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Da "Umanità Nova" n.5 del 14 febbraio 1999

Casi di ordinaria censura
La sindrome del Golfo

La verità è scomoda. Specie se sbugiarda le porcherie degli Stati Uniti e dei loro comandi militari. Due anni fa il regista indipendente Alberto Onofrio filmò per RAI 2 un documentario negli Stati Uniti, intervistando soldati reduci dalla guerra contro l'Iraq del '91 ed affetti dalla "sindrome del Golfo". Una grave patologia contratta da circa cinquantamila militi (diecimila sarebbero già morti) con la somministrazione di un vaccino, che anziché fare da antidoto alle armi chimiche del nemico ne avrebbe accentuato gli effetti negativi.

Il documentario giace impolverato negli archivi della TV di stato e nessun dirigente si azzarderebbe a tirarlo fuori. Meno che mai in questo momento viste tutte le bugie raccontate all'opinione pubblica per giustificare gli ultimi bombardamenti di Gran Bretagna e USA sull'inerme popolazione irachena. Troppo scomodo il documentario di Onofrio: farlo passare oggi metterebbe non poco in imbarazzo il nostro governo nei confronti di Casa Bianca e Pentagono.

Secondo il regista la denuncia del suo film non dovrebbe essere sottovalutata, giacché il Pentagono era a conoscenza delle irreversibili conseguenze cui sarebbero andati incontro soggetti con uno specifico DNA. Pertanto, nel '91 gli Stati Uniti si servirono dei soldati come cavie. Le testimonianze del film riferiscono che la "sindrome del Golfo" ha comportato anche ripercussioni ereditarie. Un figlio di un militare è nato con spina dorsale lesionata, l'acqua nel cervello, senza un occhio e un orecchio, mentre quello di un altro è stato partorito con stomaco ed esofago uniti. Fatti agghiaccianti che non fanno che mettere a nudo la brutalità delle guerre, nonché l'ipocrisia di chi le foraggia e le avalla, considerandole risolutive delle controversie internazionali. In questi giorni spirano venti di guerra in Sierra Leone, Iraq, in Kosovo e programmare il video documento di Onofrio potrebbe sì disturbare qualche sguardo, ma si rivelerebbe salubre per molte coscienze.

Mimmo Mastrangelo



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