno "stronzo", bisogna proprio rifuggire dalla notorietà? Dai riconoscimenti pubblici? Dagli avanzamenti di carriera? (Ma qualche soldo in più serve nella vita, non credi?). Lo Star-System è contagioso? Il Potere, anche il più effimero, corrompe sempre? Un mio amico ha cominciato a scrivere libri da poco e sta riscuotendo un discreto successo, non di vendite purtroppo, credi che sia un soggetto a rischio? Che ne dici, dobbiamo augurarci che Benigni non vinca l'Oscar per non perderlo del tutto? Michele da Sessa Aurunca.
mi ricordo che Massimo Troisi ad una domanda simile così rispose: "Il successo è solo una cassa amplificatore, per cui se uno prima è imbecille diventa poi imbecillissimo, uno umano umanissimo: insomma vien fuori quello che tu sei prima". Che è come dire: l'abito non fa il monaco, ma sicuramente lo veste. Certo che qualche soldo in più serve nella vita, così come esser apprezzati nel proprio campo (sia questo la scuola, il lavoro, il "sociale/culturale") non può che far piacere. Il problema non è diventar ricchi e famosi, ma come utilizzare questa ricchezza e notorietà. Rifuggirle come bestie immonde, serve soltanto a far aumentare il loro prestigio in termini assoluti e non più relativi. Come dire: tutti i premi Nobel sono come Dario Fo, tutti i ricchi sono come Silvio Berlusconi (per parlare soltanto delle nostre disgrazie!) Perché è indubbio che il Potere non sia altro che un sistema gerarchico di controllo (la cui scala di valori si sviluppa tra il polo oppressivo e il polo repressivo) che ha bisogno di un consenso mediante il ricorso a ruoli meritocratici (lo Star-System proiettato a tutti i livelli). Per cui non sempre è vero che ciò che hai, in questa società conta più di ciò che sei, perché per avere devi essere "qualcuno" e il sistema ingloba e recupera nei propri meccanismi di riproduzione del consenso soltanto ciò che vale (in termini economici, sicuramente, ma anche intellettuali, umani, personali). Tutto ciò è un "vizio", anzi IL VIZIO del potere e di chi detiene (piccolo o grande che sia, in questo caso, poco importa) il potere. Gli anarchici forse ne sono casti, immuni, puri? Personalmente no. Anche se - parafrasando La Rochefoucauld - ciò che spesso mi impedisce di abbandonarmi soltanto a QUESTO vizio è che ne ho parecchi. I vizi, si sa, non vanno mai presi sul serio.
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